Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 08-41, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 08-41

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 31, Paragrafi 08-41
in Scyretico metallo arbores, quaecumque flumine adluuntur, saxeae fiunt cum ramis

[30] destillantes quoque guttae lapide durescunt in antris, conchatis ideo, nam Miezae in Macedonia etiam pendentes in ipsis camaris, at in Corycio cum cecidere, in quibusdam speluncis utroque modo columnasque faciunt, ut in Phausis Cherrhonesi adversae Rhodo in antro magno, etiam discolori aspectu

et hactenus contenti simus exemplis

[31] Quaeritur inter medicos, cuius generis aquae sint utilissimae

stagnantes pigrasque merito damnant, utiliores quae profluunt existimantes, cursu enim percussuque ipso extenuari atque proficere; eoque miror cisternarum ab aliquis maxime probari

sed hi rationem auferunt, quoniam levissima sit imbrium, ut quae subire potuerit ac pendere in aëre
Nella miniera di Sciro gli alberi, qualsiasi siano bagnati dal fiume, diventano di sasso con i rami

[30] Anche le gocce che stillano s'induriscono in pietra nelle grotte, perciò a forma di conchiglia, infatti a Mieze in Macedonia anche quelle pendenti sulle volte stesse, invece a Coricio quando sono cadute, in alcune caverne in entrambi i modi e formano colonne, come a Phausia del Chersoneso di fronte a Rodi in una grande grotta, anche d'aspetto variopinto

E siamo soddisfatti fin qui degli esempi

[31] S'indaga fra i medici, di quale tipo siano le acque più utili

Condannano giustamente le stagnanti e lente, ritenendo più utili quelle che scorrono, infatti con lo scorrere e l'agitarsi stesso essere schiarite e giovare; quindi mi stupisco essere apprezzate da alcuni soprattutto quelle delle cisterne

Ma essi adducono il motivo, perché è leggerissima quella delle piogge, poiché questa ha potuto salire e stare sospesa in aria
[32] ideo et nives praeferunt nivibusque etiam glaciem, velut ad infinitum coacta subtilitate; leviora enim haec esse et glaciem multo leviorem aqua

horum sententiam refelli interest vitae

in primis enim levitas illa deprehendi aliter quam sensu vix potest, nullo paene momento ponderis aquis inter se distantibus

nec levitatis in pluvia aqua argumentum est subisse eam in caelum, cum etiam lapides subire appareat cadensque inficiatur halitu terrae, quo fit ut pluviae aquae sordium plurimum inesse sentiatur citissimeque ideo calefiat aqua pluvia

[33] nivem quidem glaciemque subtilissimum elementi eius videri miror adposito grandinum argumento, e quibus pestilentissimum potum esse convenit
[32] Perciò preferiscono anche le nevi e alle nevi anche il ghiaccio, come per una purezza portata all'estremo; infatti (dicono) che queste sono più leggere e il ghiaccio molto più leggero dell'acqua

Riguarda la vita che la loro opinione sia respinta

Dapprima infatti quella leggerezza a stento può essere considerata diversamente che con la sensazione, con quasi nessuna variazione di peso per le acque che variano fra loro

Né nell'acqua piovana è prova di leggerezza che essa sia salita in cielo, poiché sembra che anche le pietre salgano e cadendo è contaminata dal soffio della terra, per cui avviene che si nota esserci un maggiore inquinamento per l'acqua piovana e quindi l'acqua piovana si scalda molto velocemente

[33] Mi stupisco certo, che neve e ghiaccio sembrino la cosa più leggera di questa sostanza, portata la prova delle grandini, da cui si concorda derivare una bevanda molto dannosa
nec vero pauci inter ipsos e contrario ex gelu ac nivibus insaluberrimos potus praedicant, quoniam exactum sit inde quod tenuissimum fuerit

minui certe liquorem omnem congelationem deprehenditur et rore nimio scabiem fieri, pruina uredinem, cognatis et nivis causis

[34] pluvias quidem aquas celerrime putrescere convenit minimeque durare in navigatione

Epigenes autem aquam, quae septies putrefacta purgata sit, ait amplius non putrescere

nam cisternas etiam medici confitentur inutiles alvo duritia faucibusque, etiam limi non aliis inesse plus aut animalium, quae faciunt taedium

