[176] Cum vero sontes ferro depugnabant, auribus fortasse multae, oculis quidem nulla poterat esse fortior contra dolorem et mortem disciplina [177] De exercitatione et consuetudine et commentatione dixi; age sis, nunc de ratione videamus, nisi quid vis ad haec [178] Egone ut te interpellem Ne hoc quidem vellem; ita me ad credendum tua dicit oratio [179] Sitne igitur malum dolere necne, Stoici viderint, qui contortulis quibusdam et minutis conclusiunculis nec ad sensus permanantibus effici volunt non esse malum dolorem [180] Ego illud, quicquid sit, tantum esse quantum videatur non puto, falsaque eius visione et specie moveri homines dico vehementius, doloremque [eius] omnem esse tolerabilem [181] Unde igitur ordiar |
[176] Quando invero i delinquenti impugnavano la spada, forse per le orecchie cerano molti altri insegnamenti contro il dolore e la morte, certamente per gli occhi nessuno era più efficace di questo [177] Ho parlato dellesercizio, dellabitudine e della preparazione; ora, se credi, occupiamoci della ragione, se non vuoi dire qualcosa su questo [178] Io dovrei interromperti Certamente non avrei voluto neppure ciò; così il tuo discorso mi induce a credere [179] Dunque se il dolore sia un male o no, se la vedano gli Stoici, che con certe deduzioni e conclusioni di scarso rilievo che non si riesce a comprendere, vogliono dimostrare che il dolore non è un male [180] Io penso che esso, qualunque cosa sia, non abbia tutta quella importanza che sembrerebbe avere, e dico che gli uomini sono colpiti più veementemente dal falso concetto e dalla sua falsa idea, e che ogni dolore è sopportabile [181] Dunque da dove devo cominciare |
An eadem breviter attingam quae modo dixi, quo facilius oratio progredi possit longius [182] Inter omnis igitur hoc constat, nec doctos homines solum, sed etiam indoctos, virorum esse fortium et magnanimorum et patientium et humana vincentium toleranter dolorem pati; nec vero quisquam fuit eum qui ita pateretur non laudandum putaret [183] Quod ergo et postulatur a fortibus et laudatur, cum fit, id aut extimescere veniens aut non ferre praesens nonne turpe est Atque vide ne, cum omnes rectae animi adfectiones virtutes appellentur, non sit hoc proprium nomen omnium, sed ab ea quae una ceteris excellebat, omnes nominatae sint [184] Appellata est enim ex viro virtus; viri autem propria maxime est fortitudo, cuius munera duo sunt maxima, mortis dolorisque contemptio |
Forse devo riprendere brevemente ciò che ho detto poco fa, perché il discorso possa procedere oltre con maggiore facilità [182] Dunque ciò e noto a tutti, non solo agli uomini dotti, ma anche alle persone non istruite, che sopportare con fermezza il dolore è tipico degli uomini forti, magnanimi, pazienti e superiori alla natura umana; invero non ci fu mai nessuno che non considerasse degno di lode colui che aveva questa capacità di sopportazione [183] Allora non è vergognoso temere la venuta o non tollerare la presenza di ciò che si pretende dai forti e viene lodato quando si verifica Ma bada che, sebbene tutte le buone disposizioni dellanima siano chiamate virtù, può darsi che non sia questo il nome proprio di ognuna, ma che tutte siano state denominate da quellunica che si distingueva fra le altre [184] Infatti virtù deriva da vir (uomo); ma tipica delluomo è soprattutto la fortezza, i cui compiti principali sono due, il disprezzo della morte e del dolore |
[185] Utendum est igitur his, si virtutis compotes, vel potius si viri volumus esse, quoniam a viris virtus nomen est mutuata [186] Quares fortasse quo modo, et recte; talem enim medicinam philosophia profitetur [187] Venit Epicurus, homo minime malus vel potius vir optimus; tantum monet quantum intellegit [188] Neglege, inquit, dolorem [189] Quis hoc dicit Idem qui dolorem summum malum [190] Vix satis constanter [191] Audiamus Si summus dolor est, inquit, necesse est brevem esse [192] Iteradum eadem ista mihi , non enim satis intellego quid summum dicas esse, quid breve [193] Summum, quo nihil sit superius, breve, quo nihil brevius [194] Contemno magnitudinem doloris, a qua me brevitas temporis vindicabat ante paene quam venerit |
