Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57, pag 5

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 06, Par 31 - 57
Nihil prius aut magis a comitibus exegerat quam ne potestas cuiquam capitis sui fieret, sed ut quoquo modo totus cremaretur

Permisit hoc Icelus, Galbae libertus, non multo ante vinculis exsolutus, in quae primo tumultu coniectus fverat

L Funeratus est impensa ducentorum milium, stragulis albis auro intextis, quibus usus Kal Ian fverat

Reliquias Egloge et Alexandria nutrices cum Acte concubina gentili Domitiorum monirnento condiderunt quod prospicitur e campo Martio impositum colli Hortulorum

In eo monimento solium porphyretici marmoris, superstante Lunensi ara, circumsaeptum est lapide Thasio
La prima e principale richiesta che aveva preteso dai suoi compagni era che nessuno potesse disporre della sua testa, ma che fosse bruciato intero a qualunque costo

Il permesso fu accordato da Icelo, liberto di Galba, da poco uscito dalla prigione in cui era stato gettato all'inizio della rivolta

50 Per i suoi funerali, che costarono duecentomila sesterzi, lo si avvolse nelle coperte bianche, intessute d'oro, di cui si era servito alle calende di gennaio

I suoi resti furono tumulati dalle sue nutrici Egloge e Alessandria, aiutate dalla sua concubina Acte, nella tomba di famiglia dei Domizi, che si scorge dal Campo di Marte sulla collina dei Giardini

Nella sua tomba fu collocato un sarcolago di porfido sormontato da un altare di marmo di Luni e circondato da una balaustra di pietra di Taso
LI Statura fuit prope iusta, corpore maculoso et fetido, subflavo capillo, vultu pulchro magis quam venusto, oculis caesis et hebetioribus, cervice obesa, ventre proiecto, gracillmis cruribus, valitudine prospera; nam qui luxuriae immoderatissimae esset, ter omnino per quattuordecim annos languit, atque ita ut neque vino neque consuetudine reliqua abstineret; circa cultum habitumque adeo pudendus, ut comam semper in gradus formatam peregrinatione Achaica etiam pone verticem summiserit ac plerumque synthesinam indutus ligato circum collum sudario in publicum sine cinctu et discalciatus

LII Liberalis disciplinas omnnis fere pver attigit Sed a plilosophia eum mater avertit monens imperaturo contrariam esse; a cognitione veterum oratorum Seneca praeceptor, quo diutius in admiratione sui detineret
51 La sua statura si avvicinava alla media; il suo corpo era coperto di macchie e mandava cattivo odore, i capelli tendevano al biondo, di volto era più bello che distinto; gli occhi erano incavati e deboli alquanto, il collo grosso, il suo ventre prominente, le sue gambe molto gracili, la salute eccellente; infatti, nonostante i suoi eccessi sfrenati, in quattordici anni di principato si ammalò soltanto tre volte e per di più senza essere obbligato a rinunciare al vino e alle sue altre abitudini; nel portamento e nel modo di vestire mancava talmente di eleganza che si arrangiava sempre i capelli in trecce, arrivando perfino, durante il suo viaggio in Acaia, a lasciarli cadere sulla nuca, e spesso apparve in pubblico in vestaglia, con un fazzoletto attorno al collo, senza cintura e a piedi nudi

52 Fin dall'infanzia, si applicò a quasi tutti gli studi liberali; la madre però lo tenne lontano dalla filosofia, ricordandogli che non era adatta per un imperatore Il suo precettore Seneca, invece, non gli fece conoscere gli antichi oratori, perché più a lungo ammirasse la sua oratoria
Itaque ad poeticam pronus carmina libenter ac sine labore composuit nec, ut quidam putant, aliena pro suis edidit

Venere in manus meas pugillares libellique cum duibusdam notissimis versibus ipsius chirographo scriptis, ut facile appareret non tralatos aut dictante aliquo exceptos, sed plane quasi a cogitante atque generante exaratos; ita multa et deleta et inducta et superscripta inerant

Habuit et pingendi fingendique non mediocre studium

LIII Maxime autem popularitate efferebatur, omnium aemulus, qui quoquo modo animum vulgi moverent
Pertanto, incline alla poesia, compose versi per diletto e senza fatica e non pubblicò mai, come pensano alcuni, qvelli degli altri spacciandoli per suoi

Mi sono capitati tra mano taccuini e libretti che contengono alcuni suoi versi assai noti, scritti di sua mano ed è facile vedere che non sono stati né copiati né scritti sotto dettatura, ma sicuramente composti da un uomo che medita e crea, perché vi sono molte cancellature, aggiunte e correzioni

Ebbe anche una viva passione per la pittura e per la scultura

53 Ma aveva soprattutto la passione per la popolarità e pretendeva di rivaleggiare con tutti coloro che, per un motivo qualsiasi, godevano del favore della folla

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Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 02, Par 71 - 101

Exiit opinio post scaenicas coronas proximo lustro descensurum eum ad Olympia inter athletas; nam et luctabatur assidue nec aliter certamina gymnica tota Graecia spectaverat quam brabeutarum more in stadio humi assidens ac, si qua paria longius recessissent, in medium rnanibus suis protrahens

Destinaverat etiam, quia Apollinern cantu, Solem aurigando aequiperare existimaretur, imitari et Herculis facta; praeparatumque leonem aiunt, quem vel clava vel brachiorum nexibus in amphitheatri harena spectante populo nudus elideret

