Virgilio, Eneide: Libro 04 - DISPERAZIONE DELLA SORELLA ANNA, pag 2

Virgilio, Eneide: Libro 04 - DISPERAZIONE DELLA SORELLA ANNA

Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 04 - DISPERAZIONE DELLA SORELLA ANNA
' sic fata gradus evaserat altos, semianimemque sinu germanam amplexa fovebat cum gemitu atque atros siccabat veste cruores Detto così aveva scalato gli alti gradini, ed abbracciatala scaldava sul petto la sorella semiviva con gemiti ed asciugava colla veste il nero sangue
illa gravis oculos conata attollere rursus deficit; infixum stridit sub pectore vulnus Ella tentando di alzare i pesanti occhi di nuovo sviene; nel petto la piaga impressa stride
ter sese attollens cubitoque adnixa levavit, ter revoluta toro est oculisque errantibus alto quaesivit caelo lucem ingemuitque reperta Tre volte alzandosi e appoggiandosi al gomito si levò,tre volte si riversò sul letto e con gli occhi erranti in alto cercò in cielo la luce e gemette ritrovatala

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Virgilio, Eneide: Libro 06 - I MORTI PRIMA DEL TEMPO

Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 06 - I MORTI PRIMA DEL TEMPO

Tum Iuno omnipotens longum miserata dolorem difficilisque obitus Irim demisit Olympo quae luctantem animam nexosque resolveret artus Allora Giunone onnipotente commmiserando il lungo dolore del difficile trapasso mandò Iride dall'Olimpo che sciogliesse l'anima lottante e le membra incatenate
nam quia nec fato merita nec morte peribat, sed misera ante diem subitoque accensa furore, nondum illi flavum Proserpina vertice crinem abstulerat Stygioque caput damnaverat Orco Infatti poiché moriva né per fato nè per morte meritata, ma infelice prima del giorno e acceda da improvviso furore, non ancora Proserpina le aveva strappato dal capo il biondo capello e condannata la persona all'Orco stigio

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Virgilio, Eneide: Libro 04 - DISPERAZIONE DI DIDONE

Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 04 - DISPERAZIONE DI DIDONE

ergo Iris croceis per caelum roscida pennis mille trahens varios adverso sole colores devolat et supra caput astitit Perciò Iride rugiadosa con le penne di croco per il cielo traendo mille vari colori nel sole davanti vola giù e si fermò sopra la testa
'hunc ego Diti sacrum iussa fero teque isto corpore solvo': sic ait et dextra crinem secat, omnis et una dilapsus calor atque in ventos vita recessit Io comandata porto questo sacro a Dite e sciolgo te da questo corpo: così disse e con la destra taglia il capello, tutto il calore insieme svanì e la vita si disperse nei venti

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