Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 31-36

Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 31-36

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 31-36
Semmotis deinde legatis, cum consultus senatus esset, etsi magnae parti urbs maxima opulentissimaque Italiae, uberrimus ager marique propinquus ad uarietates annonae horreum populi Romani fore idebatur, tamen tanta utilitate fides antiquior fuit responditque ita ex auctoritate senatus consul 'Auxilio uos, Campani, dignos censet senatus; sed ita vobiscum amicitiam institui par est, ne qua vetustior amicitia ac societas uioletur

Samnites nobiscum foedere iuncti sunt; itaque arma, deos prius quam homines uiolatura, adversus Samnites vobis negamus; legatos, sicut fas iusque est, ad socios atque amicos precatum mittemus, ne qua vobis uis fiat
Agli ambasciatori fu chiesto di ritirarsi, mentre il senato si riuniva per considerare la loro richiesta Anche se la maggior parte dei senatori pensava che la più grande e ricca città dell'Italia, con le sue campagne fertilissime e prospicienti al mare, avrebbe potuto essere - in periodi di carestia - un granaio per il popolo romano, ciò non ostante si diede più peso alla lealtà che alla considerazione dell'utile, così che il senato affidò al console il cómpito di rispondere agli ambasciatori in questi termini: Il senato ritiene, o Campani, che siate degni di ottenere aiuto Ma stringere rapporti di amicizia con voi non deve significare la violazione di amicizie e alleanze precedentemente contratte

I Sanniti sono legati a noi da un trattato: per questo non siamo in grado di intervenire militarmente al vostro fianco impugnando contro i Sanniti qvelle armi che sarebbero un'offesa prima ancora agli dèi che agli uomini Com'è però giusto e sacrosanto, invieremo degli ambasciatori ai nostri amici ed alleati con il cómpito di invitarli a non farvi alcun male
' Ad ea princeps legationis- sic enim domo mandatum attulerant -- 'quando quidem' inquit, 'nostra tueri adversus uim atque iniuria iusta ui non uoltis, vestra certe defendetis; itaque populum Campanum urbemque Capuam, agros, delubra deum, diuina humanaque omnia in vestram, patres conscripti, populique Romani dicionem dedimus, quidquid deinde patiemur dediticii vestri passuri'

Sub haec dicta omnes, manus ad consules tendentes, pleni lacrimarum in uestibulo curiae procubuerunt

Commoti patres uice fortunarum humanarum, si ille praepotens opibus populus, luxuria superbiaque clarus, a quo paulo ante auxilium finitimi petissent, adeo infractos gereret animos, ut se ipse suaque omnia potestatis alienae faceret
A queste parole i capi della delegazione campana risposero attenendosi alle istruzioni ricevute in patria e replicarono così: Visto che rifiutate di far ricorso a un legittimo uso della forza per opporvi alla violenza e all'ingiustizia perpetrate nei confronti di ciò che ci appartiene, proteggerete almeno quanto appartiene a voi Di conseguenza noi affidiamo alla vostra autorità e a qvella del popolo romano il popolo della Campania e la città di Capua, le campagne, i santuari degli dèi e tutte le cose sacre e profane: qualunque cosa affronteremo da questo momento in poi, la affronteremo come vostri sudditi

Pronunciando queste parole, con le mani tese verso il console e il volto rigato dalle lacrime, si prostrarono a terra nel vestibolo della curia

I senatori rimasero colpiti dalle vicissitudini delle sorti umane, al vedere che qvel popolo ricco e grandioso, conosciuto ovunque per il fasto e la superbia, a cui poco prima i vicini avevano chiesto aiuto, adesso era abbattuto al punto di consegnare se stesso con tutti i propri averi all'autorità di altri Decisero che era ormai una questione d'onore non tradire chi si era consegnato in loro potere
Tum iam fides agi uisa deditos non prodi; nec facturum aequa Samnitium populum censebant, si agrum urbemque per deditionem factam populi Romani oppugnarent

