Sallustio, Bellum Iugurthinum: Parte 21-25, pag 2

Sallustio, Bellum Iugurthinum: Parte 21-25

Latino: dall'autore Sallustio, opera Bellum Iugurthinum parte Parte 21-25
Adherbalem dolis vitae suae insidiatum; quod ubi comperisset, sceleri eius obviam isse Aderbale aveva attentato con l'inganno alla sua vita; quando lo aveva scoperto, si era opposto al suo tentativo criminale
Populum Romanum neque recte neque pro bono facturum, si ab iure gentium sese prohibuerit Il popolo romano non avrebbe agito rettamente né secondo giustizia se gli avesse impedito di valersi del diritto delle genti
Postremo de omnibus rebus legatos Romam brevi missurum Concluse dicendo che avrebbe inviato al più presto messi a Roma per discutere tutti quei fatti

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Latino: dall'autore Sallustio, opera Bellum Iugurthinum parte Parte 11-15

Ita utrique digrediuntur Le due parti si separarono così
Adherbalis appellandi copia non fuit Non fu possibile parlare con Aderbale

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Latino: dall'autore Sallustio, opera Bellum Iugurthinum parte Parte 86-90

Iugurtha ubi eos Africa decessisse ratus est neque propter loci naturam Cirtam armis expugnare potest, vallo atque fossa moenia circumdat, turris extruit easque praesidiis firmat; praeterea dies noctisque aut per vim aut dolis temptare; defensoribus moenium praemia modo, modo formidinem ostentare; suos hortando ad virtutem arrigere; prorsus intentus cuncta parare Quando Giugurta ritenne che essi avessero lasciato l'Africa, vedendo che per la natura del luogo non è possibile espugnare Cirta con le armi, circonda le mura con un vallo e una fossa, innalza torri e le rafforza con presidi; inoltre di giorno e di notte fa tentativi con la forza o con l'inganno; ai difensori delle mura fa intravedere ora ricompense ora tremende ritorsioni; con discorsi accende il coraggio nei suoi; prepara, insomma, ogni cosa con la massima cura
Adherbal ubi intellegit omnis suas fortunas in extremo sitas, hostem infestum, auxili spem nullam, penuria rerum necessariarum bellum trahi non posse, ex iis, qui una Cirtam profugerant, duos maxime impigros delegit; eos multa pollicendo ac miserando casum suum confirmat, uti per hostium munitiones noctu ad proximum mare, dein Romam pergerent Aderbale, vedendosi ridotto allo stremo delle forze, di fronte a un nemico implacabile, privo di aiuti, impossibilitato a protrarre la guerra per la mancanza di mezzi necessari, sceglie i due uomini più coraggiosi fra quelli che si erano rifugiati con lui a Cirta; con molte promesse e commiserando la sua sorte li persuade ad attraversare di notte le difese nemiche, per recarsi al punto più vicino della costa e di lì a Roma

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Latino: dall'autore Sallustio, opera Bellum Iugurthinum parte Parte 106-110

Numidae paucis diebus iussa efficiunt In pochi giorni i Numidi eseguono gli ordini
litterae Adherbalis in senatu recitatae, quarum sententia haec fuit: 'Non mea culpa saepe ad vos oratum mitto, patres conscripti, sed vis Iugurthae subigit, quem tanta libido extinguendi me invasit, ut neque vos neque deos immortalis in animo habeat, sanguinem meum quam omnia malit La lettera di Aderbale venne letta in senato; questo era il suo tenore: Se io spesso vi rivolgo suppliche, padri coscritti, non è per colpa mia: sono costretto dalla prepotenza di Giugurta, che è preso da una tale smania di finirmi, da non aver alcun riguardo né di voi né degli dèi immortali e da volere il mio sangue più di ogni altra cosa

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Itaque quintum iam mensem socius et amicus populi Romani armis obsessus teneor; neque mihi Micipsae patris mei beneficia neque vestra decreta auxiliantur; ferro an fame acrius urgear, incertus sum Così, ormai da quattro mesi io, alleato e amico del popolo romano, sono stretto d'assedio e non mi sono di aiuto né i benefici di mio padre Micipsa né i vostri decreti; non so neppure se sia la spada o la fame a minacciarmi di più

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