Cicerone, In Verrem: 02; 04-56-60, pag 3

Cicerone, In Verrem: 02; 04-56-60

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-56-60
' Credo; iam enim non libet omnia criminari; quasi vero hoc mihi non satis sit ad crimen, habuisse tam multum quod daret, voluisse deportare tam multa, hoc denique, quod concedit, amicorum operis esse in huiusce modi rebus usum Lo credo; infatti non desidero che ogni cosa venga incriminata; come se per laccusa non mi bastasse il fatto che abbia avuto molta porpora da dare, che abbia voluto requisire molti oggetti e alla fine abbia adoperato gli operai degli amici per cose di questo genere, e questo pure lo ammette
[60] Iam vero lectos aeratos et candelabra aenea num cui praeter istum Syracusis per triennium facta esse existimatis [60]Inoltre, a chi, se non a lui, credete siano stati allestiti per tre anni a Siracusa i letti tricliniari intarsiati di bronzo e i candelabri di bronzo
'Emebat Li comprava

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-71-75

' Credo; sed tantum vos certiores, iudices, facio quid iste in provincia praetor egerit, ne cui forte neglegens nimium fuisse videatur neque se satis, cum potestatem habuerit, instruxisse et ornasse Lo ammetto; ma o giudici, vi informo soltanto su che cosa costui, governatore, ha fatto in provincia affinchè a nessuno sembri che sia stato troppo pigro pur avendo potere, non abbia fatto per sé abbastanza
Venio nunc non iam ad furtum, non ad avaritiam, non ad cupiditatem, sed ad eius modi facinus in quo omnia nefaria contineri mihi atque inesse videantur; in quo di immortales violati, existimatio atque auctoritas nominis populi Romani imminuta, hospitium spoliatum ac proditum, abalienati scelere istius a nobis omnes reges amicissimi, nationesque quae in eorum regno ac dicione sunt Vengo ora non al furto, non allavarizia o bramosia, ma ad un misfatto di tale gravità nel quale mi sembra sia racchiuso e rappresenti tutta la scelleratezza, nel quale furoni violati gli dèi immortali, il prestigio e lautorità del glorioso popolo romano furono offesi, una rapina perpretata ai danni di un ospite, con una scelleratezza ci ha inimicati tutti i re che ci erano amici e le popolazioni che sono nel loro regno e sotto il loro comando

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