Legatos itaque extemplo mitti ad Samnites placuit Data mandata, ut preces Campanorum, responsum senatus amicitiae Samnitium memor, deditionem postremo factam Samnitibus exponerent; peterent pro societate amicitiaque, ut dediticiis suis parcerent neque in eum agrum qui populi Romani factus esset hostilia arma inferrent; si leniter agendo parum proficerent, denuntiarent Samnitibus populi Romani senatusque verbis, ut Capua urbe Campanoque agro abstinerent
E non ritenevano sarebbe stata cosa giusta se i Sanniti avessero attaccato un territorio e una città che, con una vera e propria resa, erano diventati proprietà del popolo romano

Perciò si decise di inviare immediatamente ai Sanniti degli ambasciatori, ai quali fu data istruzione di riferire la richiesta fatta dai Campani, la risposta del senato, non immemore dell'amicizia coi Sanniti stessi, infine l'avvenuta resa Sarebbe stato poi loro cómpito chiedere, in nome dell'amicizia e dell'alleanza che univa i due popoli, di risparmiare qvella gente volontariamente sottomessasi a Roma e di astenersi dall'effettuare incursioni armate in qvel territorio che ora apparteneva al popolo romano Se questa cauta condotta non avesse sortito risultato, gli ambasciatori avrebbero dovuto intimare ai Sanniti - a nome del senato e del popolo romano - di stare lontani da Capua e dal territorio della Campania

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Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 18 - 20
Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 18 - 20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 29; 18 - 20

Haec legatis agentibus in concilio Samnitium adeo est ferociter responsum, ut non solum gesturos se esse dicerent id bellum sed magistratus eorum e curia egressi stantibus legatis praefectos cohortium uocarent iisque clara uoce imperarent ut praedatum in agrum Campanum extemplo proficiscerentur

[32] Hac legatione Romam relata, positis omnium aliarum rerum curis patres fetialibus ad res repetendas missis, belloque, quia non redderentur, sollemni more indicto, decreuerunt ut primo quoque tempore de ea re ad populum ferretur; iussuque populi consules ambo cum duobus exercitibus profecti, Valerius in Campaniam, Cornelius in Samnium, ille ad montem Gaurum, hic ad Saticulam castra ponunt
Ma i Sanniti, dopo aver sentito gli inviati esporre queste richieste di fronte all'assemblea, furono così arroganti che non soltanto risposero di essere determinati a condurre qvella guerra, ma i loro magistrati uscirono dalla curia mentre gli ambasciatori erano ancora lì in piedi e convocarono i prefetti delle coorti ordinando loro ad alta voce di prepararsi a effettuare immediatamente un'incursione nel territorio dei Campani

32 Quando la delegazione tornò a Roma riferendo l'accaduto, i senatori, passando in secondo piano tutti gli altri affari di Stato, inviarono i feziali per chiedere riparazione Ma siccome questi ultimi non riuscirono a ottenere quanto preteso, il senato fece dichiarare guerra ai Sanniti secondo la formula di rito, stabilendo anche di far ratificare quanto prima dal popolo questo provvedimento E avendo ricevuto l'approvazione, i consoli partirono alla testa di due eserciti, Valerio diretto in Campania e Cornelio nel Sannio; il primo si accampò nei pressi del monte Gauro, il secondo vicino a Saticola
Priori Valerio Samnitium legiones -- eo namque omnem belli molem inclinaturam censebant -- occurrunt; simul in Campanos stimulabat ira tam promptos nunc ad ferenda, nunc ad accersenda adversus se auxilia

Vt vero castra Romana uiderunt, ferociter pro se quisque signum duces poscere, adfirmare eadem fortuna Romanum Campano laturum opem qua Campanus Sidicino tulerit

Valerius leuibus certaminibus temptandi hostis causa haud ita multos moratus dies signum pugnae proposuit, paucis suos adhortatus ne nouum bellum eos nouusque hostis terreret: quidquid ab urbe longius proferrent arma, magis magisque in imbelles gentes eos prodire
Le legioni dei Sanniti si rivolsero prima contro Valerio, perché pensavano che in qvella direzione si sarebbe concentrato il grosso delle operazioni Ma nel contempo erano spinti dal risentimento nei confronti dei Campani, i quali erano stati così solleciti prima a portare aiuto, poi a chiederlo contro di loro

Non appena avvistarono l'accampamento romano, non ci fu Sannita che non chiedesse baldanzosamente agli ufficiali di dare il segnale di battaglia La loro convinzione era che l'intervento dei Romani a fianco dei Campani avrebbe avuto lo stesso successo di qvello dei Campani a sostegno dei Sidicini

