Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 157-180

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 157-180

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 10, Paragrafi 157-180
[157] Inimicissima autem omni generi pituita maximeque inter messis ac vindemiae tempus

medicina in fame et cubitus in fumo, utique si e lauru aut herba sabina fiat, pinna per traversas inserta nares et per omnes dies mota; cibus alium cum farre aut aqua perfusus, in qua maduerit noctua, aut cum semine vitis albae coctus ac quaedam alia

[158] Columbae proprio ritu osculantur ante coitum

pariunt fere bina ova, ita natura moderante, ut aliis crebrior sit fetus, aliis numerosior

palumbis et turtur plurimum terna nec plus quam bis vere pariunt, atque ita, si prior fetus corruptus est et ut, quamvis III pepererint, numquam plus II educant

tertium inritum est; urinum vocant

palumbis incubat femina post meridiana in matutinum, cetero mas

[159] columbae marem semper et feminam pariunt, priorem marem, postridie feminam
[157] Pericolosissima poi per ogni razza la pipita e soprattutto fra il tempo delle messi e della vendemmia

Il rimedio nella dieta e il giacere nel fumo, come se prodotto dall'alloro o dall'erba sabina, con una penna inserita di traverso fra le narici e mossa ogni giorno; il cibo mescolato aglio con farro o acqua, in cui si sarà bagnata una civetta, o cotto con seme di vitalba e alcuni altri rimedi

[158] Per una propria abitudine i colombi si baciano prima dell'accoppiamento

Depongono generalmente due uova, secondo come regola la natura in modo che, per alcuni la covata sia più frequente, per altri più numerosa

Il colombaccio e la tortora depongono al massimo tre uova e non più di due volte in primavera, e così, se la precedente covata fu perduta, sebbene abbiano generato tre uova, non ne schiudono più di due

Il terzo è inutile; è detto sterile

La femmina del colombaccio cova dopo mezzogiorno fino al mattino, il maschio per il resto

[159] Le colombe depongono sempre un maschio e una femmina, il maschio per primo, la femmina il giorno dopo
incubant in eo genere ambo, interdiu mas, noctu femina

excludunt XX die, pariunt a coitu V

aestate quidem interdum binis mensibus terna educunt paria, namque XVIII die excludunt statimque concipiunt; quare inter pullos saepe ova inveniuntur, et alii provolant, alii erumpunt

ipsi deinde pulli quinquemenstres fetificant

[160] et ipsae autem inter se, si mas non sit, feminae aeque saliunt pariuntque ova inrita, ex quibus nihil gignitur, quae hypenemia Graeci vocant

[161] Pavo a trimatu parit; primo anno unum aut alterum ovum, sequenti quaterna quinave, ceteris duodena, non amplius, intermittens binos dies ternosve parit, et ter anno, si gallinis subiciantur incubanda

mares ea frangunt desiderio incubantium; quapropter noctu et in latebris pariunt aut in excelso cubantes, set nisi molli strato excepta franguntur
In questa specie covano entrambi, il maschio di giorno, la femmina di notte

Si schiudono al ventesimo giorno, depongono cinque giorni dopo l'accoppiamento

D'estate talvolta generano due volte al mese tre coppie, infatti si schiudono nel diciottesimo giorno e subito concepiscono; per questo tra i pulcini spesso si trovano le uova e alcuni volano, altri fuoriescono

Gli stessi piccioni poi a cinque mesi depongono uova

[160] E le stesse poi se il maschio non c'è, ugualmente si coprono fra loro e depongono uova inutili, da cui non nasce nulla, che i Greci chiamano senza germe

[161] Il pavone depone a tre anni; nel primo anno uno o due uova, nel seguente quattro o cinque, negli altri dodici, non di più, depone lasciando passare due o tre giorni e tre volte l'anno, se sono messe da covare sotto le galline

