Cicerone, De Oratore: Libro 03; 01-05, pag 2

Cicerone, De Oratore: Libro 03; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 03; 01-05
[6] Illa tamquam cycnea fuit divini hominis vox et oratio, quam quasi exspectantes post eius interitum veniebamus in curiam, ut vestigium illud ipsum, in quo ille postremum, institisset, contueremur: namque tum latus ei dicenti condoluisse sudoremque multum consecutum esse audiebamus; ex quo cum cohorruisset, cum febri domum rediit dieque septimo lateris dolore consumptus est [6] Quel discorso fu come il canto del cigno di quelluomo incomparabile, che quando noi, dopo la sua morte, venivamo in Senato, per vedere il posto dove si era seduto per lultima volta, ci sembrava quasi di doverlo riascoltare: infatti avevano detto che quella volta, mentre parlava, gli era venuto un dolore in un fianco, seguito da abbondante sudore; poi era stato colto da brividi, e tornato a casa con la febbre dopo sette giorni era morto di pleurite
[7] O fallacem hominum spem fragilemque fortunam et inanis nostras contentiones, quae medio in spatio saepe franguntur et corruunt aut ante in ipso cursu obruuntur, quam portum conspicere potuerunt [7] O fallaci speranze, o fragile fortuna, o sforzi degli uomini, che spesso sinfrangono e falliscono nel mezzo della corsa o sono travolti nel pieno svolgimento di essa, prima di potere raggiungere la mèta
Nam quam diu Crassi fuit ambitionis labore vita districta, tam diu privatis magis officiis et ingeni laude floruit quam fructu amplitudinis aut rei publicae dignitate; qui autem annus ei primus ab honorum perfunctione aditum omnium concessu ad summam auctoritatem dabat, is eius omnem spem atque omnia vitae consilia morte pervertit Finché Crasso dovette lavorare intensamente per ottenere le cariche pubbliche, la sua fama restò legata più alla sua privata attività e al suo fervido ingegno che alla sua influenza o alle cariche pubbliche ricoperte; quellanno poi che, primo dallinizio della sua carriera politica, gli aveva dato per unanime consenso il più alto prestigio, fu proprio quello che troncò con la morte ogni sua speranza e tutti i progetti della sua vita

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Cicerone, De Oratore: Libro 02; 16-20
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 02; 16-20

[8] Fuit hoc luctuosum suis, acerbum patriae, grave bonis omnibus; sed ei tamen rem publicam casus secuti sunt, ut mihi non erepta L Crasso a dis immortalibus vita, sed donata mors esse videatur [8] Fu un avvenimento tristissimo per i suoi familiari, doloroso per la patria, assai spiacevole per tutti i buoni; ma le sventure che in séguito colpirono lo Stato mi inducono a credere che gli dèi immortali non abbiano tolto la vita a L Crasso, ma gli abbiano fatto dono della morte
Non vidit flagrantem bello Italiam, non ardentem invidia senatum, non sceleris nefarii principes civitatis reos, non luctum filiae, non exsilium generi, non acerbissimam C Mari fugam, non illam post reditum eius caedem omnium crudelissimam, non denique in omni genere deformatam eam civitatem in qua ipse florentissima multum omnibus [gloria] praestitisset Egli non vide lItalia in preda alle fiamme della guerra , né il Senato oggetto di odio, né i più illustri cittadini accusati di un terribile delitto, né il lutto della figlia , nè lesilio del genero, né la dolorosissima fuga di C Mario, né la strage che costui fece dopo il suo ritorno, la più feroce fra tutte, né la cittadinanza sconvolta in ogni sua classe, quella cittadinanza che egli aveva visto fiorentissima e nella quale si era distinto più di ogni altro