[185] Dunque dobbiamo praticare questi, se vogliamo avere il pieno possesso della virtù, o meglio se vogliamo essere virili, poiché la virtù ha derivato il suo nome da vir [186] Tu chiederai forse in che modo, e giustamente; infatti questa è la medicina che la filosofia dichiara di avere [187] Si presenta Epicuro, che non è assolutamente una cattiva persona, ma piuttosto un uomo eccellente; i suoi ammonimenti sono adeguati alla sua facoltà intellettiva [188] Dice: Non curarti del dolore [189] Chi dice questo La stessa persona che considera sommo male il dolore [190] Non è certo abbastanza coerente [191] Ascoltiamo Se il dolore è sommo, dice, è inevitabile che sia breve [192] Ripetimi queste precise parole , infatti non capisco bene che cosa dici che è sommo e che cosa è breve [193] Sommo è ciò a cui nulla è superiore, breve è ciò di cui nulla è più breve [194] Non mi curo dellintensità del dolore, da cui la brevità della sua durata mi libererà quasi prima della sua venuta |
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[195] Sed si est tantus dolor quantus Philoctetae Bene plane magnus mihi quidem videtur, sed tamen non summus; nihil enim dolet nisi pes; possunt oculi, potest caput, latera, pulmones, possunt omnia [196] Longe igitur abest a summo dolore [197] Ergo, inquit dolor diuturnus habet laetitiae plus quam molestiae [198] Nunc ego non possum tantum hominem nihil sapere dicere, sed nos ab eo derideri puto [199] Ego summum dolorem (summum autem dico, etiamsi decem atomis est maior alius) non continuo esse dico brevem multosque possum bonos viros nominare, qui complures annos doloribus podagrae crucientur maximis [200] Sed homo catus numquam terminat nec magnitudinis nec diuturnitatis modum, ut sciam quid summum dicat in dolore, quid breve in tempore |
[195] Ma se è un dolore tanto grande quanto quello di Filottete Certamente mi sembra evidente che è un dolore grande, ma tuttavia non grandissimo; infatti non gli duole nulla eccetto il piede; potrebbero fargli male gli occhi, potrebbe dolergli la testa, i fianchi, i polmoni, potrebbe fargli male tutto [196] Dunque è ben lontano dal sommo dolore [197] Perciò, continua, un dolore durevole ha più gioia che affanno [198] Ora io non posso dire che un uomo di tale intelligenza non sappia nulla, ma ritengo in base a ciò che egli ci derida [199] Io dico che il dolore sommo (ma dico sommo, anche se ce nè un altro di dieci atomi più grande) non è per forza breve e posso citare molte brave persone, che per molti anni vengono tormentate dai potenti dolori della podagra [200] Ma luomo astuto non definisce mai la misura né dellintensità né della durata, in modo che io capisca che cosa intenda per sommo nel dolore, che cosa per breve nel tempo |
[201] Omittamus hunc igitur nihil prorsus dicentem cogitamusque confiteri non esse ab eo doloris remedia quaerenda, qui dolorem malorum omnium maxumum dixerit, quamvis idem forticulum se in torminibus et in stranguria sua praebeat [202] Aliunde igitur est quaerenda medicina, et maxime quidem, si quid maxime consentaneum sit, quaerimus, ab iis quibus, quod honestum sit, summum bonum, quod turpe, summum videtur malum [203] His tu praesentibus gemere et iactare te non audebis profecto; loquetur enim eorum voce Virtus ipsa tecum: [204] Tune, cum pueros Lacedaemone, adulescentis Olympiae, barbaros in harena videris excipientis gravissimas plagas et ferentis silentio, si te forte dolor aliquis pervellerit, exclamabis ut mulier, non constanter et sedate feres - Fieri non potest; natura non patitur Audio |
[201] Dunque tralasciamo lui che non dice proprio niente e costringiamolo a riconoscere che i rimedi per il dolore non devono essere richiesti a uno che ha dichiarato il dolore il massimo fra tutti i mali, anche se egli stesso dimostra di essere forte nel sopportare le sue coliche e la sua stranguria [202] Dunque ad altri deve essere richiesta la medicina, e soprattutto certamente, se cerchiamo ciò che è assolutamente coerente, a coloro a cui sembra che lonestà sia il sommo bene, il disonore il sommo male [203] Con loro presenti tu certamente non oserai lamentarti ed agitarti; infatti la Virtù stessa parlerà con te per bocca loro: [204] E tu, avendo visto i bambini a Sparta, i giovani a Olimpia, i barbari nellanfiteatro che ricevevano violente percosse e le sopportavano in silenzio, se per caso ti sentirai qualche forte dolore, griderai come una donna, non sopporterai con fermezza e con calma Non si può resistere; la natura non lo permette Capisco |
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[205] Pueri ferunt gloria ducti, ferunt pudore alii, multi metu, et tamen veremur, ut hoc, quod a tam multis et quod tot locis perferatur, natura patiatur Illa vero non modo patitur, verum etiam postulat; nihil enim habet praestantius, nihil quod magis expetat quam honestatem, quam laudem, quam dignitatem, quam decus [206] Hisce ego pluribus nominibus unam rem declarari volo, sed utor, ut quam maxime significem, pluribus [207] Volo autem dicere illud homini longe optumum esse, quod ipsum sit optandum per se, a virtute profectum vel in ipsa virtute situm, sua sponte laudabile, quod quidem citius dixerim solum quam non summum bonum [208] Atque ut haec de honesto, sic de turpi contraria, nihil tam taetrum, nihil tam aspernandum, nihil homine indignius |