I maschi le rompono per il desiderio di quelle che covano; perciò depongono di notte e in luoghi segreti o mentre giacciono in alto, ma se non raccolte su uno strato morbido, si rompono
mares singuli quinis sufficiunt coniugibus

cum singulae aut binae fuere, corrumpitur salacitate fecunditas

partus excluditur diebus ter novenis aut tardius tricensimo

[162]Anseres in aqua coeunt, pariunt vere aut, si bruma coiere, post solstitium, XL prope, bis anno, si priorem fetum gallinae excludant, alias plurima ova XVI, paucissima VII

si quis subripiat, pariunt donec rumpantur

aliena non excludunt

[163] incubanda subici utilissimum VIIII aut XI

incubant feminae tantum tricenis diebus, si vero tepidiores sint, XXV

pullis eorum urtica contactu mortifera, nec minus aviditas nunc satietate nimia, nunc suamet vi, quando adprehensa radice morsu saepe conantes avellere ante colla sua abrumpunt

contra urticam remedium est stramento ab incubitu subdita radix earum

[164] Ardiolarum tria genera: leucon, asterias, pelion
I maschi singolarmente bastano per cinque compagne

Quando ce ne sono state una o due, la fecondità è guastata dalla lascivia

La covata si schiude in ventisette giorni o al più tardi nel trentesimo

[162] Le oche s'accoppiano in acqua, depongono in primavera o, se si sono accoppiate in inverno, circa 40 giorni dopo il solstizio, due volte l'anno, se le galline schiudono la prima covata, altrimenti al massimo 16 uova, al minimo 7

Se qualcuno le sottrae, depongono fino a scoppiare

Non schiudono uova di altri

[163] Molto vantaggioso che siano poste 9 o 11 da covare

Covano solo le femmine per trenta giorni, se invece sono più caldi per 25

Per i loro piccoli mortale l'ortica al contatto, non meno l'avidità sia per la troppa abbondanza, sia per lo stesso sforzo, quando tentando di strappare una radice afferrata col becco spesso si spezzano davanti i loro colli

Contro l'ortica il rimedio è una radice di queste messa sotto lo strame dal momento dell'incubazione

[164] Tre i generi degli aironi: il bianco, l'asteria, il cenerino

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 01-14
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 01-14

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 01-14

hi in coitu anguntur; mares quidem cum vociferatu sanguinem etiam ex oculis profundunt

nec minus aegre pariunt gravidae

[165] aquila tricenis diebus incubat et fere maiores alites, minores vicenis, ut milvus et accipiter

milvus fere parit numquam plus ternos, is qui aegolios vocatur et quaternos, corvus aliquando et quinos

incubant totidem diebus

cornicem incubantem mas pascit

pica novenos, melancoryphus supra XX parit, semper numero inpari, nec alia iis plures: tanto fecunditas maior parvis

hirundini caeci primo pulli sunt et fere omnibus quibus numerosior fetus

[166] Inrita ova, quae hypenemia diximus, aut mutua feminae inter se libidinis imaginatione concipiunt aut pulvere, nec columbae tantum, sed et gallinae, perdices, pavones, anseres, chenalopeces

sunt autem sterilia et minora ac minus iucundi saporis et magis umida
Questi sono sofferenti nell'accoppiamento; i maschi poi emettono con grida anche sangue dagli occhi

Non meno dolorosamente le gravide depongono

[165] L'aquila cova per trenta giorni e in genere gli uccelli più grandi, i più piccoli per venti, come il nibbio e il falco

Il nibbio in genere non depone mai più di tre, quello che è chiamato allocco anche quattro, il corvo talora anche cinque

Covano altrettanti giorni

Il maschio nutre la cornacchia che cova

La gazza ne depone nove, la capinera oltre 20, sempre con numero dispari, né altri più di questi: tanto maggiore la fecondità per quelli piccoli

I piccoli della rondine sono dapprima ciechi come quasi per tutti quelli (che hanno) una covata più numerosa

[166] Le uova inutili, che abbiamo chiamato senza germi, o si formano in una reciproca apparenza di passione della femmina fra loro o dalla polvere, e non solo le colombe, ma anche le galline, le pernici, i pavoni, le oche, le anatre

