[1] Non est in rixam conluctationemque veniendum | [1] Non è il caso di arrivare alla rissa o di mettersi le mani addosso |
Procul auferendi pedes sunt et quidquid horum ab inprudentibus fiet (fieri autem nisi ab inprudentibus non potest) neglegendum et honores iniuriaeque vulgi in promiscuo habendae | Bisogna allontanarsi e, qualunque di queste cose ci abbiano fatta gli sprovveduti (perché non possono esser fatte che da sprovveduti), bisogna trascurarla, e tenere nello stesso conto gli onori e le ingiurie del volgo, senza dolerci di queste o godere di quelli |
[2] Nec his dolendum nec illis gaudendum; alioqui multa timore contumeliarum aut taedio necessaria omittemus publicisque et priuatis officiis, aliquando etiam salutaribus, non occurremus, dum muliebris nos cura angit aliquid contra animum audiendi | [2] Altrimenti, per timore o nausea delle offese, lasceremo cadere molte iniziative, necessarie allassolvimento dei nostri compiti pubblici o privati e, a volte, non affronteremo situazioni determinanti per la nostra salvezza, oppressi dalla donnesca preoccupazione di dover ascoltare qualcosa che ci contraria |
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Seneca, De Constantia Sapientis: 01; 01-03
Latino: dall'autore Seneca, opera De Constantia Sapientis parte 01; 01-03
Aliquando etiam obirati potentibus detegemus hunc adfectum intemperanti libertate | Talvolta magari, adirati contro i potenti, scopriremo il nostro sentire con libertà intemperante |
Non est autem libertas nihil pati, fallimur: libertas est animum superponere iniuriis et eum facere se ex quo solo sibi gaudenda ueniant, exteriora diducere a se, ne inquieta agenda sit uita omnium risus, omnium linguas timenti | La libertà non consiste nellintolleranza: è sbagliato; la libertà consiste nel porre lanimo al di sopra delle ingiurie, e nel renderlo capace di attingere solo da se stesso i motivi di soddisfazione, e di separare da se stesso tutti i fatti esterni, per non dover trascorrere una vita inquietata dal timore delle risa di tutti, delle parole di tutti |
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Seneca, De Constantia Sapientis: 04; 01-03
Latino: dall'autore Seneca, opera De Constantia Sapientis parte 04; 01-03
Quis enim est qui non possit contumeliam facere, si quisquam potest | Chi cè, infatti, che non sia in grado di offenderci, se chiunque è capace di farlo |
[3] Diverso autem remedio utetur sapiens adfectatorque sapientiae | [3] Ma il saggio e colui che aspira alla saggezza useranno rimedi diversi |
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Seneca, De Constantia Sapientis: 02; 01-03
Latino: dall'autore Seneca, opera De Constantia Sapientis parte 02; 01-03
Inperfectis enim et adhuc ad publicum se iudicium derigentibus hoc proponendum est, inter iniurias ipsos contumeliasque debere versari: omnia leuiora accident expectantibus | Al praticante, che ancora si regola sul giudizio del pubblico, deve essere ben chiarito che si troverà inevitabilmente in mezzo ad ingiurie ed offese: tutte le offese risulteranno più leggere a chi le ha previste |
Quo quisque honestior genere fama patrimonio est, hoc se fortius gerat, memor in prima acie altos ordines stare | Quanto più uno si distingue per nascita, nome, patrimonio, con tanta maggior fortezza deve comportarsi, ricordando che le truppe scelte stanno in prima linea |
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Seneca, De Constantia Sapientis: 03; 01-05
Latino: dall'autore Seneca, opera De Constantia Sapientis parte 03; 01-05
Contumelias et verba probrosa et ignominias et cetera dehonestamenta velut clamorem hostium ferat et longinqua tela et saxa sine vulnere circa galeas crepitantia; iniurias vero ut vulnera, alia armis, alia pectori infixa, non deiectus, ne motus quidem gradu sustineat | Le offese, le parole oltraggiose, le ignominie e tutti gli altri affronti, li sopporti come si sopportano il grido dei nemici, i dardi spossati dalla traiettoria troppo lunga, i sassi che grandinano sullelmo senza ferire; le ingiurie invece, cioè i colpi che si infiggono ora sulle armi, ora nel petto, le sostenga senza abbattersi, senza neppure cedere dun passo |