Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 45; 01 - 22
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Quemadmodum soleamus socios iuvare et quam inpigre capessere bella, C Livium, L Aemilium Regillum interrogate, qui classibus vestris in Asia praefuerunt Numquam vestrae naves pugnavere sine nobis < Nos> nostra classe pugnavimus semel ad Samum, iterum in Pamphylia adversus Hannibalem inperatorem; quae victoria nobis eo gloriosior est, quod, cum ad Samum magnam partem navium adversa pugna et egregiam iuventutem amisissemus, ne tanta quidem clade territi iterum ausi regiae classi ex Syria venienti obviam ire Haec non gloriandi causa rettulineque enim ea nunc nostra est fortuna sed ut admonerem, quemadmodum adiuvare socios solerent Rhodii |
In qual modo siamo soliti aiutare i nostri alleati e come attivamente affrontare la guerra, chiedetelo a C Livio, chiedetelo a L Emilio Regillo, comandanti di vostre flotte nell'Asia Ma le vostre navi hanno combattuto senza di noi invece con la sola nostra flotta abbiamo com battuto una volta presso Sai-no, un'altra in Pamfilia contro Annibale, comandante supremo; e questa vittoria è per noi tanto più motivo di orgoglio, perché, dopo aver perduto presso Samo gran parte delle navi in uno scontro sfortunato e il meglio della nostra gioventù, neppure da così grande calamità ci lasciammo atterrire, ma di nuovo osammo sfidare la flotta del re proveniente dalla Siria Questo non l'ho riferito per menarne vanto - né siamo in condizione ora di farlo - ma per ricordarvi in che modo i Rodii sono soliti portare aiuto ai loro alleati |