Sono quindi sterili e più piccole e di sapore meno gradevole e più liquide
quidam et vento putant ea generari, qua de causa etiam zephyria appellant

urina autem vere tantum fiunt incubatione derelicta, quae alii cynosura dixere

[167] ova aceto macerata in tantum emolliuntur, ut per anulos transeant

servari ea in lomento aut hieme in paleis, aestate in furfuribus utilissimum

sale exinaniri creduntur

[168] Volucrum animal parit vespertilio tantum, cui et membranaceae pinnae uni

eadem sola volucrum lacte nutrit ubera admovens

parit geminos; volitat amplexa infantes secumque portat

eidem coxendix una traditur esse

in cibatu culices gratissimi

[169] Rursus in terrestribus ova pariunt serpentes, de quibus nondum dictum est

coeunt conplexu, adeo circumvolutae sibi ipsae, ut una existimari biceps possit
Alcuni pensano che sia prodotte anche col vento, per cui le chiamano anche zefirie

Ma solo in primavera interrotta l'incubazione diventano chiare, quelle che altri hanno definito uova sterili

[167] Le uova macerate nell'aceto si ammorbidiscono tanto, che passano attraverso gli anelli

Utilissimo che queste siano conservate nella farina di fave o in inverno nella paglia, in estate nelle crusche

Sono ritenute essere svuotate dal sale

[168] Dei volatili il pipistrello genera solo un animale, per questo solo anche le ali membranacee

Questo solo degli uccelli nutre col latte avvicinando le mammelle

Genera gemelli; vola dopo aver afferrato i nati e li porta con sé

Si dice che questa abbia una sola anca

Graditissime nell'alimentazione le zanzare

[169] Inoltre fra quelli terrestri depongono uova i serpenti, dei quali non si è ancora parlato

Si uniscono con un intreccio, tale che attorcigliatisi essi stessi, possa essere considerato uno solo con due teste

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 23, Paragrafi 01-40
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 23, Paragrafi 01-40

viperae mas caput inserit in os, quod illa abrodit voluptatis dulcedine

[170] terrestrium eadem sola intra se parit ova, unius coloris et mollia, ut pisces

tertio die intra uterum catulos excludit, dein singulis diebus singulos parit, XX fere numero

itaque ceteri tarditatis inpatientes perrumpunt latera occisa parente

ceterae serpentes contexta ova in terra incubant et fetum sequenti excludunt ano; crocodili vicibus incubant, mas et femina

sed reliquorum quoque terrestrium reddatur generatio

[171] Bipedum solus homo animal gignit

homini tantum primi coitus paenitentia, augurium scilicet vitae a paenitenda origine

ceteris animalibus stati per tempora anni concubitus, homini, ut dictum est, omni horis dierum noctiumque; ceteris satias in coitu, homini prope nulla
Il maschio della vipera introduce la testa nella bocca, che quella per la dolcezza del piacere morde

[170] Questa sola dei terrestri genera le uova dentro di sé, di un solo colore e morbide, come i pesci

Al terzo giorno libera i piccoli dentro l'utero, poi li genera uno al giorno, in numero di circa 20

Pertanto gli altri impazienti della lentezza assalgono dopo aver colpito i fianchi alla madre

Gli altri serpenti covano nel terreno le uova tenute unite e schiudono la covata nell'anno seguente

I coccodrilli covano a turno, maschio e femmina

Ma sia descritta anche la generazione degli altri terrestri [171] Dei bipedi solo l'uomo genera un essere vivente

Solo per l'uomo il pentimento del primo accoppiamento, certo l'augurio della vita da un'origine deplorevole

Per gli altri animali accoppiamenti fissi nei periodi dell'anno, per l'uomo, come si è detto, a ogni ora dei giorni e delle notti; per gli altri sazietà nell'unione, per l'uomo quasi nessuna
[172] Messalina, Claudii Caesaris coniux, regalem hanc existimans palmam,elegit in id certamen nobilissimam e prostitutis ancillam mercenariae stipis, eamque nocte ac die superavit quinto atque vicensimo concubitu

