Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57, pag 4

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 06, Par 31 - 57
Quare omnium in se odio incitato nihil contumeliarum defuit quin subiret

Statuae eius a vertice cirrus appositus est cum inscriptione Graeca; nunc demum agona esse, et traderet tandem

Altrius collo aszkosz praeligatus simulque titulus: 'Ego egi quod potui

Sed tu cullum meruisti

' Ascriptum et columnis, etiam Gallos eum cantando excitasse

Iam noctibus iurga cum servis plerique simulantes crebro Vindicem poscebant

XLVI Terrebatur ad hoc evidentibus portentibus somniorum et auspiciorum et omnium, cum veteribus tum novis
Così, sollevatosi contro di lui il rancore generale, non vi fu insulto che non dovette subire

Dietro la testa di una sua statua si attaccò una frangia con la scritta, in greco, 'che adesso era il momento della lotta e che finalmente lo si sarebbe deposto'

Al collo di un'altra si appese un sacco con queste parole: 'Che avrei potuto fare di più io

Ma tu ti sei meritato il sacco

Sulle colonne si scrisse anche che 'con i suoi canti aveva eccitato perfino i Galli'

Infine, durante la notte, si sentiva la voce di molti che, fingendo di rimproverare gli schiavi, invocavano con insistenza un 'Vindice'

46 Inoltre Nerone era spaventato dai precisi avvertimenti che gli venivano dai sogni, dagli auspici e dai presagi, non solamente di antica data, ma anche recenti
Numquam antea somniare solitus occisa demum matre vidit per quietem navem sibi regenti extortum gubernaculum trahique se ab Octavia uxore in artissimas tenebras et modo pinnatarum formicarum multitudine oppleri, modo a simulacris gentium ad Pompei theatrum dedicatarum circumiri acerique progressu; asturconem, quo maxime laetabatur, posteriore corporis parte in simiae speciem transfiguratum ac tantum capite integro hinnitus edere canoros

De Mausoleo, sponte foribus patefactis, exaudia vox est nomine eum cientis

Kal Ian exornati Lares in ipso sacrificii appraratu conciderunt; auspicanti Sporus anulum muneri optulit, cuius gemmae scalptura erat Proserpinae raptus; votorum nuncupatione, magna iam ordinum frequentia, vix repertae Capitolii claves
In passato non aveva mai sognato, ma dopo aver fatto uccidere sua madre, vide in sogno che gli si strappava il timone di una nave che stava governando, che veniva trascinato dalla sua sposa Ottavia nelle tenebre più dense e che ora veniva coperto da un nugolo di formiche alate, ora che le statue delle genti, inaugurate presso il teatro di Pompeo lo circondavano e gli sbarravano il passo; infine che il suo cavallo d'Asturia, cui era particolarmente attaccato, gli appariva con la parte posteriore del corpo trasformata in scimmia, mentre solo la testa era intatta ed emetteva sonori nitriti

Dal Mausoleo le cui porte si aprirono da sole, si udì una voce che lo chiamava per nome

Il giorno delle calende di gennaio, gli dei Lari, ornati di fiori, si rovesciarono in mezzo all'apparato del sacrificio; mentre prendeva gli auspici, Sporo gli offrì un anello sulla cui pietra era effigiato il ratto di Proserpina Al momento delle preghiere per l'imperatore, quando già i cittadini dei vari ordini erano radunati in folla, a fatica si trovarono le chiavi del Campidoglio
Cum ex oratione eius, qua in Vindicem perorabat, recitaretur in senatu daturos poenas sceleratos ac brevi dignum exitum facturos, conclamatum est ab universis :'Tu facies, Auguste

' Observatum etiam fverat novissimam fabulam cantasse eum publice Oedipodem exsulem atque in hoc desisse versu:Thanein m' anwge syggamos mhthr, pathr
Quando lesse in Senato il passo del suo discorso contro Vindice, in cui diceva che i criminali sarebbero stati puniti e ben presto avrebbero fatto una fine degna di loro, tutti quanti gridarono insieme: 'Sarai tu a farla, Augusto

