Orazio, Epistole: Libro 01 - Epistola 07, pag 2

Orazio, Epistole: Libro 01 - Epistola 07

Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 01 - Epistola 07
Vt libet; haec porcis hodie comedenda relinques Fa come vuoi; se non le prendi, le darò ai porci
Prodigus et stultus donat quae spernit et odit; haec seges ingratos tulit et feret omnibus annis Prodighi e sciocchi regalano ciò che disprezzano e non gli serve: una semina che produce e produrrà ingrati
Vir bonus et sapiens dignis ait esse paratus,nec tamen ignorat quid distent aera lupinis;dignum praestabo me etiam pro laude merentis L'uomo garbato e saggio si dice sempre pronto con chi lo merita non per questo scambia oro e lupini; e io mi mostrerò riconoscente anche per le lodi che meriti

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Orazio, Epistole: Libro 02 - A Cesare Augusto
Orazio, Epistole: Libro 02 - A Cesare Augusto

Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 02 - A Cesare Augusto

Quodsi me noles usquam discedere, reddes forte latus, nigros angusta fronte capillos,reddes dulce loqui, reddes ridere decorum etinter uina fugam Cinarae maerere proteruae Ma se vuoi che mai ti resti lontano, rendimi il petto vigoroso, la fronte chiusa da neri capelli, rendimi la dolcezza della voce, la grazia del sorriso e il pianto tra i fumi del vino per la fuga della ribelle Cínara
Forte per angustam tenuis uolpecula rimamrepserat in cumeram frumenti, pastaque rursus ire foras pleno tendebat corpore frustra;cui mustela procul: Si uis ait effugere istinc,macra cauum repetes artum, quem macra subisti Una piccola volpe tutta ossa, attraverso una minuscola fessura si era insinuata per avventura in una cesta di frumento; e dopo aver mangiato a sazietà si sforzava invano di uscirne fuori a ventre pieno; e una donnola di lontano: Se di lí vuoi scappare, devi tornare magra, perché magra sei entrata in quella fessura

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Orazio, Epistole: Libro 02 - A Giulio Floro
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Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 02 - A Giulio Floro

Hac ego si compellor imagine, cuncta resigno;nec somnum plebis laudo satur altilium nec otia diuitiis Arabum liberrima muto Se questa favola l'applichi a me, restituisco tutto: io non esalto il buon sonno dei poveri solo quando son sazio di capponi, e non cambio a parole le ricchezze degli arabi con una vita libera e tranquilla
Saepe uerecundum laudasti rexque paterqueaudisti coram nec uerbo parcius absens;inspice si possum donata reponere laetus Spesso hai lodato il mio rispettoso riserbo e ti sei sentito chiamare padre e re in tua presenza e senza una parola in meno in tua assenza; vedi tu se posso restituirti senza rimpianti quello che mi hai donato

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Orazio, Epistole: Libro 01 - Al fattore
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Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 01 - Al fattore

Haud male Telemachus, proles patientis Vlixei: Non est aptus equis Ithace locus, ut neque planisporrectus spatiis nec multae prodigus herbae;Atride, magis apta tibi tua dona relinquam Niente male allora Telemaco, il figlio del paziente Ulisse: Itaca non è adatta ai cavalli, non si stende in pianura e non vi cresce molta erba; ti lascerò i tuoi doni, figlio di Atreo: sono piú adatti a te
Paruum parua decent; mihi iam non regia Roma,sed uacuum Tibur placet aut inbelle Tarentum Il piccolo si addice ai piccoli; non fa per me la tua splendida Roma, ma la tranquilla Tivoli, la dolcissima Taranto

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Latino: dall'autore Orazio, opera Epistole parte Libro 01 - Ad Aristio Fusco

Strenuus et fortis causisque Philippus agendisclarus, ab officiis octauam circite horamdum redit atque foro nimium distare Carinasiam grandis natu queritur, conspexit, ut aiunt,adrasum quendam uacua tonsoris in umbra cultello proprios purgantem leniter unguis Si dice che Filippo, uomo energico e valoroso, avvocato di grido, un giorno che nel primo pomeriggio tornava dalle sue udienze, si lamentasse che troppo lontane dal foro, per la sua tarda età, si trovassero le Carene; quando nell'antro vuoto di un barbiere vide un tale che già rasato si puliva pigramente le unghie con un suo coltellino

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