Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 05, Par 01 - 30, pag 5

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 05, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 05, Par 01 - 30
Triumphalia ornamenta Silano, filiae suae sponso, nondum puberi dedit, maioribus vero natu tam multis tamque facile, ut epistula communi legionum nomine extiterit petentium, ut legatis consularibus simul cum exercitu et triumphalia darentur, ne causam belli quoquo modo quaererent

Aulo Plautio etiam ouationem decreuit ingressoque urbem obviam progressus et in Capitolium eunti et inde rursus revertenti latus texit

Gabinio Secundo Cauchis gente Germanica superatis cognomen Cauchius usurpare concessit

[25] Equestris militias ita ordinavit, ut post cohortem alam, post alam tribunatum legionis daret; stipendiaque instituit et imaginariae militiae genus, quod vocatur 'supra numerum,' quo absentes et titulo tenus fungerentur
Accordò le insegne del trionfo a Silano, il fidanzato di sua figlia, che non era ancora adulto, e le diede con tanta abbondanza e facilità anche a persone più attempate che, in una lettera rimastaci risulta che le legioni, in nome collettivo, lo pregavano di accordarle ai luogotenenti consolari, quando assumevano il comando dell'esercito, perché non cercassero ad ogni costo un pretesto di gverra

Ad Aulo Plazio decretò anche l'onore dell'ovazione, gli andò incontro quando fece il suo ingresso a Roma e stette alla sua sinistra sia mentre saliva al Campidoglio, sia quando ne discendeva

Poiché Gabinio Secondo aveva vinto la popolazione germanica dei Cauci, gli permise di prendere il soprannome di Caucio

25 La carriera militare dei cavalieri fu regolata in modo che dopo il comando di una coorte fosse concesso qvello di un'ala della cavalleria, quindi il tribunato della legione; istituì anche un tipo di campagne e di servizi militari fittizi, chiamati 'in soprannumero', puramente formali che non esigevano la presenza sotto le armi
Milites domus senatorias salutandi causa ingredi etiam patrum decreto prohibuit

Libertinos, qui se pro equitibus R agerent, publicavit, ingratos et de quibus patroni qvererentur revocavit in seruitutem advocatisque eorum negavit se adversus libertos ipsorum ius dicturum

Cum quidam aegra et adfecta mancipia in insulam Aesculapi taedio medendi exponerent, omnes qui exponerentur liberos esse sanxit, nec redire in dicionem domini, si conualuissent; quod si quis necare quem mallet quam exponere, caedis crimine teneri

Viatores ne per Italiae oppida nisi aut pedibus aut sella aut lectica transirent, monuit edicto

Puteolis et Ostiae singulas cohortes ad arcendos incendiorum casus collocavit

Peregrinae condicionis homines vetuit usurpare Romana nomina dum taxat gentilicia
Vietò ai soldati, con un apposito decreto del Senato, di entrare nelle case dei senatori per salutarli

Fece vendere i liberti che si spacciavano per cavalieri romani, ridusse allo stato di schiavitù coloro dei quali i padroni si lamentavano perché ingrati e avvertì gli avvocati che non avrebbe reso loro giustizia contro i loro stessi liberti

Poiché alcuni, per non dover più curare i loro schiavi malati e sfiniti, li esponevano sull'isola di Esculapio, decretò che tutti gli schiavi lì esposti diventassero liberi e che, in caso di guarigione, non ricadessero più sotto l'autorità dei loro padroni, ma che si punisse con la morte chiunque preferisse ucciderli, invece di esporli

Con un editto vietò ai viaggiatori di attraversare le città d'Italia se non a piedi, o su una sedia portatile o in lettiga

Collocò una coorte a Pozzuoli e una a Ostia per prevenire gli incendi

Le persone di nazionalità straniera furono diffidate dal prendere nomi romani, tanto meno nomi gentilizi
Civitatem R usurpantes in campo Esquilino securi percussit

provincias Achaiam et Macedoniam, quas Tiberius ad curam suam transtulerat, senatui reddidit

Lyciis ob exitiabiles inter se discordias libertatem ademit, Rhodiis ob paenitentiam veterum delictorum reddidit

Iliensibus quasi Romanae gentis auctoribus tributa in perpetuum remisit recitata vetere epistula Graeca senatus populique R Seleuco regi amicitiam et societatem ita demum pollicentis, si consanguineos suos Ilienses ab omni onere immunes praestitisset

