Autoritratto alla spinetta con la fantesca - Lavinia Fontana

autoritratto alla spinetta con la fantesca - Lavinia Fontana

Per l'affermazione di una consapevole identità ricercata dalla donna artista nel maturo Rinascimento, questo autoritratto è un documento di esemplare importanza. A 25 anni, alla vigilia del suo matrimonio, Lavinia costruisce con una trama di sapienti citazioni il racconto di se, attingendo a quelle fonti letterari che a metà Cinquecento promuovono il nuovo fenomeno della donna artista

Nella iscrizione in latino dichiara la sua identità: Lavinia Virgo Prosperi Fontanae / Filia ex speculo imaginem / oris sui expresit anno / MDLXXVII

Lavinia è figlia di un pittore e si serve dello specchio per realizzare una fedele rappresentazione delle sue sembianze fisionomiche. Modelli di confronto sono gli autoritratti inventati circa 20 anni prima da Sofonisba Anguissola.

Un taglio prospettico ravvicinato isola in primo piano l'artista che, come Sofonisba, sta suonando la spinetta, lo strumento musicale più indicato per la grazia femminile, accompagnata dalla fantesca, che sorregge uno spartito. Esibisce una eleganza raffinata ma sobria, quale si conviene a una giovane come lei: capelli raccolti, i colori non sgargianti dell'abito, rosa e bianco, il candore prezioso del colletto ricamato, che incornicia il bel volto dalla chiara carnagione.

Una prospettiva a cannocchiale isola sullo sfondo la stanza da lavoro, dove solitario, troneggia il cavalletto. Lavinia sembra dire, rivolta ai futuri suoceri,  che alle virtù proprie, porta come valore aggiunto alla dote, il mestiere di pittrice con il quale può contribuire al benessere materiale della famiglia

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