[11] Verum orthographia quoque consuetudini servit ideoque saepe mutata est | [11] Certo anche l'ortografia serve alla consuetudine e perciò spesso viene cambiata |
Nam illa vetustissima transeo tempora, quibus et pauciores litterae nec similes his nostris earum formae fuerunt et vis quoque diversa, sicut apud Graecos o litterae, quae interim longa ac brevis, ut apud nos, interim pro syllaba quam nomine suo exprimit posita est: [12] ut a Latinis veteribus d plurimis in verbis ultimam adiectam, quod manifestum est etiam ex columna rostrata, quae est duilio in foro posita, interim g quoque, ut in pulvinari Solis, qui colitur iuxta aedem Quirini, "vesperug", quod "vesperuginem" accipimus | Infatti tralascio quei tempi antichissimi, in cui sia le lettere furono minori né le forme di quelle simili alle nostre sia anche il valore diverso, come presso i Greci la lettera o, che talvolta lunga o breve, come presso di noi, talora fu posta al posto della sillaba che esprime col suo nome: [12] come dagli antichi Latini aggiunta la d finale a molte parole, il che risulta chiaro anche dalla colonna rostrata, che è posta nel foro Duilio, anche talvolta dalla g, come sull'altare del Sole, che è venerato vicino al tempio di Quirino, "vesperug", che intendiamo "vesperuginem" |
[13] De mutatione etiam litterarum, de qua supra dixi, nihil repetere hic necesse est: fortasse enim sicut scribebant, etiam loquebantur | [13] Anche sul cambiamento delle lettere, di cui ho detto sopra, non è necessario ripetere nulla qui: infatti forse come scrivevano, parlavano anche |
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[14] Semivocalis geminare diu non fuit usitatissimi moris, atque e contrario usque ad Accium et ultra porrectas syllabas geminis, ut dixi, vocalibus scripserunt | [14] Per lungo tempo non fu di comunissimo uso il raddoppiare della semivocale e al contrario fino ad Accio ed oltre, come ho detto, scrissero le sillabe lunghe con doppie vocali |
[15] Diutius duravit ut e et i iungendis eadem ratione qua Graeci ei uterentur: ea casibus numerisque discreta est, ut Lucilius praecipit:"iam" "puerei venere": e postremum facito atque i, "ut pueri plures fiant" ac deinceps idem: "mendaci furique addes e, cum dare furi iusseris | [15] Durò più a lungo come nel dover unire la e e la i nello stesso modo in cui i Greci usavano ei: essa è distinta in casi e numeri, come suggerisce Lucilio: "iam" "puerei venere": metterai la e alla fine e la i, "ut pueri plures fiant" e ancora lo stesso: "aggiungi a mendaci e a furi una e, quando avrai inteso furi al dativo" |
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