Iudaeos impulsore Chresto assidue tumultuantis Roma expulit
Quanto a coloro che usurpavano il diritto di cittadinanza romana, li fece decapitare nel campo Esquilino

Restituì al Senato le province di Acaia e di Macedonia che Tiberio aveva fatto passare sotto la sua amministrazione

Tolse la libertà ai Lici, dilaniati da lotte intestine e la restituì agli abitanti di Rodi, che mostravano di pentirsi delle loro colpe passate

Ai Troiani, quasi fossero i capostipiti della razza romana, condonò per sempre i tributi, dopo aver dato lettura di una vecchia lettera, scritta in greco, nella quale il Senato e il popolo romano promettevano al re Seleuco la loro amicizia e la loro alleanza ma solo a condizione che esentasse da ogni imposta i Troiani, loro parenti

Poiché i Giudei si sollevavano continuamente su istigazione di un certo Cresto, li scacciò da Roma

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 01 - 30
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 06, Par 01 - 30

Germanorum legatis in orchestra sedere permisit, simplicitate eorum et fiducia commotus, quod in popularia deducti, cum animadvertissent Parthos et Armenios sedentis in senatu, ad eadem loca sponte transierant, nihilo deteriorem virtutem aut condicionem suam praedicantes

Druidarum religionem apud Gallos dirae immanitatis et tantum civibus sub Augusto interdictam penitus abolevit; contra sacra Eleusinia etiam transferre ex Attica Romam conatus est, templumque in Sicilia Veneris Erycinae vetustate conlapsum ut ex aerario pop R reficeretur, auctor fuit

Cum regibus foedus in foro icit porca caesa ac vetere fetialium praefatione adhibita
Concesse agli ambasciatori germanici di sedere nell'orchestra, perché era stato colpito dalla condotta semplice e fiera di questi barbari che, elevati al rango di popolo, quando vennero a sapere che Parti ed Armeni si trovavano nel Senato, spontaneamente erano andati a collocarsi vicino a loro, dichiarando che non erano inferiori a nessuno né per valore né per nobiltà

Soppresse completamente in Gallia l'inumana e feroce religione dei Druidi, che, ai tempi di Augusto, era stata interdetta ai soli cittadini romani Al contrario volle trapiantare anche a Roma, dall'attica, i misteri di Eleusi e chiese che si facesse ricostrvire a spese dello Stato il tempio siciliano di Venere Ericina, diroccato dal tempo

Concluse un trattato con alcuni re nel foro, dopo aver immolato una scrofa e fatto recitare l'antica formula dei feziali
Sed et haec et cetera totumque adeo ex parte magna principatum non tam suo quam uxorum libertorumque arbitrio administravit, talis ubique plerumque, qualem esse eum aut expediret illis aut liberet

[26] Sponsas admodum adulescens duas habuit: Aemiliam Lepidam Augusti proneptem, item Liviam Medullinam, cui et cognomen Camillae erat, e genere antiquo dictatoris Camilli

Priorem, quod parentes eius Augustum offenderant, virginem adhuc repudiavit, posteriorem ipso die, qui erat nuptiis destinatus, ex valitudine amisit

Uxores deinde duxit Plautiam Vrgulanillam triumphali et mox Aeliam Paetinam consulari patre

Cum utraque diuortium fecit, sed cum Paetina ex levibus offensis, cum Vrgulanilla ob libidinum probra et homicidii suspicionem
Ma per queste differenti misure, o altre simili, e per tutto quanto, egli seguì per lo più l'iniziativa delle sue mogli e dei suoi liberti, piuttosto che la sua, mostrandosi ordinariamente, in ogni circostanza, quale lo richiedeva il loro interesse o il loro capriccio

26 Nella sua prima giovinezza ebbe due fidanzate: Emilia Lepida, pronipote di Augusto, e Livia Medullina, soprannominata anche Camilla, discendente dell'antica stirpe del dittatore Camillo

Ripudiò la prima, ancora vergine, perché i suoi parenti avevano offeso Augusto e la seconda morì di malattia il giorno stesso in cui era stato fissato il loro matrimonio

Sposò in seguito, Plauzia Urgulanilla, il cui padre aveva ricevuto le insegne del trionfo, e più tardi si unì con Elia Petina, figlia di un ex console

Divorziò dall'una e dall'altra, ma mentre da Petina si separò per offese di poco conto, da Urgulanilla si divise perché si era disonorata con le sue dissolutezze e la si sospettava di omicidio

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08 , Parte 01
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08 , Parte 01

