Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 01 - 30, pag 3

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 01 - 30
Et accesserunt maioris sollicitudinis causae

Namque priuignum Gaium Orienti praepositum, cum visendi gratia traiecisset Samum, alieniorem sibi sensit ex criminationibus M Lolli comitis et rectoris eius

uenit etiam in suspicionem per quosdam beneficii sui centuriones a commeatu castra repetentis mandata ad complures dedisse ambigua et quae temptare singulorum animos ad nouas res viderentur

De qua suspicione certior ab Augusto factus non cessauit efflagitare aliquem cuiuslibet ordinis custodem factis atque dictis suis
E si aggiunsero più gravi motivi di inquietudine

Infatti recatosi a Samo per visitare il figliastro Gaio, che comandava in Oriente, lo trovò molto mal disposto nei suoi confronti a causa delle insinuazioni di M Lollio, suo compagno e consigliere

Si arrivò anche a sospettarlo di aver mandato, per mezzo di centurioni da lui nominati, che ritornavano al campo dopo una licenza, ambigue disposizioni a molte persone tali da sembrar fatte per sondare l'animo di ciascuno nei confronti di un cambiamento di regime

Informato di questo sospetto dallo stesso Augusto, non cessò di sollecitare l'invio di un ispettore, qualunque fosse la classe di appartenenza, che controllasse i suoi atti e le sue parole
[13] Equi quoque et armorum solitas exercitationes omisit redegitque se deposito patrio habitu ad pallium et crepidas atque in tali statu biennio fere permansit, contemptior in dies et invisior, adeo ut imagines eius et statuas Nemausenses subuerterint ac familiari quondam convivio mentione eius orta extiterit qui Gaio polliceretur, confestim se, si iuberet, Rhodum nauigaturum caputque exulis--sic enim appellabatur--relaturum

Quo praecipue non iam metu sed discrimine coactus est, tam suis quam matris inpensissimis precibus reditum expostulare, impetrauitque adiutus aliquantum etiam casu

Destinatum Augusto erat, nihil super ea re nisi ex uoluntate maioris fili statuere; is forte tunc M Lollio offensior, facilis exorabilisque in uitricum fuit
13 Rinunciò anche alle sue abituali esercitazioni di equitazione e all'addestramento delle armi e, abbandonando il costume romano, si ridusse ad un mantello e ai sandali greci In tale situazione rimase quasi per due anni, ispirando ogni giorno di più odio e disprezzo, al punto che i Nemausensi abbatterono le sue immagini e le sue statue e un giorno, essendo stato menzionato il suo nome, durante un banchetto intimo, ci fu uno che promise a Gaio di imbarcarsi subito per Rodi, se glielo avesse ordinato, per riportargli la testa dell'esiliato (così ormai lo chiamavano)

Questo fatto fu decisivo e si vide costretto, non più per paura, ma per il danno che poteva venirgli, ad invocare il suo richiamo, unendo alle sue più insistenti preghiere, quelle di sua madre, e finalmente l'ottenne, aiutato molto anche dal caso

Augusto aveva deciso di rimettersi, per questa questione, alla volontà del suo figlio maggiore; costui, casualmente, in quel momento si trovava in rotta con M Lollio e di conseguenza si mostrò indulgente e ben disposto verso il suo patrigno
Permittente ergo Gaio revocatus est, verum sub condicione ne quam partem curamue rei P attingeret

[14] Rediit octauo post secessum anno, magna nec incerta spe futurorum, quam et ostentis et praedictionibus ab initio aetatis conceperat

Praegnans eo Livia cum an marem editura esset, uariis captaret ominibus, ouum incubanti gallinae subductum nunc sua nunc ministrarum manu per uices usque fouit, quoad pullus insigniter cristatus exclusus est

Ac de infante Scribonius mathematicus praeclara spopondit, etiam regnaturum quandoque, sed sine regio insigni, ignota scilicet tunc adhuc Caesarum potestate
Con il benestare di Gaio, Tiberio fu richiamato, ma con la condizione che non avrebbe preso nessuna parte, diretta o indiretta, al governo

