Cicerone, In Verrem: 02; 04-131-135, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 04-131-135

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-131-135
[133] Licet iste dicat emisse se, sicuti solet dicere, credite hoc mihi, iudices: nulla umquam civitas tota Asia et Graecia signum ullum, tabulam pictam , ullum denique ornamentum urbis sua voluntate cuiquam vendidit; nisi forte existimatis, posteaquam iudicia severa Romae fieri desierunt, Graecos homines haec venditare coepisse, quae tum non modo non venditabant, cum iudicia fiebant, verum etiam coemebant; aut nisi arbitramini Crasso, Scaevolae, Claudio, potentissimis hominibus, quorum aedilitates ornatissimas vidimus, commercium istarum rerum cum Graecis hominibus non fuisse, iis qui post iudiciorum dissolutionem aediles facti sunt fuisse [133] Costui dice, come è solito dire, di aver comprato, credetemi, o giudici: mai nessuna città in tutta lAsia e Grecia, ha mai venduto di sua volontà a qualcuno nessuna statua, nessun quadro, nessun oggetto per la città; a meno che voi non pensiate che, dopo che i tribunali a Roma hanno smmesso di essere rigorosi, gli uomini greci abbiano cominciato a vendere queste cose, che, quando i processi si svolgevano, non solo non mettevano a vendere queste cose, ma compravano in blocco, o ameno che voi non crediate che Crasso, Scevola, Claudio, uomini molto potenti che abbiamo visto ricoprire la carica di edile in maniera signorile, non istituissero il commercio di queste cose con uomini greci mentre hanno avuto la possibilità coloro che sono diventati edili dopo la dissoluzione del sistema giudiziario
[134] Acerbiorem etiam scitote esse civitatibus falsam istam et simulatam emptionem quam si qui clam surripiat aut eripiat palam atque auferat; nam turpitudinem summam esse arbitrantur referri in tabulas publicas pretio adductam civitatem, et pretio parvo, ea quae accepisset a maioribus vendidisse atque abalienasse [134] Sappiate che per le città questo acquisto falso e bugiardo è ancora più crudele che se qualcuno sottragga clandestinamente o strappi e porti via pubblicamente (questi oggetti); credono che la vergogna più infamante sia nellannotare nei registri pubblici il prezzo che la città, allettata da una somma di denaro, e soprattutto da una somma modesta, ha venduta e ha trasferito quelle cose aveva ricevuto dagli antenati
Etenim mirandum in modum Graeci rebus istis, quas nos contemnimus, delectantur Infatti i Greci ammirano in maniera straordinaria queste cose a cui noi non badiamo affatto

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Cicerone, In Verrem: 02; 05-61-65
Cicerone, In Verrem: 02; 05-61-65

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-61-65

Itaque maiores nostri facile patiebantur haec esse apud illos quam plurima: apud socios, ut imperio nostro quam ornatissimi florentissimique essent; apud eos autem quos vectigalis aut stipendiarios fecerant tamen haec relinquebant, ut illi, quibus haec iucunda sunt quae nobis levia videntur, haberent haec oblectamenta et solacia servitutis Pertanto i nostri antenati non avevano difficoltà che essi avessero il maggior numero possibile, agli alleati affinchè sotto la nostra sovranità vivessero nel maggior sfarzo e prosperità; a quelli che avevano resi nostri tributari, con una tassazione in natura o in denaro, lasciavano tuttavia queste cose proprio perché quelli, che hanno piacere per quelle cose che a noi sembrano insignificanti, li avesse come fonti di piacere e di sollievo nella condizione di subalternità
[135] Quid arbitramini Reginos, qui iam cives Romani sunt, merere velle ut ab iis marmorea Venus illa auferatur [135] che cosa credete che vorrebbero ricevere gli abitanti di Reggio, che ormai sono cittadini Romani, per portar via da loro quella Venere marmorea

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-03-08

quid Tarentinos, ut Europam in tauro amittant, ut Satyrum qui apud illos in aede Vestae est, ut cetera Che cosa i Tarentini, per dare lEuropa sul toro, o il Satiro che è nel tempio di Vesta, o le altre
quid Thespiensis ut Cupidinis signum, propter quod unum visuntur Thespiae, quid Cnidios ut Venerem marmoream, quid ut pictam Coos, quid Ephesios ut Alexandrum, quid Cyzicenos ut Aiacem aut Medeam, quid Rhodios ut Ialysum, quid Atheniensis ut ex marmore Iacchum aut Paralum pictum aut ex aere Myronis buculam Che cosa gli abitanti di Tespie per la statua di Cupido, che è il solo motivo per il quale visitano Tespie, che cosa gli abitanti di Cnido per la Venere di marmo, e quelli di Coo per il dipinta, e quelli di Efeso per lAlessandro, e quelli di Cizico per lAiace o la Medea, e quelli di Rodi per lo Ialiso, e gli Ateniesi per lo Iacco di marmo o il Paralo dipinto o la giovenca di Mirone in bronzo

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-21-25

Longum est et non necessarium commemorare quae apud quosque visenda sunt tota Asia et Graecia; verum illud est quam ob rem haec commemorem, quod existimare vos hoc volo, mirum quendam dolorem accipere eos ex quorum urbibus haec auferantur Etroppo lungo e non necessario passare in rassegna quelle che si possono vedere presso ciascun (popolo) di tutta lAsia e Grecia; in verità, passo in rassegna queste cose perché voglio che vi rendiate conto, che hanno un grande dolore per le cose che sono portate dalle città

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