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 08 , Parte 01

Post has Valeriam Messalinam, Barbati Messalae consobrini sui filiam, in matrimonium accepit Quam cum comperisset super cetera flagitia atque dedecora C Silio etiam nupsisse dote inter auspices consignata, supplicio adfecit confirmavitque pro contione apud praetorianos, quatenus sibi matrimonia male cederent, permansurum se in caelibatu, ac nisi permansisset, non recusaturum confodi manibus ipsorum

Nec durare valuit quin de condicionibus continuo tractaret, etiam de Paetinae, quam olim exegerat, deque Lolliae Paulinae, quae C Caesari nupta fverat
Dopo queste due donne, sposò Valeria Messalina, figlia di suo cugino Barbato Messala; quando però venne a sapere, oltre a tutti gli altri eccessi scandalosi, che aveva sposato anche C Silio, fissando una dote davanti a testimoni, la fece mettere a morte e dichiarò davanti all'assemblea dei pretoriani che, 'fin quando i matrimoni gli riuscivano male, sarebbe rimasto celibe e se non fosse rimasto tale, concedeva la facoltà di ammazzarlo con le loro stesse mani'

Ciò nonostante non poté fare a meno di conservare continuamente rapporti anche con Petina, che una volta aveva rimandato, e con Lollia Paolina, che era andata sposa a Caio Cesare
Verum inlecebris Agrippinae, Germanici fratris sui filiae, per ius osculi et blanditiarum occasiones pellectus in amorem, subornavit proximo senatu qui censerent, cogendum se ad ducendum eam uxorem, quasi rei P maxime interesset, dandamque ceteris veniam talium coniugiorum, quae ad id tempus incesta habebantur

Ac vix uno interposito die confecit nuptias, non repertis qui seqverentur exemplum, excepto libertino quodam et altero primipilari, cuius nuptiarum officium et ipse cum Agrippina celebravit

[27] Liberos ex tribus uxoribus tulit: ex Vrgulanilla Drusum et Claudiam, ex Paetina Antoniam, ex Messalina Octaviam et quem primo Germanicum, mox Britannicum cognominavit
Ma le carezze di Agrippina, figlia di suo fratello Germanico, che aveva il diritto di abbracciarlo e mille occasioni per sedurlo, gli ispirarono sentimenti d'amore e ingannò i senatori che, alla prima seduta del Senato, proposero di costringerlo a sposarla, come se si trattasse dell'interesse supremo dello Stato, e di autorizzare tutti i cittadini a contrarre unioni simili, fino ad allora considerate incestuose

Dopo l'intervallo di un giorno appena, celebrò il matrimonio, ma non trovò nessuno che seguisse il suo esempio, ad eccezione di un liberto e di un primipilo, alle nozze del quale assistette di persona insieme con Agrippina

27 Dalle tre mogli precedenti ebbe alcuni figli: Druso e Claudia da Urgulanilla, Antonia da Petina, Ottavia e un altro che prima chiamò Germanico e poi Britannico, da Messalina

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 06, Par 31 - 57

Drusum prope iam puberem amisit piro per lusum in sublime iactato et hiatu oris excepto strangulatum, cum ei ante paucos dies filiam Seiani despondisset Quo magis miror fuisse qui traderent fraude a Seiano necatum

Claudiam ex liberto suo Botere conceptam, quamuis ante quintum mensem diuortii natam alique coeptam, exponi tamen ad matris ianuam et nudam iussit abici

Antoniam Cn Pompeio Magno, deinde Fausto Sullae, nobilissimis iuvenibus, Octaviam Neroni priuigno suo collocavit, Silano ante desponsam

Britannicum vicesimo imperii die inque secundo consulatu, natum sibi paruulum etiam tum, et militi pro contione manibus suis gestans et plebi per spectacula gremio aut ante se retinens assidue commendabat faustisque ominibus cum adclamantium turba prosequebatur
Druso morì ancora fanciullo a Pompei, soffocato da una pera che si divertiva a gettare in aria per prenderla con la bocca aperta: pochi giorni prima era stato fidanzato con la figlia di Seiano, il che accresce il mio stupore nel vedere che alcuni attribuiscono la sua morte ad un delitto di Seiano

Poiché Claudia era in realtà figlia del suo liberto Botero, quantunque fosse nata quattro mesi prima del suo divorzio ed egli avesse cominciato ad allevarla, la fece esporre e gettare completamente nuda davanti alla porta di sua madre

Sistemò Antonia con Cn Pompeo Magno, poi con Fausto Silla, giovane assai nobile, e Ottavia con il suo figliastro Nerone, dopo averla fidanzata con Silano

