Seneca, De providentia: Parte 04, pag 3

Seneca, De providentia: Parte 04

Latino: dall'autore Seneca, opera De providentia parte Parte 04
Erratis enim si quem iudicatis exceptum: ueniet ad illum diu felicem sua portio; quisquis uidetur dimissus esse dilatus est Perciò Dio mette alla prova, irrobustisce e tiene in esercizio quelli che ama ed apprezza, mentre lascia indifesi di fronte alle disgrazie proprio quelli che sembra prediligere e risparmiare
Quare deus optimum quemque aut mala ualetudine aut luctu aut aliis incommodis adficit Ma poi nessuno è completamente immune dai mali: anche chi è stato a lungo felice avrà la sua parte d'ìinfelicità, sarà solo una proroga, non un'esclusione
quia in castris quoque periculosa fortissimis imperantur: dux lectissimos mittit qui nocturnis hostes adgrediantur insidiis aut explorent iter aut praesidium loco deiciant Perchè allora, mi dirai, tante malattie, tanti lutti, tanti guai capitano proprio ai migliori Per la stessa ragione per cui in guerra le imprese più rischiose sono assegnate ai più forti Come un generale sceglie i soldati più abili per le sortite notturne contro il nemico, per esplorare la strada o togliere di mezzo un avamposto

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Seneca, De providentia: Parte 02
Seneca, De providentia: Parte 02

Latino: dall'autore Seneca, opera De providentia parte Parte 02

Nemo eorum qui exeunt dicit 'male de me imperator meruit', sed 'bene iudicauit' e nessuno di quelli pensa di essere malvisto dal comandante ma al contrario ciascuno è convinto di essere nelle sue grazie
Idem dicant quicumque iubentur pati timidis ignauisque flebilia: 'digni uisi sumus deo in quibus experiretur quantum humana natura posset pati così da Dio, e così devono dire coloro ch'Egli chiama alla sventura, di fronte alla quale si arrendano soltanto i timidi e i vigliacchi: Dio ci ha prescelti per mostrare al mondo quanto sia forte la natura umana

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Seneca, De providentia: Parte 06
Seneca, De providentia: Parte 06

Latino: dall'autore Seneca, opera De providentia parte Parte 06

' Fugite delicias, fugite eneruantem felicitatem qua animi permadescunt et, nisi aliquid interuenit quod humanae sortis admoneat, uelut perpetua ebrietate sopiti Così parlano costoro Fuggite, o uomini, i piaceri, fuggite la molle prosperità che svigorisce l'animo, stordito come in un'eterna ebbrezza, se non s'imbatte in qualcosa che lo risvegli, che lo faccia riflettere sulla fragilità del nostro destino mortale
Quem specularia semper ab adflatu uindicaverunt, cuius pedes inter fomenta subinde mutata tepuerunt, cuius cenationes subditus et parietibus circumfusus calor temperauit, hunc leuis aura non sine periculo stringet Chi tiene sempre chiusi i vetri delle finestre perché non passi un filo d'aria, chi si ripara i piedi dal freddo con pannicelli o scaldini rinnovati continuamente e pranza in sale riscaldate da tubature che passano sulle pareti e sotto il pavimento, è fatale che si ammali al minimo soffio di vento

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Seneca, De providentia: Parte 05
Seneca, De providentia: Parte 05

Latino: dall'autore Seneca, opera De providentia parte Parte 05

Cum omnia quae excesserunt modum noceant, periculosissima felicitatis intemperantia est: mouet cerebrum, in uanas mentem imagines euocat, multum inter falsum ac uerum mediae caliginis fundit Come ogni eccesso nuoce, così anche una smodata felicità è dannosissima: fa infatti girare la testa, evoca nella mente fantasie strane, frammette una diffusa nebbia tra il falso e il vero
Quidni satius sit perpetuam infelicitatem aduocata uirtute sustinere quam infinitis atque inmodicis bonis rumpi Meglio sopportare un'infelicità senza fine sostenuti dalla virtù, piuttosto che schiattare tra infiniti e sfrenati piaceri

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Seneca, De providentia: Parte 03
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Latino: dall'autore Seneca, opera De providentia parte Parte 03

lenior ieiunio mors est, cruditate dissiliunt Meglio morire di fame che non d'indigestione
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