14 Ritornò a Roma dopo sette anni dalla sua partenza, fidando sull'eventualità di grandi e sicure speranze, che presagi e predizioni gli avevano fatto concepire fin dall'inizio della sua vita

Infatti, durante la gravidanza, Livia, cercando di sapere, attraverso vari presagi, se avrebbe generato un maschio, sottrasse ad una gallina che lo covava, un uovo e, ora con le sue mani, ora con quelle delle ancelle, a turno, lo riscaldò fino a quando vide uscire dal guscio un pulcino che portava una superba cresta

In seguito, quando era ancora fanciullo, gli fu pronosticato dall'astrologo Scribonio un destino brillante, quando gli disse che avrebbe anche regnato un giorno, ma senza le insegne della regalità; e a quella data si ignorava ancora, ovviamente, quali sarebbero stati i poteri dei Cesari

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 41 - 61
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 41 - 61

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 01, Par 41 - 61

Et ingresso primam expeditionem ac per Macedoniam ducente exercitum in Syriam, accidit ut apud Philippos sacratae olim uictricium legionum arae sponte subitis conlucerent ignibus; et mox, cum Illyricum petens iuxta Patauium adisset Geryonis oraculum, sorte tracta, qua monebatur ut de consultationibus in Aponi fontem talos aureos iaceret, euenit ut summum numerum iacti ab eo ostenderent; hodieque sub aqua visuntur hi tali Ante paucos vero quam revocaretur dies aquila numquam antea Rhodi conspecta in culmine domus eius assedit; et pridie quam de reditu certior fieret, uestimenta mutanti tunica ardere visa est Quando intraprese la sua prima spedizione militare e attraversò la Macedonia per condurre il suo esercito in Siria, avvenne che presso Filippi gli altari consacrati un tempo alle legioni vittoriose si accendessero spontaneamente di fiamme improvvise; qualche tempo dopo, dirigendosi verso l'Illirico, era andato a consultare presso Padova l'oracolo di Gerione e le sorti gli dissero di gettare alcuni dadi d'oro nella fontana di Apono, per avere una risposta alle sue domande; fu così che i dadi da lui gettati segnarono il numero più alto e ancora oggi si possono vedere sotto l'acqua: Pochi giorni prima di venire richiamato a Roma, un'aquila, volatile fino ad allora sconosciuto a Rodi, si posò sul tetto della sua casa, e la vigilia del giorno in cui fu informato del suo ritorno, mentre cambiava abito, gli parve che la sua tunica prendesse fuoco
Thrasyllum quoque mathematicum, quem ut sapientiae professorem contubernio admouerat, tum maxime expertus est affirmantem naue provisa gaudium afferri; cum qvidem illum durius et contra praedicta cadentibus rebus ut falsum et secretorum temere conscium, eo ipso momento, dum spatiatur una, praecipitare in mare destinasset

[15] Romam reversus deducto in forum filio Druso statim e Carinis ac Pompeiana domo Esquilias in hortos Maecenatianos transmigravit totumque se ad quietem contulit, priuata modo officia obiens ac publicorum munerum expers

Gaio et Lucio intra triennium defunctis adoptatur ab Augusto simul cum fratre eorum M Agrippa, coactus prius ipse Germanicum fratris sui filium adoptare
Inoltre proprio in quell'occasione l'astrologo Trasillo, ammesso tra i suoi intimi per imparare la sua arte, gli diede la prova del suo sapere dicendogli che una nave, da lui percepita in lontananza, gli stava recando una buona notizia; e ciò proprio quando Tiberio, poiché le cose stavano andando in modo esattamente contrario alle sue previsioni, lo considerava un impostore al qvale si rammaricava di aver confidato i propri segreti, e aveva deciso di precipitarlo in mare, in quel momento stesso, mentre passeggiava con lui

15 Ritornato a Roma, subito dopo aver fatto debuttare suo figlio liruso nel foro, abbandonò le Carene e la casa di Pompeo per trasferirsi sull'Esquilino, presso i giardini di Mecenate e si dedicò completamente al riposo, assolvendo soltanto i suoi impegni privati, senza prendere nessuna parte agli affari pubblici