Si osservò anche che quando cantò per l'ultima volta in pubblico, interpretò l'Edipo in esilio e terminò con queste parole:'Mia moglie, mia madre, mio padre mi ordinano di morire

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Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 02, Par 71 - 101

XLVII Nuntiata interim etiam ceterorum exercituum defectione litteras prandendi sibi redditas concerpserit, mensam subvertit, duos scyphos gratissimi usus, quos Homericos a caelatura carminum Homeri vocabat, solo inlisit ac sumpto a Lucusta veneno et in auream pyxidem condito transiit in hortos Servilianos, ubi praemissis libertorum fidissimis Ostiam ad classem praeparandam tribunos centurionesque praetorii de fugae societate temptavit Sed partim tergiversantibus, partim aperte detrectantibus, uno vero etiam proclamante: 'Usque adeone mori miserum est 47 Nel frattempo gli fu consegnata, mentre pranzava, una lettera che gli comunicava anche la rivolta di tutte le altre armate; egli la lacerò, rovesciò la tavola, scaraventò in terra due coppe di cui si serviva volentieri e che chiamava 'omeriche' perché vi erano cesellate alcune scene di Omero, poi si fece dare da Locusta un veleno che richiuse in una cassetta d'oro e si trasferì nei giardini di Servilio Qui diede ordine ai più devoti dei suoi liberti di recarsi a Ostia per preparare una flotta, poi chiese ai tribuni e ai centurioni del pretorio se erano disposti ad accompagnarlo nella sua fuga, ma alcuni tergiversarono, altri rifiutarono categoricamente e uno arrivò perfino a gridargli: ' una così grande disgrazia morire
' varie agitavit, Parthosne an Galbam supplex peteret, an atratus prodiret in publicum proque rostris quanta maxima posset miseratione veniam praeteritorum precaretur, ac ni flexisset animos, vel Aegypti praefecturam concedi sibi oraret

Inventus est postea in scrinio eius hac de re sermo formatus; sed deterritum putant, ne prius quam in Forum perveniret discerperetur

Sic cogitatione in posterum diem dilata ad mediam fere noctem excitatus, ut comperit stationem militum recessisse, prosiluit e lecto misitque circum amicos, et quia nihil a quoquam renuntiabatur, ipse cum paucis hospitia singulorum adiit
' Allora, considerando varie soluzioni, pensò di portarsi in atteggiamento supplice, presso i Parti o presso Galba o di presentarsi in pubblico vestito di nero, per implorare dall'alto dei rostri, nella forma più supplicante possibile, il perdono del passato, e per pregare, qualora non fosse riuscito a toccare i cuori, che gli fosse accordata almeno la prefettura dell'Egitto

Si trovò più tardi nel suo archivio una allocuzione redatta in questo senso, ma si crede che abbia abbandonato l'idea per il timore di essere fatto a pezzi prima ancora di arrivare in foro

Rimandò così ogni decisione al giorno dopo, ma, risvegliato verso la mezzanotte e saputo che i posti di guardia si erano ritirati, saltò dal letto e mandò a cercare gli amici, e in seguito, poiché non aveva risposta da nessuno, di persona, con pochi compagni, andò a chiedere ospitalità a ciascuno di loro

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Verum clausis omnium foribus, respondente nullo, in cubiculum rediit, unde iam et custodes diffugerant, direptis etiam stragulis, amota et pyxide veneni; ac statim Spiculum murmillonem vel quemlibet alium percussorem, cuius manu periret, requisiit et nemine reperto 'Ergo ego' inquit 'nec amicum habeo, nec inimicum' procurritque, quasi praecipitaturus se in Tiberim