Valerio, avendo indugiato solo qualche giorno per saggiare la consistenza del nemico in scaramucce di poco conto, diede il segnale di battaglia, non senza aver esortato con poche parole i suoi a non lasciarsi intimorire da qvella nuova guerra combattuta contro nuovi nemici Quanto più le loro armi si allontanavano da Roma, tanto più imbelli erano le popolazioni che avrebbero incontrato

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 51 - 55

Ne Sidicinorum Campanorumque cladibus Samnitium aestimarent virtutem; qualescumque inter se certauerint, necesse fuisse alteram partem vinci

Campanos quidem haud dubie magis nimio luxu fluentibus rebus mollitiaque sua quam ui hostium uictos esse

Quid autem esse duo prospera in tot saeculis bella Samnitium adversus tot decora populi Romani, qui triumphos paene plures quam annos ab urbe condita numeret; qui omnia circa se, Sabinos Etruriam Latinos Hernicos Aequos Volscos Auruncos, domita armis habeat; qui Gallos tot proeliis caesos postremo in mare ac naues fuga compulerit
Non giudicassero il valore dei Sanniti in base alle disfatte inflitte a Sidicini e Campani Quali che fossero i valori in campo, era inevitabile che una delle due parti dovesse soccombere

Quanto ai Campani, non c'erano dubbi che essi fossero stati vinti più per l'eccessiva dissolutezza e mollezza della vita che conducevano piuttosto che per la forza del nemico

E poi che cos'erano mai le due guerre vinte dai Sanniti in tanti secoli a confronto delle tante gesta gloriose del popolo romano, il cui numero di trionfi in guerra era quasi pari a qvello degli anni trascorsi dalla fondazione di Roma Il popolo romano che aveva soggiogato con le armi tutte le popolazioni stanziate nelle zone circostanti - Sabini, Etruschi, Latini, Ernici, Equi, Volsci, Aurunci -, e che dopo aver battuto i Galli in tante battaglie di terra, alla fine li aveva costretti a fuggire verso il mare alle loro navi
Cum gloria belli ac virtute sua quemque fretos ire in aciem debere, tum etiam intueri cuius ductu auspicioque ineunda pugna sit, utrum qui, audiendus dumtaxat, magnificus adhortator sit, verbis tantum ferox, operum militarium expers, an qui et ipse tela tractare, procedere ante signa, versari media in mole pugnae sciat

'Facta mea, non dicta uos, milites' inquit, 'sequi uolo, nec disciplinam modo sed exemplum etiam a me petere

Non factionibus [modo] nec per coitiones usitatas nobilibus sed hac dextra mihi tres consulatus summamque laudem peperi
Ora che stavano per gettarsi nella mischia, ciascuno degli uomini avrebbe dovuto farlo fidando non solo sulla propria capacità militare e sulla gloria del passato, ma anche ricordandosi sotto il comando e gli auspici di quale soldato stavano per affrontare la battaglia, e chiedersi se qvell'uomo fosse uno che meritava di essere ascoltato soltanto perché era un valido oratore, uno bellicoso a parole ma senza esperienza militare, oppure uno che sapeva maneggiare le armi di persona, era in grado di avanzare oltre la linea degli antesignani e di stare nel pieno della mischia

Voglio, o soldati, che seguiate le mie azioni, disse, non le mie parole, e che a me chiediate non soltanto ordini, ma anche l'esempio

Non è stato grazie ai giochi politici e ai complotti tanto abituali tra i nobili, ma con questa mano destra che io sono riuscito a conquistarmi tre consolati e i più alti elogi

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 31-40

Fuit cum hoc dici poterat: patricius enim eras et a liberatoribus patriae ortus, et eodem anno familia ista consulatum quo urbs haec consulem habuit: nunc iam nobis patribus vobisque plebei promiscuus consulatus patet nec generis, ut ante, sed virtutis est praemium

Proinde summum quodque spectate, milites, decus

Non, si mihi nouum hoc Coruini cognomen dis auctoribus homines dedistis, Publicolarum vetustum familiae nostrae cognomen memoria excessit; semper ego plebem Romanam militiae domique, privatus, in magistratibus paruis magnisque, aeque tribunus ac consul, eodem tenore per omnes deinceps consulatus colo atque colui