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 56-62

[III] [9] Et quoniam attigi cogitatione vim varietatemque fortunae, non vagabitur oratio mea longius atque eis fere ipsis definietur viris, qui hoc sermone, quem referre suscepimus, continentur [III][9] Siccome ho accennato alla forza e alla volubilità della fortuna, non andrò troppo lontano col mio discorso, ma lo limiterò quasi esclusivamente a quegli uomini che presero parte a quella discussione che stiamo esponendo
Quis enim non iure beatam L Crassi mortem illam, quae est a multis saepe defleta, dixerit, cum horum ipsorum sit, qui tum cum illo postremum fere conlocuti sunt, eventum recordatus Chi non giudicherebbe, e a ragione, felice questa morte di L Crasso, che pure è stata spesso compianta da molti, se pensasse solo per un momento alla fine di quegli uomini, che in quella occasione parlarono con lui, possiamo dire per lultima volta

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Tenemus enim memoria Q Catulum, virum omni laude praestantem, cum sibi non incolumem fortunam, sed exsilium et fugam deprecaretur, esse coactum, ut vita se ipse privaret Chi può dimenticare che Q Catulo, uomo eccellente sotto tutti i rapporti, fu costretto a togliersi la vita, dopo aver suppllcato invano non di conservare intatti i suoi beni, ma di essere condannato allesilio
[10] Iam M Antoni in eis ipsis rostris, in quibus ille rem publicam constantissime consul defenderat quaeque censor imperatoriis manubiis ornarat, positum caput illud fuit, a quo erant multorum [civium] capita servata; neque vero longe ab eo C Iuli caput hospitis Etrusci scelere proditum cum L Iuli fratris capite iacuit, ut ille, qui haec non vidit, et vixisse cum re publica pariter et cum illa simul exstinctus esse videatur [10] La testa di quel M Antonio, che aveva salvato la vita di tanti uomini, fu collocata su quegli stessi rostri, dai quali come console aveva parlato con tanta fermezza in difesa della repubblica, e che da censore aveva ornato col bottino, chein qualità di generale si era guadagnato in guerra; e non lontano da quella testa furono collocate le teste di C Giulio consegnata dal tradimento di un ospite etrusca, e di suo fratello L Giulio: cosicché potremmo dire che colui che non vide questi orrori è proprio vissuto e morto con la repubblica
Neque enim propinquum suum, maximi animi virum, P Crassum, suapte interfectum manu neque conlegae sui, pontificis maximi, sanguine simulacrum Vestae respersum esse vidit; cui maerori, qua mente ille in patriam fuit, etiam C Carbonis, inimicissimi hominis, eodem illo die mors fuisset nefaria; [11] non vidit eorum ipsorum, qui tum adulescentes Crasso se dicarant, horribilis miserosque casus; ex quibus [C] Cotta, quem ille florentem reliquerat, paucis diebus post mortem Crassi depulsus per invidiam tribunatu non multis ab eo tempore mensibus eiectus est e civitate; Sulpicius autem, qui in eadem invidiae flamma fuisset, quibuscum privatus coniunctissime vixerat, hos in tribunatu spoliare instituit omni dignitate; cui quidem ad summam gloriam eloquentiae efflorescenti ferro erepta vita est et poena temeritatis non sine magno rei publicae malo constituta Egli non vide il suo parente P Crasso, uomo di nobilissimi sentimenti, uccidersi con le sue stesse mani, e non vide il simulacro di Vesta bagnato dal sangue del suo collega pontefice massimo; E poiché egli amava la sua patria, avrebbe sofferto anche per la scellerata morte del suo fiero avversario in quello stesso giorno; [11] non vide la fine terribile ed infelice di quei giovani, che avevano aderito al suo partito; uno di costoro, Cotta, che Crasso aveva lasciato in fondo stato, pochi giorni dopo la sua morte fu privato per odio del tribunato, e pochi mesi dopo questo avvenimento fu espulso dalla città; Sulpicio poi, che era stato egualmente oggetto di odio, durante il tribunato si diede a spogliare di ogni dignità quegli uomini che da privato aveva avuti carissimi; questi, che aveva già ragginnto la più alta gloria nelleloquenza, fu trucidato, pagando così il lio della sua sconsideratezza, non senza grande danno dello Stato
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