Il viso è incorniciato da corti capelli brizzolati e da una barba diffusa, che dissimula un accenno di doppio mento; la fronte alta e stempiata, le palpebre indolenti, la bocca piccola appena socchiusa, il naso nobile sottile gli conferiscono distinzione.
La sua posizione non è statica, perché la gamba destra, un po' discosta, sembra sul punto di muoversi: una posa scultorea. Una leggera torsione del tronco consente all'uomo di circondare con il braccio sinistro, in atteggiamento protettivo, le spalle del figlio maschio, sui 7-8 anni, mentre col braccio destro si protende per farsi afferrare la mano da lui, che gli sta fieramente ritto accanto, con lo spadino alla cintura, e alza la testa in cerca di approvazione.
In questo modo volta le spalle alla figlia, alla sua destra in una posa di precoce civetteria, come per conquistarsi uno spazio contendendolo all'erede maschio grazie alla sua sbocciante femminilità. Non bisogna farsi ingannare dagli occhi modestamente abbassati della ragazzina, all'incirca 12enne: con consapevole seduzione la sua mano destra alza la gonna, scoprendo l'orlo della sottoveste scarlatta, mentre la sinistra preme sul seno acerbo un mazzolino di fiori.
Il gruppo familiare è ambientato in uno spazio simbolico. Tre tronchi d'albero lo delimitano, di cui uno spezzato, con un virgulto anch'esso spezzato: un'allusione forse a un figlio morto, o solamente alla caducità delle vicende umane.
Sullo sfondo si apre, incorniciato dai panneggi di una tenda, un paesaggio azzurrato, in stile fiammingo, con boschi e picchi dominati da rocche turrite. Nella parte inferiore il grande quadro non è terminato, se non nel petulante cagnolino a destra, al piede del bambino. L'incompiutezza penalizza in parte l'abbigliamento, ma solo relativamente alle calzature, perché per il resto questo quadro rappresenta una tavola esemplare del costume aristocratico del Cinquecento.
Maybe you might be interested
autoritratto con Bernardino Campi - Sofonisba Anguissola
Ingegnoso e brillante, il dipinto è anche pioneristico nel suo modo di aggirare le convenzioni di genere: a un primo sguardo quel che vediamo è Campi (maestro di gioventù di Sofonisba) che girando ...
Il figlio sfoggia un esuberante completo di un bel rosso acceso, perfetta interpretazione, in miniatura, della nobiltà di spada. Il farsetto rigido e attillato come una corazza e soprattutto i calzoni corti, derivati direttamente dalle tenute dei soldati, suggeriscono l'equivalenza tra mascolinità e virtù bellica.
i calzoni erano corredati dalla "braghetta", una conchiglia rigida di forma fallica che copriva l'apertura tra le due calze attaccate al farsetto, sporgendo esplicitamente tra le falde in un brutale richiamo sessuale, da soldataccio.
Come il fratellino, anche la bambina indossa il suo abito più elegante, di cui sono visibili tre elementi sovrapposti. La veste azzurra, in tessuto damascato, ha un corpetto ricamato aperto sul davanti, da cui spunta il colletto bianco della camicia, orlato di pizzo; dalle corte maniche a sbuffo del corpetto escono le maniche rosse, lunghe e strette, della sottoveste, l'indumento che si portava tra la camicia e la veste, di cui si vede anche il lembo inferiore perché la bambina solleva la gonna. I capelli sono pettinati all'indietro, soffici, con la scriminatura in mezzo, e una treccia punteggiata di fiorellini circonda la testa.
CURIOSITA': Palermo, 12 luglio 1624
Anton Van Dyck, Giovane ma emergente talento della pittura fiamminga, arrivato a Palermo su invito del Vicerè, chiede udienza a una pittrice ultranovantenne dalla fama leggendaria, Sofonisba Anguissola.
Dopo l'incontro, guarda il ritrattino che ha schizzato davanti a lei, e annota sul foglio, in italiano:
avendo ancora la memoria ed il cervello prontissimo (...) mi diede preziosi avvertimenti (...) come ancora raccontò una parte della sua vita
Anton Van Dyck
riferito a Sofonisba Anguissola