In hominum genere maribus deverticula veneris, excogitata omnia scelere naturae, feminis vero abortus

quantum in hac parte multo nocentiores quam ferae sumus

Viros avidiores veneris hieme, feminas aestate Hesiodus prodidit

[173] Coitus aversis elephantis, camelis, tigribus,lyncibus, rhinoceroti, leoni, dasypodi, cuniculis, quibus aversa genitalia

Cameli etiam solitudines aut secreta certe petunt, neque intervenire datur sine pernicie; coitus toto die, et his tantum ex omnibus quibus solida ungula

In quadripedum genere mares olfactus accendit

Avertuntur et canes, phocae, lupi, in medioque coitu invitique etiam cohaerent
[172] Messalina, moglie dell'imperatore Claudio, ritenendo regale questo primato, scelse per questa gara una schiava di guadagno mercenario molto nota tra le prostitute, e la superò in una notte e un giorno con venticinque amplessi

Nel genere umano per i maschi digressioni dell'amore, tutte escogitate con oltraggio per la natura, invece per le donne l'aborto

In questo aspetto quanto siamo molto più colpevoli delle bestie

Esiodo ha tramandato gli uomini più bramosi de'amore in inverno, le donne in estate

[173] Accoppiamento dalla parte posteriore per elefanti, cammelli, tigri, linci, rinoceronte, leone, dasipode, conigli, a cui i genitali sono volti all'indietro

I cammelli raggiungono anche luoghi deserti o certamente nascosti, e non è concesso disturbare senza pericolo; l'accoppiamento per tutto il giorno, e per essi solo fra tutti quelli (che hanno) unghie compatte

Nel genere dei quadrupedi l'olfatto eccita i maschi

Si girano anche cani, foche, lupi, e a metà dell'accoppiamento anche controvoglia aderiscono

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 114-154
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 32, Paragrafi 114-154

[174] Supra dictorum plerumque feminae priores superveniunt, in reliquis mares; ursi autem, ut dictum est, humanitus strati, irenacei stantes ambo inter se complexi, feles mare stante, femina subiacente, vulpes in latera proiectae maremque femina amplexa

Taurorum cervorumque feminae vim non tolerant; ea de causa ingrediuntur in conceptu

Cervi vicissim ad alias transeunte et ad priores redeunt

Lacertae, ut ea quae sine pedibus sunt, circumflexu venerem novere

[175] omnia animalia quo maiore corpore, hoc minus fecunda

Singulos gignunt elephanti, cameli, equi; acantis duodenos, avis minima

Ocissime pariunt quae plurimos gignunt

Quo maius est animal tanto diutius formatur in utero

Diutius gestantur quibus longiora sunt vitae spatia

Neque crescentium tempestiva ad generandum aetas
[174] Le femmine dei dasipodi citati per lo più si avvicinano per prime, fra gli altri i maschi; gli orsi invece, come è stato detto, sdraiati come l'uomo, i ricci stando dritti entrambi uniti fra loro, i felini col maschio che sta dritto, le femmina che sta sdraiata, le volpi sdraiate sui fianchi e la femmina abbracciata al maschio

Le femmine dei tori e dei cervi non sopportano l'assalto; per tale motivo camminano durante l'accoppiamento

I cervi passano alternativamente ad altre e tornano alle prime

Le lucertole, come quelli che sono senza piedi, praticano l'amore con contorcimento

[175] Tutti gli animali quanto maggiore il corpo, tanto meno fecondi

Generano un solo essere gli elefanti, i cammelli, i cavalli; l'acantis, uccello molto piccolo, dodici