[205] I bambini sopportano spinti dalla gloria, alcuni sopportano per pudore, molti per paura, e tuttavia noi temiamo che la natura non tolleri ciò che viene tanto sopportato da molte persone e in tanti luoghi Invero essa non solo lo sopporta, ma addirittura lo richiede; infatti nulla di superiore che essa chieda con maggiore insistenza dellonestà, della gloria, della dignità, dellonore [206] Con tutti questi nomi io voglio esprimere una cosa sola, ma uso più nomi per renderla il più chiara possibile [207] Ma voglio dire che per luomo ciò che è di gran lunga migliore è quello che è desiderabile di per sé, che trae origine dalla virtù o è situato nella virtù stessa, che è lodevole per sua natura, che certamente farei prima a definire lunico bene piuttosto che il sommo bene [208] E se ciò vale per lonestà, così il contrario vale per la turpitudine, non cè nulla di altrettanto tetro, nulla di altrettanto spregevole, di più indegno delluomo |
[209] Quod si tibi persuasum est (principio enim dixisti plus in dedecore mali tibi videri quam in dolore), reliquum est ut tute tibi imperes; quamquam hoc nescio quo modo dicatur [210] Quasi duo simus, ut alter imperet, alter pareat; non inscite tamen dicitur [211] Est enim animus in partis tributus duas, quorum altera rationis est particeps, altera expers [212] Cum igitur praecipitur ut nobismet ipsis imperemus, hoc praecipitur, ut ratio coërceat temeritatem [213] Est in animis omnium fere natura molle quiddam, demissum, humile, enervatum quodam modo et languidum [214] Si nihil esset aliud, nihil esset homine deformius; sed praesto est domina omnium et regina ratio, quae conixa per se et progressa longius fit perfecta virtus [215] Haec ut imperet illi parti animi quae oboedire debet, id videndum est viro |
[209] Se ti sei convinto di ciò (infatti allinizio hai detto che ti sembrava che ci fosse più male nel disonore piuttosto che nel dolore), altro non resta se non che sia tu a comandare a te stesso; sebbene non sappia come questo si possa dire [210] Come se fossimo due, dei quali uno comanda, laltro ubbidisce; tuttavia non è un modo di dire insensato [211] Infatti lanima è divisa in due parti, delle quali una partecipa della ragione, laltra ne è priva [212] Dunque quando si ordina di comandare a noi stessi, si comanda che la ragione domini listinto [213] Cè nellanima di quasi tutti gli uomini qualcosa che per natura è tenero, debole, umile, senza nervo per così dire e languido [214] Se non ci fosse altro, nulla sarebbe più spregevole delluomo; ma cè subito la ragione, signora e regina di tutto, che adoperando le sue forze e procedendo sempre più avanti, diventa perfetta virtù [215] Essa comanda a quella parte dellanima che deve obbedire, è ciò a cui luomo deve mirare |
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[216] Quonam modo inquies [217] Vel ut dominus servo vel ut imperator militi vel ut parens filio [218] Si turpis sime se illa pars animi geret quam dixi esse mollem, si se lamentis muliebriter lacrimisque dedet, vinciatur et costringatur amicorum propinquorumque custodiis; saepe enim videmus fractos pudore, qui ratione nulla vincerentur [219] Ergo hos quidem ut famulos vinclis prope ac custodia, qui autem erunt firmiores nec tamen robustissimi, hos admonitu oportebit ut bonos milites revocatos dignitatem tueri [220] Non nimis in Niptris ille sapientissimus Graeciae saucius lamentatur vel modice potius: Pedentemptim, inquit [ite] et sedato nisu, ne succussu arripiat maior dolor |
[216] In che modo Mi chiederai [217] O come un padrone al servo o come un comandante al soldato o come un padre al figlio [218] Se quella parte dellanima che ho definito molle si comporterà in modo vergognoso, se si abbandonerà a lamenti e a lacrime da donna, la si leghi e la si assicuri alla custodia di amici e di parenti; infatti spesso vediamo sconfitti dalla vergogna, quelli che non sarebbero vinti da nessuna ragione [219] Dunque certamente questi come i servi, per conservare la dignità avranno bisogno delle catene, per così dire, e della prigione, mentre quelli che saranno più saldi, anche se tuttavia non robustissimi, avranno bisogno di un ammonimento come i bravi soldati richiamati al dovere [220] Non è per nulla esagerato nei Niptra, quello più saggio della Grecia che, ferito, si lamenta, anzi piuttosto moderato: Andate piano, dice, e [andate] in punta di piedi, affinché per le scosse non mi colga un dolore più forte |