Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 08-14, pag 2

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 08-14

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 08-14
Horum plura genera conspiciuntur: sunt bothyni, cum velut corona cingente introrsus ingens caeli recessus est similis effossae in orbem specus; sunt pithiae, cum magnitudo vasti rotundique ignis dolio similis vel fertur vel uno loco flagrat; sunt chasmata, cum aliquod spatium caeli desedit et flammam velut dehiscens in abdito ostentat

[2] Colores quoque horum omnium plurimi sunt: quidam ruboris acerrimi, quidam evanidae ac levis flammae, quidam candidae lucis, quidam micantes, quidam aequaliter et sine eruptionibus aut radiis fulvi; videmus ergo "stellarum longos a tergo albescere tractus"
Di queste si vedono molti tipi: abbiamo i bothyni, quando una profondo affossamento del cielo, circondato nella parte interna come da una cornice, è simile a una caverna scavata in forma circolare; abbiamo i pithiae, quando unenorme massa di fuoco rotondo simile a una botte o si sposta o brucia sempre nel medesimo luogo; ci sono i chasmata, quando qualche regione del cielo è sprofondata lasciando apparire in fondo una fiamma attraverso la fenditura

[2] Anche i colori di tutti questi fenomeni sono molto vari: alcuni sono di un rosso molto vivo, altri sono come una fiamma fievole ed evanescente, altri una luce brillante, altri pulsano, altri ancora rifulgono uniformemente e non mostrano né eruzioni né raggi; vediamo, dunque, lunghe scie di fiamme biancheggiare dietro di loro
[3] Hae velut stellae exiliunt et transvolant videnturque longum ignem porrigere propter immensam celeritatem, cum acies nostra non discernat transitum eorum, sed, quacumque cucurrerunt, id totum igneum credat

Tanta est enim velocitas motus, ut partes eius non dispiciantur, summa prendatur: intellegimus magis qua ierit stella quam qua eat

[4] Itaque velut igne continuo totum iter signat, quia visus nostri tarditas non subsequitur momenta currentis, sed videt simul et unde exiluerit et quo pervenerit

Quod fit in fulmine: longus nobis videtur ignis eius, quia cito spatium suum transilit, et oculis nostris occurrit universum per quod deiectus est; at ille non est extenti corporis per omne, qua venit
[3]Queste meteore come stelle guizzano in alto e volano attraverso il cielo, e sembrano tracciare una lunga scia di fuoco a causa della loro enorme velocità, perché la nostra vista non riesce a distinguere il passaggio da un punto allaltro dello spazio, e crede che sia infiammato tutto il cammino che hanno percorso

Così grande è la rapidità del movimento, infatti, che non si percepiscono le singole fasi, ma lo si coglie solo nel suo complesso: ci rendiamo conto del cammino percorso da una stella dopo che essa lha percorso, più che durante il movimento

[4] Perciò, essa segna il suo tragitto come con una striscia di fuoco, perché la lentezza della nostra vista non riesce a seguire attimo per attimo la sua corsa, ma vede simultaneamente il punto dal quale è balzata su e quello nel quale è pervenuta

Questo accade anche nel fulmine: il suo fuoco ci sembra lungo, perché attraversa rapidamente lo spazio e ai nostri occhi si mostra tutto insieme il tratto che ha coperto nella sua caduta; ma quel fuoco non appartiene a un corpo che si estende lungo tutta la traiettoria che ha descritto
Neque enim tam longa et extenuata in impetum valent

[ 5] Quomodo ergo prosiliunt

Attritu aeris ignis incensus vento praeceps impellitur; non semper tamen vento attrituve fit, nonnumquam et aliqua opportunitate aeris nascitur: multa enim sunt in sublimi sicca calida terrena, inter quae oritur et pabulum suum subsequens defluit ideoque velociter rapitur

[ 6] At quale color diversus est

Quia refert quale sit id, quod incenditur, quantum et quam vehemens, quo incenditur

Ventum autem significant eiusmodi lapsus et quidem ab ea parte, qua erumpunt
Corpi così allungati e assottigliati, infatti, non avrebbero la forza di colpire

[5] Come, dunque, penetrano nellatmosfera

Il fuoco acceso dallattrito con laria è spinto con energia dal vento; non sempre, tuttavia, il fenomeno può essere ascritto al vento o allattrito, talvolta nasce anche da certe condizioni favorevoli dellatmosfera: nelle regioni alte, infatti, ci sono molti corpuscoli secchi, caldi, terrosi, fra i quali il fuoco ha origine e, seguendo ciò che lalimenta, scende ed è trascinato a gran velocità

[6] Ma perché la colorazione è diversa

Perché contano la natura della materia che si incendia, la sua quantità e la violenza con cui si accende

La caduta di questi fuochi preannuncia il vento, che verrà dalla regione dalla quale essi si sprigionano

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