Vitruvio, De Architectura: Libro 10, 02, 1.15, pag 2

Vitruvio, De Architectura: Libro 10, 02, 1.15

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 10, 02, 1.15
Haec autem basis erat longa pedes duodecim, lata pedes VIII, alta pedes sex

Quam Paconius gloria fretus non uti Metagenes adportavit, sed eadem ratione alio genere constituit machinam facere [14] Rotas enim circiter pedum XV fecit et in his rotis capita lapidis inclusit, deinde circa lapidem fusos sextantales ab rota ad rotam ad circinum compegit, ita uti fusus a fuso non distaret pedem esse unum

Deinde circa fusos funem involvit et bubus iunctis funem ducebant

Ita cum explicaretur, volvebat rotas, sed non poterat ad lineam via recta ducere, sed exibat in unam partem

Ita necesse erat rursus retroducere

Sic Paconius ducendo et reducendo pecuniam contricavit, ut ad solvendum non esset

[15] Pusillum extra progrediar et de his lapidicinis, quemadmodum sint inventae, exponam

Pixodarus fuerat pastor
Paconio, volendosi distinguere da Metagene, non adottò lo stesso sistema di trasporto, ma sempre rifacendosi al suo principio escogitò un altro tipo di macchina

[14] Costruì due ruote di circa quindici piedi e tra di esse incastrò le estremità del masso di pietra

Poi da una ruota all'altra fissò tutt'attorno al blocco di pietra dei bastoni affusolati, di due pollici, a una distanza di un piede l'uno dall'altro

Attorno a questi bastoni avvolse una fune che doveva esser trainata dai buoi

In questo modo la fune svolgendosi faceva girare le ruote, non però in linea retta ma ora da un lato ora dall'altro

Così si doveva spesso retrocedere, e con questo andar avanti e indietro Paconio spese tutto il denaro e divenne insolvente

[15] Farò una piccola digressione per dire come siano state scoperte queste cave

Pixodaro era un pastore che viveva in questa regione
Is in his locis versabatur

Cum autem cives Ephesiorum cogitarent fanum Dianae ex marmore facere decernerentque, a Paro, Proconnenso, Heraclea, Thaso uti marmor peteretur, propulsis ovibus Pixodarus in eodem loco pecus pascebat, ibique duo arietes inter se concurrentes alius alium praeterierunt et impetu facto unus cornibus percussit saxum, ex quo crusta candidissimo colore fuerat deiecta

Ita Pixodarus dicitur oves in montibus reliquisse et crustam cursim Ephesum, cum maxime de ea re ageretur, detulisse

Ita statim honores decreverunt ei et nomen mutaverunt: pro Pixodaro Euangelus nominaretur

Hodieque quotmensibus magistratus in eum locum proficiscitur et ei sacrificium facit, et si non fecerit, poena tenetur
Gli abitanti di Efeso vollero erigere un tempio di marmo a Diana e già stavano per decidere di far arrivare il materiale da Paro, da Proconneso, da Eraclea o da Taso, quando due montoni del gregge di Pixodaro che faceva pascolare il bestiame da quelle parti, corsero l'un contro l'altro per scornarsi, ma essendosi solo sfiorati uno dei due andò a sbattere con le corna contro una roccia da cui si staccò una scheggia di colore bianchissimo

Si racconta che a questo punto Pixodaro, lasciato il gregge sui monti, andasse di corsa a Efeso a portare quella scheggia, dato che si stava discutendo proprio di quel problema

Gli furono subito decretati onori e gli fu cambiato il nome: Euanghelos invece che Pixodaro

Ancor oggi ogni mese un magistrato si reca in quel luogo a compiere un sacrificio ed è passibile di pena se non lo fa

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