La dea Era era l'unica figura femminile temuta da Zeus, l'unica creatura su cui lui non riesce ad esercitare il potere seduttivo che gli permette di accoppiarsi con un numero infinito di ragazze, impotenti di fronte ai suoi inganni. Basta un capriccio per scatenare l'ira delle dee sul genere umano: in fondo, la guerra di Troia, l'evento più significativo dell'epos greco, nasce dalla scaramuccia provocata da una rivalità tra divinità femminili. Era si scaglia contro i troiani perché Paride, figlio di Priamo, re di Troia, non ha assegnato a lei il primato di dea più bella dell'Olimpo. Il rapimento di Elena è soltanto una conseguenza dell'affronto che Era ha subito, il casus belli generato da una inaccettabile umiliazione.
Forse il racconto che più di tutti fuga qualsiasi dubbio sul fatto che l'astio degli ellenici contro le donne derivi da una atavico complesso di inferiorità nei confronti delle loro donne è quello che coinvolge Tiresia, indovino tebano secondo una versione del mito, mentre si trova a passeggiare nel bosco, l'uomo scorge due serpenti in atto di accoppiarsi. Disturbato dalla loro vista, uccide la femmina, senza accorgersi che il maschio in realtà è una delle tante fogge assunte da Zeus per unirsi a un essere vivente. Adirato, il Dio lo punisce, trasformandolo in donna.
Tiresia vivrà ben 7 anni in un corpo femminile, finché non assisterà di nuovo all'amplesso di due serpenti, ucciderà questa volta il maschio e riprenderà il suo sesso originale. Nella mitologia, accanto ad Ermafrodito, Tiresia è l'unico essere ad aver cognizione della natura di entrambi i generi per averli sperimentati. Per questo motivo Zeus ed Era, non riuscendo a mettersi d'accordo su chi provi più piacere nell'atto sessuale, se L'uomo la donna, decidono di chiamare Tiresia per dirimere la questione. L'uomo risponde senza esitazione: se dividiamo il piacere in 10 parti, nove sono della donna e una sola dell'uomo.
Dunque, gli uomini greci sono convinti che le donne detengono anche il primato del piacere sessuale, terreno su cui si esercita gran parte della loro supremazia, ed escogitano pertanto ogni maniera per limitarle, chiuderle in casa e controllare la loro sfera d'azione: in una parola, dominarle.