Nunc, quod instat, dis bene iuuantibus nouum atque integrum de Samnitibus triumphum mecum petite
Ci fu un tempo in cui si sarebbe potuto dire: Tu eri patrizio e discendevi dai liberatori della patria, e la tua famiglia ebbe il consolato lo stesso anno in cui la città vide l'istituzione di qvella magistratura Ma oggi il consolato è aperto tanto a noi patrizi quanto a voi plebei, ed è ormai un riconoscimento dato al valore e non più, come in passato, alla stirpe

Di conseguenza, o soldati, mirate in ogni circostanza a onori sempre più alti

Anche se mi avete voluto dare - con l'approvazione degli dèi - questo soprannome di Corvino, tuttavia non mi sono dimenticato di qvello di Publicola attribuito in passato alla mia famiglia: tanto in patria quanto in guerra, da privato cittadino così come nelle magistrature importanti e in qvelle di minor conto, sia da tribuno che da console, senza mai allontanarmi dalla stessa linea di comportamento durante i successivi consolati, io ho sempre rispettato e tuttora rispetto la plebe romana

Ma adesso, poiché il momento lo esige, con l'aiuto degli dèi cercate insieme a me di ottenere sui Sanniti un trionfo nuovo e mai conquistato prima
' [33] Non alias militi familiarior dux fuit omnia inter infimos militum haud grauate munia obeundo

In ludo praeterea militari, cum velocitatis viriumque inter se aequales certamina ineunt, comiter facilis; vincere ac vinci uoltu eodem nec quemquam aspernari parem qui se offerret; factis benignus pro re, dictis haud minus libertatis alienae quam suae dignitatis memor; et, quo nihil popularius est, quibus artibus petierat magistratus, iisdem gerebat

Itaque universus exercitus incredibili alacritate adhortationem prosecutus ducis castris egreditur

Proelium, ut quod maxime unquam, pari spe utrimque, aequis viribus, cum fiducia sui sine contemptu hostium commissum est
33 Mai nessun comandante era stato tanto vicino alla truppa, arrivando a condividere il peso del servizio con i soldati semplici

Inoltre, partecipava in maniera cameratesca ai giochi militari, cimentandosi nelle gare di velocità e di forza tra coetanei: la vittoria e la sconfitta le salutava con la stessa espressione del volto, né mai disdegnava di misurarsi con chiunque lo sfidasse Il suo comportamento era affabile quanto lo richiedevano le circostanze, nei discorsi aveva sempre lo stesso riguardo per la libertà altrui e per la propria dignità

E infine, qualità questa che lo rendeva ancor più popolare, conduceva le magistrature con gli stessi principi con i quali le aveva ottenute

Fu perciò con incredibile prontezza che l'intero esercito accolse le esortazioni del comandante e marciò fuori dall'accampamentoIniziò una battaglia che, più di ogni altra precedente, vedeva pari speranze e pari forze dalle due parti, e una fiducia in se stessi che non cedeva al disprezzo del nemico

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Samnitibus ferociam augebant nouae res gestae et paucos ante dies geminata victoria, Romanis contra quadringentorum annorum decora et conditae urbi aequalis victoria; utrisque tamen nouus hostis curam addebat

Pugna indicio fuit quos gesserint animos; namque ita conflixerunt ut aliquamdiu in neutram partem inclinarent acies

Tum consul trepidationem iniciendam ratus, quando ui pelli non poterant, equitibus immissis turbare prima signa hostium conatur
La bellicosità dei Sanniti era accresciuta dalle gesta recenti e dalla doppia vittoria conquistata pochi giorni prima, mentre dalla parte dei Romani stavano quattrocento anni di gloria e una storia trionfale che risaliva ai giorni della fondazione Ciò non ostante entrambi gli eserciti erano in ansia all'idea di affrontare un nemico mai visto prima

La battaglia provò quanto essi fossero risoluti, perché combatterono in modo così accanito che per qualche tempo nessuno dei due schieramenti cedette

Allora il console, per incutere paura a un nemico che non riusciva a far indietreggiare con la forza, tentò di gettare lo scompiglio nelle prime file avversarie con una carica di cavalleria

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