Generano molto velocemente, quelli che ne generano diversi

Quanto più grande è l'animale tanto più a lungo si forma nell'utero

Quelli per i quali ci sono tempi più duraturi di vita sono portati più a lungo

Né favorevole per generare l'età di chi cresce
[176] Quae solidas habent ungulas, singulos; quae bisulcas, et geminos pariunt; quorum in digitos pedum fissura divisa est, et numerosiora in fetu

Sed superiora omnia perfectos edunt partus, haec inchoatos, in quo sunt genere leaenae, ursae; et vulpes informe etiam magis quam supradicta parit, rarumque est videre parientem

Postea lambendo calefaciunt fetus omnia ea et figurant; [177] pariunt plurimum quaternos

Caecos autem gignunt canes, lupi, pantherae, thoes

Canum plura genera

Laconicae octavo mense utrimque generant; ferunt LX diebus et plurimum III

Ceterae canes et semenstres coitum patiuntur

Inplentur omnes uno coitu

Quae ante iustum tempus concepere, diutius caecos habent catulos, nec omnes totidem diebus

Existimantur in urina attollere crus fere semenstres ; id est signum consummati virium roboris
[176] Quelli che hanno le unghie compatte, ne generano un solo; quelli che le hanno divise in due, anche gemelli; quelli la cui spaccatura dei piedi è divisa in dita, anche con prole più numerosa

Ma i primi producono tutti parti perfetti, questi incompleti, in questa serie ci sono le leonesse, le orse; anche la volpe genera in modo ancora più incompleto di quelle sopra detti, ed è raro vederla partorire

Dopo tutte queste riscaldano i piccoli leccando e danno forma; [177] ne generano al massimo quattro

Cani, lupi, pantere, sciacalli li generano ciechi

Molte le razze dei cani

I laconi si riproducono entrambi all'ottavo mese; dicono in 60 giorni e al massimo 63

Le altre cagne tollerano l'accoppiamento anche a sei mesi

Tutte sono fecondate con un solo accoppiamento

Quelle che hanno concepito prima del tempo adatto, hanno cuccioli ciechi più a lungo, e tutti per lo stesso numero di giorni

Sono ritenuti alzare la zampa per l'urina a circa sei mesi; ciò segno di pieno vigore delle forze

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Feminae hoc idem sidentes

[178] Partus duodeni quibus numerosissimi, cetero quini, seni, aliquando singuli, quod prodigiosum putant, sicut omnes mares aut omnes feminas gigni

Primos quosque mares pariunt, in ceteris alternant

Ineuntur a partu sexto mense

Octonos Laconicae pariunt

Propria in eo genere maribus labore salacitas

Vivunt Laconici annis denis, feminae duodenis, cetera genera XV annis, aliquando et XX, nec tota sua aetate generant, fere a duodecimo desinentes

[179] Felium et ichneumonum reliqua ut canum; vivant annis senis

Dasypodes omni mense pariunt et superfetant, sicut lepores

A partu statim implentur ; concipiunt quamvis ubera siccante fetu ; pariunt vero caecos

elephanti, ut diximus, pariunt singulos magnitudine vituli trimenstris
Le femmine (fanno) questa stessa cosa abbassandosi

[178] Per queste i parti più numerosi di dodici, altrimenti di cinque, sei, talvolta di uno solo, il che ritengono prodigioso, come essere generati tutti maschi o tutte femmine

Generano per primi tutti i maschi, negli altri animali si alternano

Sono coperte al sesto mese dal parto

Le Laconie ne generano otto

In questa razza tipica per i maschi la lasciva per la fatica

I Laconi vivono dieci anni,, le femmine dodici, le altre specie 15, talvolta anche 20, e non generano per tutta la loro vita, smettendo circa dal dodicesimo anno

[179] Dei felini e delle manguste le restanti caratteristiche come quelle dei cani; vivono sei anni

I dasipodi generano ogni mese e super concepiscono, come le lepri

Dopo il parto sono subito fecondate; concepiscono sebbene con la mammella succhiata dalla prole; generano però (cuccioli) ciechi

Gli elefanti, come abbiamo detto, generano singoli esseri con la grandezza di un vitello di tre mesi

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