XLVIII Sed revocato rursus impetu aliquid secretioribus latebrae ad colligendum animum desideravit, et offerente Phaonte liberto suburbanum suum inter Salariam et Nomentanam viam circa quartum miliarum, ut erat nudo pede atque tunicatus, paenulam obsoleti coloris superinduit adopertoque capite et ante faciem optento sudario equum inscendit, quattuor solis comitantibus, inter quos et Sporus erat
Trovando tutte le porte chiuse e non ottenendo nessuna risposta, ritornò in camera sua, da dove le guardie, a loro volta, se ne erano già fuggite, portandosi via le sue coperte e perfino la cassetta del veleno; allora mandò a cercare subito il mirmillone Spiculo o chiunque altro fosse disposto a ucciderlo, ma poiché non era stato trovato nessuno, disse: 'Dunque, non ho più né un amico, né un nemico' e si mise a correre come se volesse gettarsi nel Tevere

48 Ma, frenato nuovamente l'impulso, cominciò a desiderare un rifugio appartato, per raccogliere le forze Il suo liberto Faone gli propose allora la sua casa di periferia, situata tra la via Salaria e la via Nomentana, a quattro miglia circa da Roma Restando com'era, a piedi nudi e in tunica si gettò addosso un piccolo mantello di colore stinto, si coprì la testa, stese un fazzoletto davanti alla faccia e montò a cavallo, accompagnato soltanto da quattro persone, tra le quali vi era anche Sporo
Statimque tremore terrae et fulgure adverso pavefactus audiit e proximis castris clamorem militum et sibi adversa et Galbae prospera ominantium, etiam ex obviis viatoribus quendam dicentem: 'Hi Neronem persequuntur', alium sciscitantem: 'Ecquid in urbe novi de nerone

' Equo autem ex odore abiecti in via cadaveris consernato detecta facie agnitus est a quodam missicio praetoriano et salutatus

Ut ad deverticulum ventum est, dimissis equis inter fruticeta ac vepres per harundineti semitam aegre nec nisi strata sub pedibus veste ad aversum villae parietem evasit
Nello stesso istante, spaventato da un tremito della terra e da un lampo che saettò davanti a lui, udì provenire dagli accampamenti vicini le grida dei soldati che formulavano imprecazioni contro di lui e acclamazioni a favore di Galba Uno dei passanti che incontrarono disse perfino: 'Ecco gente che insegue Nerone' e un altro domandò loro: 'Vi è qualche novità a Roma, a proposito di Nerone

' Quando il suo cavallo ebbe un'impennata per l'odore di un cadavere abbandonato sulla strada, gli si scoprì il volto e fu riconosciuto da un pretoriano in congedo che lo salutò

Come giunsero ad una strada laterale, lasciarono i cavalli, e passando in mezzo a macchie e cespugli per un sentiero bordato di canne, Nerone arrivò a fatica, non senza che vestiti fossero stesi sotto i suoi piedi, al muro posteriore della casa

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Ibi hortante eodem Phaotne, ut interim in specum egestae harenae concederet, negavit se vivum sub terram iturum, ac parumper commoratus, dum clandestinus ad villam introitus pararetur, aquam ex subiecta lacuna poturus manu hausit et 'Haec est' inquit, 'Neronis decocta

' Dein divolsa sentibus paenula traiectos surculos rasit, atque ita quadripes per angustias effossae cavernae receptus in proximam cellam decubuit super lectum modica culcita, vetere pallio strato, instructum; fameque et iterum siti interpellante panem qvidem sordidum oblatum aspernatus est, aquae autem tepidae aliquantum bibit
Qui, poiché Faone lo esortava a riposarsi un momento su un mucchio di sabbia, disse che non voleva essere interrato vivo e, fatta una breve sosta, intanto che gli si preparava un ingresso clandestino nella casa, per dissetarsi attinse con la mano un po' d'acqua da una pozzanghera che stava ai suoi piedi, esclamando: 'Ecco il ristoro di Nerone

