Cicerone, De Oratore: Libro 01; 06-10, pag 5

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 06-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 06-10
[40] Equidem et Ser Galbam memoria teneo divinum hominem in dicendo et M Aemilium Porcinam et C ipsum Carbonem, quem tu adulescentulus perculisti, ignarum legum, haesitantem in maiorum institutis, rudem in iure civili; et haec aetas vestra praeter te, Crasse qui tuo magis studio quam proprio munere aliquo disertorum ius a nobis civile didicisti, quod interdum pudeat, iuris ignara est [40] Io ricordo bene che Servio Galba uomo eloquentissimo e M Emilio Porcina , e lo stesso Carbone quello che tu, quando eri molto giovane, attaccasti, erano uomini ignari di leggi, malsicuri nella conoscenza delle tradizioni degli antenati, inesperti di diritto civile; la vostra generazione poi, eccettuato te, o Crasso, che hai appreso il diritto civile da noi, più per tua personale inclinazione che per un dovere insito nella natura delloratore, è talmente ignorante di diritto da fare talvolta vergogna
[41] Quod vero in extrema oratione quasi tuo iure sumpsisti, oratorem in omnis seris monis disputatione copiosissime versari posse, id, nisi hic in tuo regno essemus, non tulissem multisque praeessem, qui aut interdicto tecum contenderent aut te ex iure manum consertum uocarent, quod in alienas possessiones tam temere inruisses [41] In quanto poi a quello che hai affermato alla fine del tuo discorso, come se ne avessi il pieno diritto, che loratore è capace di discutere diffusamente su qualsiasi argomento, se non ci trovassimo in casa tua, io non lo sopporterei e mi metterei a capo di molte persone, che ti intenterebbero un processo, sulla base di unordinanza del pretore, e ti chiamerebbero fuori dal tribunale, per discutere con te la causa , per il fatto che avresti invaso coai arbi trariamente laltrui possesso
[42] Agerent enim tecum lege primum Pythagorei omnes atque Democritii ceterique in iure sua physici vindicarent [ornati homines in dicendo et graves], quibuscum tibi iusto sacramento contendere non liceret; urgerent praeterea philosophorum greges iam ab illo fonte et capite Socrate nihil te de bonis rebus in vita, nihil de malis, nihil de animi permotionibus, nihil de hominum moribus, nihil de ratione vitae didicisse, nihil omnino quaesisse, nihil scire convincerent; et cum universi in te impetum fecissent, tum singulae familiae litem tibi intenderent; [43] instaret Academia, quae, quicquid dixisses, id te ipsum negare cogeret; Stoici vero nostri disputationum suarum atque interrogationum laqueis te inretitum tenerent; Peripatetici autem etiam haec ipsa, quae propria oratorum putas esse adiumenta atque ornamenta dicendi, a se peti vincerent oportere, ac non solum meliora, sed etiam multo plura Aristotelem Theophrastumque de istis rebus, quam omnis dicendi magistros scripsisse ostenderent [42] Ti intenterebbero un regolare processo dapprima tutti i seguaci di Pitagora e di Democrito, poi tutti i filosofi naturalisti, che reclamerebbero in tribunale le loro proprietà: e con loro tu non potresti contendere senza perdere la causa; le scuole filosofiche che discendono da quel famoso fondatore che fu Socrate, ti metterebbero alle strette, rinfacciandoti che tu non hai appreso nulla sui beni e sui mali della vita, nulla sulle passioni dellanimo, nulla sui costumi degli uomini, nulla sulle nonne di vita e dimostrerebbero che non hai fatto nessuna indagine e non sai nulla: e dopo averti attaccato tutti insieme ti intenterebbero un processo singolarmente, scuola per scuola; [43] ti incalzerebbe lAccademia, che ti costringerebbe a negare tutto ciò che tu dicessi; i nostri Stoici poi ti terrebbero avvinto nei lacci delle loro discussioni e interrogazioni, e i Peripatetici dimostrerebbero che perfino quelle risorse che tu consideri sostegni propri delloratore e ornamenti dellarte del dire, sono di loro spettanza, e ti farebbero vedere che Aristotele e Teofrasto hanno scritto su questi argomenti trattati non solo migliori, ma anche molto più numerosi di tutti i retori

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[44] Missos facio mathematicos, grammaticos, musicos, quorum artibus vestra ista dicendi vis ne minima quidem societate coniungitur [44] Tralascio i matematici, i grammatici, i musici con larte dei quali codesta arte del dire non ha proprio nessuna attinenza
Quam ob rem ista tanta tamque multa profitenda, Crasse, non censeo; satis id est magnum, quod potes praestare, ut in iudiciis ea causa, quamcumque tu dicis, melior et probabilior esse videatur, ut in contionibus et in sententiis dicendis ad persuadendum tua plurimum valeat oratio, denique ut prudentibus diserte, stultis etiam vere videare dicere Per questo motivo io, o Crasso, non credo che loratore debba apprendere tante e tanto importanti scienze; è già abbastanza importante ciò che tu puoi garantire, che cioè la causa che tu difendi nei tribunali, qualunque essa sia, possa apparire la più giusta e la più degna di trionfare; che nelle discussioni che si svolgono nelle assemblee popolari e in Senato la tua parola sia la più convincente, che il tuo discorso possa apparire perfetto agli intenditori e veritiero ai profani

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Hoc amplius si quid poteris, non id mihi videbitur orator, sed Crassus sua quadam propria, non communi oratorum facultate posse" Se tu potrai ottenere qualcosa che vada oltre questi limiti, penserò che lavrà ottenuto Crasso in virtù di certe sue doti naturali e non loratore, sulla base delle facoltà comuni a tutti gli oratori

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