Quanto a Britannico, natogli nel ventesimo giorno del suo principato e durante il suo secondo consolato non cessava di raccomandarlo, fin dalla più giovane età, sia ai soldati, portandolo in braccio all'assemblea, sia al popolo, tenendolo sulle sue ginocchia o davanti a sé durante gli spettacoli e si associava alle acclamazioni di buon augurio che la folla gli indirizzava
E generis Neronem adoptavit, Pompeium atque Silanum non recusavit modo, sed et interemit

[28] Libertorum praecipue suspexit Posiden spadonem, quem etiam Britannico triumpho inter militares viros hasta pura donavit; nec minus Felicem, quem cohortibus et alis provinciaeque Iudaeae praeposuit, trium reginarum maritum; et Harpocran, cui lectica per urbem vehendi spectaculaque publice edendi ius tribuit; ac super hos Polybium ab studiis, qui saepe inter duos consules ambulabat; sed ante omnis Narcissum ab epistulis et Pallantem a rationibus, quos decreto quoque senatus non praemiis modo ingentibus, sed et quaestoriis praetoriisque ornamentis honorari libens passus est; tantum praeterea adqvirere et rapere, ut qverente eo quondam de fisci exiguitate non absurde dictum sit, abundaturum, si a duobus libertis in consortium reciperetur
Fra i generi, adottò Nerone, mentre non solo rinnegò Pompeo e Silano, ma li fece anche uccidere

28 Tra i suoi liberti, ebbe particolare stima per l'eunuco Poside al quale, in occasione del suo trionfo sui Britanni, donò, in mezzo ai suoi ufficiali, un'asta senza ferro terminale Non minore affetto ebbe per Felice, al quale fece comandare alcune coorti e alcune ali della cavalleria, poi governare la provincia della Giudea: fu sposo di tre regine Vi era poi Polibio, suo archivista, che spesso andava a spasso in mezzo ai due consoli; ma sopra tutti vi era Narciso, suo segretario, e Pallante, suo sovraintendente, ai quali vide con piacere assegnare con decreto del Senato, non soltanto enormi ricompense, ma anche le insegne di questore e di pretore; inoltre permise loro di ammassare con rapacità così grandi ricchezze che, lamentandosi un giorno della povertà della sua cassa personale, gli fu risposto, non senza ragione, che 'se avesse preso per soci i suoi due liberti, rigurgiterebbe di argento'

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 61 - 76
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 61 - 76

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 61 - 76

[29] His, ut dixi, uxoribusque addictus, non principem, sed ministrum egit, compendio cuiusque horum vel etiam studio aut libidine honores exercitus impunitates supplicia largitus est, et qvidem insciens plerumque et ignarus

Ac ne singillatim minora quoque enumerem, revocatas liberalitates eius, iudicia rescissa, suppositos aut etiam palam immutatos datorum officiorum codicillos: Appium Silanum consocerum suum Iuliasque, alteram Drusi, alteram Germanici filiam, crimine incerto nec defensione ulla data occidit, item Cn Pompeium maioris filiae virum et L Silanum minoris sponsum

Ex quibus Pompeius in concubitu dilecti adulescentuli confossus est, Silanus abdicare se praetura ante IIII Kal Ian Morique initio anni coactus die ipso Claudi et Agrippinae nuptiarum
29 Legato a costoro, come ho già detto, e alle mogli, Claudio si comportò non come un principe, ma come un servitore: distribuì gli onori secondo gli interessi o anche le simpatie e i capricci di ciascuno di loro, e lo stesso fece per i comandi delle armate, le grazie e le condanne, spesso, cosa ancora più grave, senza saperlo e senza rendersene conto

Per non elencare dettagliatamente anche i fatti di minore importanza, le liberalità che furono revocate, le sentenze annullate, le lettere di nomina ad incarichi scritte a suo nome, o anche disinvoltamente modificate, mi limiterò a dire che fece morire, sulla base di accuse vaghe e senza dare la possibilità di difendersi, Appio Silano, suo consuocero, le due Giulie, figlie una di Druso, l'altra di Germanico, come pure Cn Pompeo, marito della figlia maggiore, e Silano, fidanzato della più giovane

Pompeo fu ucciso tra le braccia di un adolescente, suo amante; Silano fu obbligato ad abdicare dalla pretura quattro giorni prima delle calende di gennaio e a darsi la morte all'inizio dell'anno, nello stesso giorno delle nozze di Claudio con Agrippina
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