Cicerone, Paradoxa Stoicorum: 02; 16-19, pag 2

Cicerone, Paradoxa Stoicorum: 02; 16-19

Latino: dall'autore Cicerone, opera Paradoxa Stoicorum parte 02; 16-19
[18] Mortemne mihi minitaris, ut omnino ab hominibus, an exilium, ut ab inprobis demigrandum sit [18] E tu osi minacciarmi di morte o di esilio, sì che, nel primo caso io dovrò allontanarmi per sempre da tutti gli uomini, nel secondo, invece, mi allontanerei da persone malvagie
Mors terribilis iis, quorum cum vita omnia extinguuntur, non iis, quorum laus emori non potest, exilium autem illis, quibus quasi circumscriptus est habitandi locus, non iis, qui omnem orbem terrarum unam urbem esse ducunt La morte spaventa coloro i cui beni scompaiono per sempre con loro, non di sicuro quelli la cui gloria resta perenne e duratura; lesilio, poi, impaurisce quelli la cui sede è ben delimitata e non coloro che stimano lintero mondo una sola, unica città
Te miseriae, te aerumnae premunt omnes, qui te beatum, qui te florentem putas, tuae lubidines torquent, tu dies noctesque cruciaris, cui nec sat est, quod est, et id ipsum ne non diuturnum sit futurum, times, te conscientiae stimulant maleficiorum tuorum, te metus exanimant iudiciorum atque legum, quocumque adspexisti, ut furiae sic tuae tibi occurrunt iniuriae, quae te suspirare libere non sinunt E tu che ti reputi felice e allapice del successo, sei inseguito da tutte le miserie e le infelicità; le tue sfrenatezze ti si avvinghiano addosso, notte e giorno ti torturi, poiché non ti basta ciò che possiedi, e vivi nel terrore che ciò che hai non possa durarti a lungo; sei tormentato dalla consapevolezza dei tuoi crimini e ti atterrisce, lasciandoti senza fiato, il timore dei processi e delle leggi che hai infranto; ovunque ti rivolgi, ti vengono incontro, come le Furie, le tue colpe, che ti lasciano senza respiro

Maybe you might be interested

Cicerone, Paradoxa Stoicorum: 05; 33-41

Latino: dall'autore Cicerone, opera Paradoxa Stoicorum parte 05; 33-41

[19] Quam ob rem, ut inprobo et stulto et inerti nemini bene esse potest, sic bonus vir et sapiens et fortis miser esse nemo potest [19] Stando così le cose, come a una persona stolta, empia e infima nulla può procedere nel giusto verso, così nessun uomo onesto, saggio e forte può essere infelice
Nec vero, quoius virtus moresque laudandi sunt, eius non laudanda vita est, neque porro fugienda vita est, quae laudanda est; esset autem fugienda, si esset misera Inoltre, la vita di quello che compie azioni virtuose, non può non essere oggetto di lode, né bisogna scappare da una vita degna di lode mentre essa dovrebbe essere evitata, se fosse infelice

Maybe you might be interested

Cicerone, Paradoxa Stoicorum: 01; 06-15

Latino: dall'autore Cicerone, opera Paradoxa Stoicorum parte 01; 06-15

Quam ob rem, quicquid est laudabile, idem et beatum et florens et expetendum videri decet Concludendo: tutto ciò che è degno di lode è giusto che sia anche apportatore di felicità, mezzo di totale realizzazione delle capacità delluomo e del tutto desiderabile

Maybe you might be interested

Cicerone, Paradoxa Stoicorum: 06; 42-52

Latino: dall'autore Cicerone, opera Paradoxa Stoicorum parte 06; 42-52

Cicerone, Paradoxa Stoicorum: 04; 27;32

Latino: dall'autore Cicerone, opera Paradoxa Stoicorum parte 04; 27;32

Cicerone, Paradoxa Stoicorum: Proemio; 01 - 05

Latino: dall'autore Cicerone, opera Paradoxa Stoicorum parte Proemio; 01 - 05

Cicerone, Paradoxa Stoicorum: 03; 20-26

Latino: dall'autore Cicerone, opera Paradoxa Stoicorum parte 03; 20-26

Tags: #cicero