Poi, facendosi strappare il mantello dai rovi si aprì un passaggio fra i cespugli e penetrò, trascinandosi sulle mani attraverso il cunicolo di una grotta che era stata scavata, nella stanza più vicina, dove si distese su un letto dotato di un modesto materasso e ricoperto da un vecchio mantello; tormentato dalla fame e nuovamente dalla sete, disdegnò il pane nero che gli si offriva, ma bevve un bel po' di acqua tiepida
XLIX Tunc uno quoque hinc inde instante ut quam primum se impendentibus contumeliis eriperet, scrobem coram fieri imperavit dimensus ad corporis sui modulum, componique simul, si qua invenirentur, frustra marmoris et aquam simul ac ligna conferri curando mox cadaveri, flens ad singula atque identidem dictitans: 'Qualis artifex pereo

Inter moras perlatos a cursore Phaonti codicillos praeripuit legitque se hostem a senatu iudicatum et quaeri, ut puniatur more maiorum, interrogavitque, quale id genus esset poenae; et cum comperisset nudi hominis cervicem inseri furcae, corpus virgis ad necem caedi, conterritus duos pugiones, quos secum extulerat, arripuit temptataque utriusque acie rursus condidit, causatus nondum adesse fatalem horam
49 Poi, dal momento che ognuno dei suoi compagni, a turno, lo invitava a sottrarsi senza indugio agli oltraggi che lo attendevano, ordinò di scavare davanti a lui una fossa della misura del suo corpo, di disporvi attorno qualche pezzo di marmo, se lo si trovava, e di portare un po' d'acqua e un po' di legna per rendere in seguito gli ultimi onori al suo cadavere A ognuno di questi preparativi piangeva e ripeteva continuamente: 'Quale artista muore con me

' Mentre si attardava in questo modo, un corriere portò un biglietto a Faone: Nerone, strappandoglielo di mano, lesse che il Senato lo aveva dichiarato nemico pubblico e che lo faceva cercare per punirlo secondo l'uso antico; chiese allora quale fosse questo tipo di supplizio e quando seppe che il condannato veniva spogliato, che si infilava la sua testa in una forca e che lo si bastonava fino alla morte, inorridito, afferrò i due pugnali che aveva portato con sé, ne saggiò le punte, poi li rimise nel loro fodero, protestando che a l'ora segnata dal destino non era ancora venuta'

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Ac modo Sporum hortabatur, ut lamentari ac plangere inciperet, modo orabat, ut se aliquis ad mortem capessendam exemplo iuvaret; interdum segnitiem suam his verbis increpabat: 'Vivo deformiter, turpiter - ou prepei Nerwni, ou prepei - nhfein dei en tois toioutois - age egeire seauton'

Iamque equites appropinquabant, quibus praeceptum erat, ut vivum eum adtraherent

Quod ut sensit, trepidanter effatus: 'Ippwn m' wkupodwn amfi ktupos ouata ballei' ferrum iugulo adegit iuvante Epaphrodito a libellis

Semianimisque adhuc irrumpenti centurioni et paenula ad vulnus adposita in auxilium se venisse simulanti non aliud respondit quam 'Sero' et 'Haec est fides'

atque in ea voce defecit, exstantibus rigentibusque oculis usque ad horrorem formidinemque visentium
Intanto ora invitava Sporo a cominciare i lamenti e i pianti, ora supplicava che qualcuno lo incoraggiasse a darsi la morte con il suo esempio; qualche volta rimproverava la propria neghittosità con queste parole: 'la mia vita è ignobile, disonorante -Non è degna di Nerone, non è proprio degna -Bisogna aver coraggio, in questi frangenti-Su, svegliati

Ormai si stavano avvicinando i cavalieri ai quali era stato raccomandato di ricondurlo vivo

Quando li sentì, esclamò tremando:'Il galoppo dei cavalli dai piedi rapidi ferisce i miei orecchiPoi si affondò la spada nella gola con l'aiuto di Epafrodito, suo segretario

Respirava ancora quando un centurione arrivò precipitosamente e, fingendo di essere venuto in suo aiuto, applicò il suo mantello alla ferita; Nerone gli disse soltanto: ' troppo tardi' e aggiunse: 'Questa sì è fedeltà

Con queste parole spirò e i suoi occhi, sporgendo dalla testa, assunsero una tale fissità che ispirarono orrore e spavento in coloro che li vedevano

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