Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 31-36, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 31-36

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 31-36
Me modo sequimini, quem secuti estis; ego eandem quae duxit huc sequar fortunam

Quibus haec salutaria uidentur, agitedum in dextram partem pedibus transite

' [36] Omnes transierunt; uadentemque per intermissa custodiis loca Decium secuti sunt

Iam euaserant media castra, cum superscandens vigilum strata somno corpora miles offenso scuto praebuit sonitum; quo excitatus vigil cum proximum movisset erectique alios concitarent, ignari ciues an hostes essent, praesidium erumperet an consul castra cepisset, Decius, quoniam non fallerent, clamorem tollere iussis militibus torpidos somno insuper pauore exanimat, quo praepediti nec arma impigre capere nec obsistere nec insequi poterant
Seguitemi soltanto, come avete fatto in passato: io vi guiderò con lo stesso successo che ci ha accompagnato fino qua

Qvelli cui il mio piano sembra garantire la salvezza, avanti, facciano un passo sulla destra

36 Passarono tutti, seguendo Decio che avanzava tra gli spazi lasciati incustoditi

Avevano già attraversato metà dell'accampamento, quando un soldato, scavalcando i corpi dei nemici addormentati, urtò uno scudo e fece rumore, svegliando una sentinella Questi, dopo aver scrollato il compagno più vicino, si alzò e insieme con lui diede l'allarme a tutti gli altri, non sapendo però se si trattasse di amici o di nemici, se il manipolo di armati sulla cima stava tentando una sortita oppure se il console aveva catturato l'accampamento Decio, vedendo che erano stati scoperti, diede ordine ai suoi di urlare così forte da aggiungere lo spavento al torpore del risveglio, impedendo ai nemici di armarsi velocemente e di opporre resistenza ai Romani per poi inseguirli
Inter trepidationem tumultumque Samnitium praesidium Romanum obuiis custodibus caesis ad castra consulis pervadit

Aliquantum supererat noctis iamque in tuto videbantur esse, cum Decius 'macte virtute' inquit, 'milites Romani, este; vestrum iter ac reditum omnia saecula laudibus ferent; sed ad conspiciendam tantam virtutem luce ac die opus est, nec uos digni estis quos cum tanta gloria in castra reduces silentium ac nox tegat; hic lucem quieti opperiamur
Con i Sanniti in preda al panico e alla confusione, il manipolo di Romani massacrò le sentinelle che gli si paravano innanzi e riuscì a fare breccia arrivando fino all'accampamento del console

L'alba era ancora lontana ed essi erano ormai convinti di essere al sicuro, quando Decio disse: Onore al vostro coraggio, o Romani: la vostra azione per rientrare al campo sarà celebrata per sempre Ma perché quest'impresa tanto valorosa possa essere apprezzata in tutta la sua pienezza ci vuole la luce del giorno, e il vostro glorioso rientro all'accampamento non merita di essere accompagnato dal silenzio della notte
' Dictis obtemperatum; atque ubi primum inluxit, praemisso nuntio ad consulem castra ingenti gaudio concitantur; et tessera data incolumes reuerti, qui sua corpora pro salute omnium haud dubio periculo obiecissent, pro se quisque obuiam effusi laudant, gratulantur, singulos universos servatores suos uocant, dis laudes gratesque agunt, Decium in caelum ferunt

Hic Deci castrensis triumphus fuit incedentis per media castra cum armato praesidio coniectis in eum omnium oculis et omni honore tribunum consuli aequantibus
Aspettiamo qui tranquilli che arrivi l'alba I soldati obbedirono Alle prime luci del giorno venne inviato un messaggero al console e l'accampamento esultò Quando passò di bocca in bocca la notizia che erano tornati sani e salvi gli uomini che avevano rischiato la vita esponendosi a sicuri pericoli pur di garantire la salvezza comune, tutti si riversarono loro incontro per lodarli, ringraziarli, invocarli uno per uno con il nome di salvatori, levando grazie e lodi agli dèi mentre esaltavano Decio

A questi fu concesso il trionfo all'interno dell'accampamento: marciando alla testa del suo manipolo in armi, egli attraversò il campo: tutti gli sguardi dei soldati erano per lui, tutti rendevano al tribuno un omaggio degno di un console

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Ubi ad praetorium ventum est, consul classico ad contionem conuocat orsusque meritas Deci laudes interfante ipso Decio distulit contionem; qui auctor omnia posthabendi dum occasio in manibus esset, perpulit consulem ut hostes et nocturno pauore attonitos et circa collem castellatim dissipatos adgrederetur: credere etiam aliquos ad se sequendum emissos per saltum vagari Quando la sfilata giunse di fronte al pretorio, il console ordinò al trombettiere di suonare l'adunat Aveva cominciato a tessere le più che meritate lodi di Decio, ma questi, interrompendolo, lo indusse a rinviare l'adunata Sostenendo infatti che tutto il resto avrebbe potuto essere rimandato a un momento più opportuno, Decio convinse il console ad attaccare i nemici frastornati dallo spavento di qvella notte e dispersi intorno alla cima in squadre separate, aggiungendo di essere convinto che alcuni di essi fossero stati inviati sulle loro tracce e adesso stessero vagando per la gola Alle legioni venne dato ordine di armarsi
Iussae legiones arma capere egressaeque castris, cum per exploratores notior iam saltus esset, uia patentiore ad hostem ducuntur; quem incautum improuiso adortae, cum palati passim Samnitium milites, plerique inermes, nec coire in unum nec arma capere nec recipere intra uallum se possent, pauentem primum intra castra compellunt, deinde castra ipsa turbatis stationibus capiunt

Perfertur circa collem clamor fugatque ex suis quemque praesidiis

Ita magna pars absenti hosti cessit: quos intra uallum egerat pauor -- fuere autem ad triginta milia -- omnes caesi, castra direpta

Uscite dall'accampamento, marciarono in direzione del nemico per una via più aperta (grazie agli esploratori, la foresta ora era meglio conosciuta) Piombarono sul nemico con un attacco a sorpresa: i Sanniti si erano disseminati nella zona, per lo più privi di armi e perciò impossibilitati tanto a inquadrarsi in formazione compatta quanto ad armarsi e a trovare riparo all'interno del fossato, e i Romani prima li costrinsero a rifugiarsi terrorizzati nell'accampamento, poi lo espugnarono seminando il panico tra i corpi di guardia

Le urla si sentivano intorno a tutto il colle, e fecero fuggire i soldati dai rispettivi presidi

Gran parte dei Sanniti riuscì a fuggire senza venire a contatto con il nemico Qvelli che invece si erano rifugiati all'interno dell'accampamento - si trattava di circa trentamila uomini - furono uccisi dal primo all'ultimo, mentre l'accampamento venne distrutto

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