LIV Sub exitu qvidem vitae palam voverat, si sibi incolumis status permansisset, proditurum se partae victoriae ludis etiam hydraulam et choraulam et utricularium ac novissimo die histrionem saltaturumque Vergili Turnum
Dopo i suoi successi in teatro si sparse la voce che, al prossimo lustro, sarebbe disceso nell'arena, in mezzo agli atleti durante i giochi olimpici; in realtà si esercitava regolarmente nella lotta e in tutta la Grecia non aveva mai assistito ai concorsi ginnici senza starsene seduto a terra nello stadio, alla maniera degli arbitri, riportando qualche volta con le sue stesse mani in mezzo al campo le coppie che si erano spostate un po' troppo

Quando si accorse che lo mettevano alla pari con Apollo nel canto e del Sole nella guida dei carri, aveva perfino deciso di imitare le fatiche di Ercole; dicono che aveva fatto preparare un leone che egli, presentandosi tutto nudo nell'arena dell'anfiteatro, avrebbe dovuto uccidere o a colpi di clava o a forza di braccia

54 Verso la fine della sua vita aveva fatto voto pubblicamente, se nulla fosse mutato nella sua fortuna, di prendere parte ai giochi che sarebbero stati celebrati in onore della sua vittoria, anche come suonatore di organo idraulico, come flautista e come suonatore di cornamusa e infine, all'ultimo giorno come attore che interpretava il ruolo del Turno virgiliano
Et sunt qui tradant Paridem histrionem occisum ab eo quasi gravem adversarium

LV Erat illi aeternitatis perpetuaeque famae cupido, sed inconsulta Ideoque multis rebus ac locis vetere appellatione detracta novam indixit ex suo nomine, mensem quoque Aprilem Neroneum appellavit; destinaverat et Romam Neropolim nuncupare

LVI Religionum usque quaque contemptor, praeter unius Deae Syriae, hanc mox ita sprevit, t urina contaminaret, alia superstitione captus inqua sola pertinacissime haesit, siqvidem imagunculam pvellarem, cum quasi remedium insidiarum a pebeio quodam et ignoto muneri accepisset, detecta confestim coniuratione pro summo numine trinisque in die sacrificiis colere perseveravit volebatque credi monitione cius futura praenoscere
Alcuni riferiscono che fece uccidere l'attore Paride perché lo considerava un rivale temibile

55 Desiderava eternare, perpetuare la sua memoria, ma era un'ambizione irragionevole; per questo tolse a molte cose e a molti luoghi il loro antico nome e ne diede altri, derivati dal suo; chiamò Neroniano il mese di aprile e aveva persino progettato di dare a Roma il nome di Neropoli

56 Disprezzava tutte le forme di religione e venerò soltanto una dea siriana, ma in seguito le mancò di rispetto a tal punto che le urinò addosso, quando si abbandonò ad un'altra superstizione, cui rimase tenacemente attaccato: un uomo del popolo, a lui completamente sconosciuto, gli aveva fatto dono di una statuetta che rappresentava una giovane donna, la quale doveva preservarlo dai complotti; poiché una congiura era stata scoperta subito dopo, la venerò fino alla fine come una divinità potentissima, offrendogli ogni giorno tre sacrifici e voleva far credere che essa gli svelasse il futuro

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Ante paucos quam periret menses attendit et extispicio nec umquam litavit

LVII Obiit tricensimo et secundo aetatis anno, die quo quondam Octaviam interemerat, tantumque gaudium publice praebuit, ut plebs pilleata tota urbe discurreret

Et tamen nori defverunt qui per longum tempus vernis aestivisque floribus tumulum eius ornarent ac modo imagines praetextatas in rostris proferrent, modo edicta quasi viventis et brevi magno inimicorun malo reversuri

Quin etiam Vologaesus Parthorum rex missis ad senatum legatis de instauranda societate hoc etiam magno opere oravit, ut Neronis memoria coleretur

Denique cum post viginti annos adulescente me exstitisset condicionis incertae qui se Neronem esse iactaret, tam favorabile nomen eius apud Parthos fuit, ut vehementer adiutus et vix redditus sit

Alcuni mesi prima di morire consultò anche i visceri delle vittime, ma non ebbe mai presagi favorevoli

57 Morì nel suo trentaduesimo anno d'età il giorno stesso in cui, un tempo, aveva fatto morire Ottavia e la pubblica esultanza fu così grande che i plebei corsero per tutta la città con berretti di feltro sulla testa

Tuttavia non mancarono qvelli che, per parecchi anni adornarono di fiori la tua tomba, in primavera e in estate, e che esposero sui rostri ora le immagini di lui vestito di pretesta, ora gli editti con i quali annunciava, come se fosse vivo, il suo prossimo ritorno per la rovina dei suoi nemici

Per di più Vologeso, re dei Parti, che aveva inviato ambasciatori al Senato per rinnovare il suo trattato di alleanza, fece chiedere anche, insistentemente, che si rendesse un culto alla memoria di Nerone

Infine vent'anni dopo la sua morte, durante la mia adolescenza, apparve un personaggio, di condizione indefinita, che pretendeva di essere Nerone e questo nome gli valse tanto favore presso i Parti che essi lo sostennero energicamente e solo a fatica ce lo consegnarono

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