[35] item confitendum habent nec statim amnium utilissimas esse, sicuti nec torrentium ullius, lacusque plurimos salubres

quaenam igitur et cuius generis aptissimae

aliae alibi
E veramente non pochi fra gli stessi ritengono al contrario molto insalubri le bevande dal gelo e dalle nevi, perché è stato eliminato poi ciò che era stato molto leggero

Si comprende che sicuramente il congelamento riduce ogni liquido e che dalla troppa rugiada deriva la scabbia, dalla brina una bruciatura, per cause note anche della neve

[34] Certo si concorda che le acque piovane imputridiscono molto velocemente e durano pochissimo in navigazione

Epigene invece dice che l'acqua, che marcita sia purificata sette volte, non marcisce più

Infatti anche i medici considerano le acque delle cisterne dannose all'intestino e alle gole per la durezza, inoltre che nelle altre non ci sono più fango o più animali, che fanno ribrezzo

[35] Devono anche riconoscere che non sono certo utilissime né quelle dei fiumi, come nemmeno di alcuno dei torrenti, e salubri diversi laghi

Dunque quali le più adatte e di che genere

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 09, Paragrafi 161 - 170

Parthorum reges ex Choaspe et Eulaeo tantum bibunt; eae quamvis in longinqua comitantur illos

sed horum placere, non quia sint amnes, apparet, quoniam neque e Tigri neque Euphrate neque e multis aliis bibunt

[36] Limus aquarum vitium est

si tamen idem amnis anguillis scateat, salubritatis indicium habetur, sicuti frigoris taenias in fonte gigni

ante omnia autem damnantur amarae et quae sorbentem statim implent, quod evenit Troezene

nam nitrosas atque salmacidas in desertis Rubrum mare petentes adda polenta utiles intra duas horas faciunt ipsaque vescuntur polenta

damnantur in primis quae fonte caenum faciunt quaeque malum colorem bibentibus, refert et si vasa aerea inficiant aut si legumina tarde percocant, si liquatae leniter terram relinquant decoctaeque crassis obducant vasa crustis
I re dei Parti bevono solo dal Choaspe e dall'Euleo; queste (acque) li accompagnano pur in luoghi lontani

Ma il gradire di queste, non dipende perché siano fiumi, perché non bevono né dal Tigri né dall'Eufrate né da molti altri

[36] Il fango è la rovina delle acque

Se però lo stesso fiume abbonda di anguille, è ritenuto indizio di salubrità, come di freddo che le tenie siano generate in una fonte

Prima di tutto poi sono scartate le amare e quelle che gonfiano subito chi beve, il che avviene a Trezene

Infatti quelli che vanno nei deserti verso il mar Rosso rendono potabili quelle nitrose e salmastre entro due ore con polenta aggiunta e si nutrono con la polenta stessa

Sono scartate dapprima quelle che causano melma nella sorgente e quelle che (causano) un brutto colorito a quelli che bevono, importa anche se sporcano i vasi di rame o se cucinano lentamente i legumi, se filtrate delicatamente lasciano il terreno e bollite coprono i vasi con croste spesse
[37] est etiamnum vitium non fetidae modo, verum omnino quicquam resipientis, iucundum sit illud licet gratumque et, ut saepe, ad viciniam lactis accedens

aquam salubrem aëri quam simillimam esse oportet

unus in toto orbe traditur fons aquae iucunde olentis in Mesopotamia Chabura; fabulae rationem adferunt, quoniam eo Iuno perfusa sit

de cetero aquarum salubrium sapor odorve nullus esse debet

[38] Quidam statera iudicant de salubritate, frustrante diligentia, quando perrarum est ut levior sit aliqua

certior subtilitas, inter pares meliorem esse quae calefiat refrigereturque celerius

quin et haustam vasis portatis, ne manu pendeant, depositisque in humum tepescere adfirmant

ex quonam ergo genere maxime probabilis continget
[37] C'è anche il male non solo di quella maleodorante, ma anche di quella che contiene qualcosa, sebbene ciò sia piacevole e gradito e, come spesso, che si avvicina alla somiglianza del latte

Occorre che l'acqua salubre sia quanto più simile all'aria

In tutto il mondo è tramandata una fonte di acqua piacevolmente profumata a Chabura in Mesopotamia; le leggende riportano la spiegazione, perché Giunone si era bagnata là