Quando, dopo tre anni o poco meno, Gaio e Lucio morirono, fu adottato da Augusto, quasi nello stesso periodo in cui venne adottato il loro fratello M Agrippa, ma lui stesso fu obbligato ad adottare Germanico, il figlio di suo fratello

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Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 04, Par 24 - 33

Nec quicquam postea pro patre familias egit aut ius, quod amiserat, ex ulla parte retinuit

Nam neque donauit neque manumisit, ne hereditatem qvidem aut legata percepit ulla aliter quam ut peculio referret accepta

Nihil ex eo tempore praetermissum est ad maiestatem eius augendam ac multo magis, postquam Agrippa abdicato atque seposito certum erat, uni spem successionis incombere

[16] Data rursus potestas tribunicia in quinquennium, delegatus pacandae Germaniae status, Parthorum legati mandatis Augusto Romae redditis eum quoque adire in provincia iussi
Da quel momento non fece più nulla come padre di famiglia e non ritenne in nessuna misura il diritto che aveva perduto

Infatti non fece più donazioni, non affrancò nessuno schiavo e neppure ricevette eredità o lasciti se non a titolo di peculio

Ormai non si trascurava più niente per accrescere la sua grandezza, soprattutto quando fu certo, dopo l'abdicazione e la deportazione di Agrippa, che solo lui aveva la speranza della successione

16 Gli si conferì di nuovo il potere tribunizio per cinque anni e fu incaricato di pacificare i Germani; gli ambasciatori dei Parti, portata a termine la loro missione a Roma, presso Augusto, ricevettero l'ordine di andare a far visita anche a lui nella sua provincia
Sed nuntiata Illyrici defectione transiit ad curam novi belli, quod gravissimum omnium externorum bellorum post Punica, per quindecim legiones paremque auxiliorum copiam triennio gessit in magnis omnium rerum difficultatibus summaque frugum inopia

Et quanquam saepius revocaretur, tamen perseuerauit, metuens ne uicinus et praevalens hostis instaret ultro cedentibus

Ac perseuerantiae grande pretium tulit, toto Illyrico, quod inter Italiam regnumque Noricum et Thraciam et Macedoniam interque Danuuium flumen et sinum maris Hadriatici patet, perdomito et in dicionem redacto

[17] Cui gloriae amplior adhuc ex oportunitate cumulus accessit
Ma quando giunse la notizia della rivolta dell'Illirico vi si recò per dirigere le operazioni di questa nuova guerra, che fu la più terribile di tutte le guerre esterne, dopo quelle contro Cartagine La condusse per tre anni, impiegando qvindici legioni e un contingente ugvale di truppe ausiliarie in mezzo a difficoltà di ogni genere, aggravate da un'estrema penuria di vettovagliamenti

Benché spesso lo richiamassero indietro, tuttavia non si diede per vinto, perché temeva, ritirandosi volontariamente, di trovarsi alle costole un nemico troppo vicino e ben superiore di numero

E proprio la sua costanza fu largamente ricompensata, perché tutto l'Illirico, che si estende tra l'Italia, il Norico, la Tracia, la Macedonia, il Danubio e le coste dell'Adriatico, fu sottomesso e ridotto all'obbedienza

17 Ma proprio l'opportunità di quel successo accrebbe la sua gloria

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Nam sub id fere tempus Quintilius Varus cum tribus legionibus in Germania periit, nemine dubitante quin uictores Germani iuncturi se Pannoniis fuerint, nisi debellatum prius Illyricum esset

Quas ob res triumphus ei decretus est multi[que] et magni honores

Censuerunt etiam quidam ut Pannonicus, alii ut Inuictus, nonnulli ut Pius cognominaretur Sed de cognomine intercessit Augustus, eo contentum repromittens, quod se defuncto suscepturus esset

Triumphum ipse distulit maesta civitate clade Variana; nihilo minus urbem praetextatus et laurea coronatus intrauit positumque in Saeptis tribunal senatu astante conscendit ac medius inter duos consules cum Augusto simul sedit; unde populo consalutato circum templa deductus est
Era stato infatti verso quel periodo che Varo era morto in Germania con tre legioni e nessuno aveva dubbi che i Germani vincitori si sarebbero uniti ai Pannonii se non fosse stato sbaragliato l'Illirico

