Scena di taverna - Adriaen Brouwer

Scena di taverna - Adriaen Brouwer

Al bordello propriamente detto può essere associata la taverna, almeno nelle rappresentazioni di genere fiamminghi e olandesi del XVII secolo ne abbiamo un esempio eloquente in quest'opera. A sinistra un avventore, decisamente ubriaco e con i pantaloni aperti, infila la mano sotto le gonne della donna che gli siede accanto, che evidentemente non gradisce e cerca di respingere quella mano

mentre, con l'altra, la donna agguanta per i capelli l'aggressore, che strilla e rovescia il suo bicchiere. Sulla destra un gruppetto di uomini che fumano, bevono e guardano divertiti la scena.

Un altro personaggio si affaccia dall'esterno sopra ai due protagonisti, con in mano una trottola. La trottola, come il bastone accanto all'ubriaco molesto,  simboleggia l'organo sessuale maschile (simbologie superflue, dato il contesto sufficientemente esplicito).

Quadri di questo tipo fecero la fortuna di Brouwer, pittore fiammingo che amava a volte inserire sé stesso in scene come questa e che vendeva i suoi dipinti a prezzi alti, anche 150, 200 Fiorini. Non si tratta di quadretti di piccole dimensioni. Stiamo parlando quindi di una clientela abbiente, che apprezzava queste rappresentazioni del basso livello di civiltà comportamentale in cui vedevano sguazzare molti loro concittadini, ai quali evidentemente sentivano di non assomigliare. Ridere degli altri, della loro rozzezza, È liberatorio  e autoassolutorio. Nella pittura olandese della prima metà del 17° secolo si ha la sensazione di vedere un'intera società ridere di se stessa; e lo stesso accadeva nel teatro

Scena di taverna - Adriaen Brouwer, 1635 circa Scena di taverna - Adriaen Brouwer, 1635 circa

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