Per il resto non dev'esserci nessun sapore o odore delle acque salubri

[38] Alcuni giudicano con la bilancia circa la salubrità, con inutile diligenza, poiché è molto raro che qualcosa sia più leggera

Uno stratagemma più sicuro, fra le uguali essere migliore quella che si scalda ed è raffreddata più velocemente

Anzi affermano che s'intiepidisce anche quella attinta con vasi portati, affinchè non tocchino con la mano, e deposti per terra

Dunque con quale tipo risulterà soprattutto probabile

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 09, Paragrafi 35 - 36

puteis nimirum, ut in oppidis video constare, sed iis, quibus et exercitationis ratio crebro haustu continget et illa tenuitas colante terra

[39] salubritate haec satis sunt; frigori et opacitas necessaria utque caelum videant

super omnia una observatio, eadem et ad perennitatem pertinet, ut illa e vado exiliat vena, non e lateribus

nam ut tactu gelida sit, etiam arte contingit, si expressa in altum aut e sublimi deiecta verberatum corripiat aëra

in natando quidem spiritum continentibus frigidior sentitur eadem

[40] Neronis principis inventum est decoquere aquam vitroque demissam in nives refrigerare; ita voluptas frigoris contingit sine vitiis nivis

omnem utique decoctam utiliorem esse convenit, item calefactam magis refrigerari, subtilissimo invento

vitiosae aquae remedium est, si decoquatur ad dimidias partes
Certo con i pozzi, come vedo capitare nelle città, ma per quelli, per i quali risulta e la garanzia dell'attività con un frequente prelievo e quella leggerezza per il terreno che filtra

[39] Queste notizie sono abbastanza per la salubrità; alla freschezza provvedono anche l'ombra necessaria e pure il cielo

Un'osservazione su tutte, la stessa riguarda anche la continuità, affinchè quella vena sgorghi dal fondo, non dai lati

Infatti che sia gelida al tatto, risulta anche con l'artificio, se spinta verso l'altro o gettata dall'alto riceve il colpo dell'aria

Certo a quelli che trattengono il fiato nel nuotare la stessa sembra più fredda

[40] E' invenzione dell'imperatore Nerone che l'acqua messa nel vetro bolle e nella neve si raffredda; così il piacere del freddo avviene senza i danni della neve

Si concorda comunque che tutta quella bollita è più utile, ugualmente quella riscaldata essere raffreddata di più, con acutissima scoperta

C'è un rimedio per l'acqua malsana, se è bollita fino alla metà
aqua frigida ingesta sistitur sanguis

aestus in balineis arcetur, si quis ore teneat

quae sint haustu frigidissimae, non perinde et tactu esse, alternante hoc bono, multi familiari exemplo colligunt

[41] Clarissima aquarum omnium in toto orbe frigoris salubritatisque palma praeconio urbis Marcia est, inter reliqua deum munera urbi tributa

vocabatur haec quondam Aufeia,a fons autem ipse Pitonia

oritur in ultimis montibus Paelignorum, transit Marsos et Fucinum lacum, Romam non dubie petens

mox in specus mersa in Tiburtina se aperit, ita novem milibus passuum fornicibus structis perducta

primus eam in urbem ducere auspicatus est Ancus Marcius, unus e regibus, postea Q

Marcius Rex in praetura, rursusque restituit M

Agrippa

Il sangue è fermato con l'acqua fredda ingerita

Il calore è evitato nei bagni, se qualcuno la tiene in bocca

Quelle che sono freddissime al sorso, non sserlo altrettanto anche al tatto, qualità alternante questa, molti lo deducono per esperienza personale

[41] La più famosa di tutte le acque su tutta la terra col primato della freschezza e della salubrità è per encomio della città l'acqua Marcia, dono degli dei fra gli altri dati alla città

Questa era chiamata un tempo Aufeia, la fonte stessa poi Pitonia

Sgorga sugli estremi monti dei Peligni, attraversa i Marsi e il lago Fucino, dirigendosi certo verso Roma

Poi immersa nelle cavità si mostra a Tivoli, condotta così con arcate innalzate per nove miglia

Per primo Anco Marzio desiderò portarla alla città, uno dei re, poi Q

Marcio Re durante la pretura, ed ancora la riprese M

Agrippa

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