Per tutte queste ragioni, gli si decretò il trionfo e numerosi splendidi onori

Alcuni proposero perfino di soprannominarlo 'il Pannonico', altri 'l'Invincibile', altri ancora 'il Pio', ma vi si oppose Augusto, promettendo che avrebbe assunto il suo soprannome, quando lui sarebbe morto

Tiberio stesso differì il trionfo, perché l'anniversario del disastro di Varo vedeva la città in lutto Ciò nonostante entrò a Roma indossando la pretesta e coronato di lauro, salì sul palco eretto nel recinto delle elezioni e, mentre il corpo senatoriale restava in piedi, prese posto a sedere in mezzo ai due consoli, insieme con Augusto; di là, dopo aver salutato il popolo, si mosse per la visita ai templi
[18] Proximo anno repetita Germania cum animaduerteret Varianam cladem temeritate et neglegentia ducis accidisse, nihil non de consilii sententia egit; semper alias sui arbitrii contentusque se uno, tunc praeter consuetudinem cum compluribus de ratione belli communicauit

Curam quoque solito exactiorem praestitit

Traiecturus Rhenum commeatum omnem ad certam formulam adstrictum non ante transmisit, quam consistens apud ripam explorasset uehiculorum onera, ne qua deportarentur nisi concessa aut necessaria
18 L'anno successivo ritornò in Germania e, rendendosi conto che la disfatta di Varo era stata determinata dalla temerità e dalla negligenza del generale, non prese nessuna iniziativa contro il parere dei suoi consiglieri; sempre, nelle altre guerre, decideva personalmente, rispondendo solo a se stesso, questa volta, invece, contrariamente alla sua abitudine, si consultava con più persone sulla condotta delle operazioni

Inoltre si rivelò di una prudenza ancora più minuziosa del solito

Al momento di passare il Reno non fece passare tutto il convoglio dei bagagli, che aveva rigorosamente limitato, se non dopo aver verificato il carico dei carri, fermandosi sulla riva, per impedire che si trasportassero cose non necessarie e non autorizzate

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Trans Rhenum vero eum uitae ordinem tenuit, ut sedens in caespite nudo cibum caperet, saepe sine tentorio pernoctaret, praecepta sequentis diei omnia, et si quid subiti muneris iniungendum esset, per libellos daret; addita monitione ut, de quo qvisque dubitaret, se nec alio interprete quacumque uel noctis hora uteretur

[19] Disciplinam acerrime exegit animadversionum et ignominiarum generibus ex antiquitate repetitis atque etiam legato legionis, quod paucos milites cum liberto suo trans ripam venatum misisset, ignominia notato

proelia, quamvis minimum fortunae casibusque permitteret, aliquanto constantius inibat, quotiens lucubrante se subito ac nullo propellente decideret lumen et extingueretur, confidens, ut aiebat, ostento sibi a maioribus suis in omni ducatu expertissimo
Una volta al di là del Reno, tenne questo tenore di vita: mangiava seduto sulla nuda terra, spesso passava la notte senza nemmeno piantare la tenda, dava tutti gli ordini per iscritto, sia per il giorno dopo, sia quando vi era qualche provvedimento da far prendere subito e aggiungeva la raccomandazione che, se qualcuno era indeciso sul da farsi, doveva ricorrere a lui e a nessun altro, in qualunque momento, anche di notte

19 Pretese la massima disciplina e rispolverò diverse punizioni e castighi di un tempo e affibbiò una nota di infamia perfino al comandante di una legione, perché aveva mandato alcuni soldati con un suo liberto, a caccia oltre il fiume

Quanto ai combattimenti, pur non concedendo nulla al caso e al rischio, li ingaggiava con ben più sicurezza ogni volta che, mentre vegliava di notte, il suo lume si spegneva improvvisamente senza che nessuno vi soffiasse sopra, perché, come era solito dire, aveva fiducia in un presagio che non aveva mai deluso né lui, né i suoi antenati in tutte le guerre

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