Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 51 - 55, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 51 - 55

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 51 - 55
Masinissa hostis vobis ante quam socius fuit, nec incolumi regno cum auxiliis suis, sed extorris, expulsus, amissis omnibus copiis, cum turma equitum in castra confugit vestra; tamen eum, quia in Africa adversus Syphacem et Carthaginiensis fideliter atque impigre vobiscum stetit, non in patrium solum regnum restituistis, sed adiecta opulentissima parte Syphacis regni praepotentem inter Africae reges fecistis

Quo tandem igitur nos praemio atque honore digni apud vos sumus, qui numquam hostes, semper socii fuimus

Pater, ego, fratres mei non in Asia tantum, sed etiam procul ab domo in Peloponneso in Boeotia in Aetolia, Philippi Antiochi Aetolico bello, terra marique pro vobis arma tulimus

Quid ergo postulas

Dicat aliquis
Massinissa vi fu nemico prima di essere vostro alleato e non venne nei vostri accampamenti con i suoi rinforzi quando il suo regno era intatto, ma vi si rifugiò con uno squadrone di cavalleria profugo, bandito, dopo aver perso tutte le sue milizie; eppure voi, perché in Africa rimase fedelmente e attivamente dalla vostra parte contro Siface e i Cartaginesi, non solo lo avete rimesso sul trono paterno, ma, aggiungendovi la parte più ricca del regno di Siface ne avete fatto il re più potente dellAfrica

E allora di qual premio mai e di quali onori siamo degni al vostro cospetto noi che non vi fummo mai nemici ma sempre alleati

Mio padre, io, i miei fratelli, non solo in Asia, ma anche lontano dalla patria nel Peloponneso, nella Beozia, in Etolia, nella guerra di Filippo, in quella di Antioco, in quella etolica abbiamo portato le armi in vostro aiuto per terra e per mare

Che vuoi con questo

Dirà qualcuno
Ego, patres conscripti, quoniam dicere utique volentibus vobis parendum est, si vos ea mente ultra Tauri iuga emostis Antiochum, ut ipsi teneretis eas terras, nullos accolas nec finitimos habere quam vos malo, nec ulla re alia tutius stabiliusque regnum meum futurum spero; sed si vobis decedere inde atque deducere exercitus in animo est, neminem digniorem esse ex sociis vestris, qui bello a vobis parta possideat quam me dicere ausim

At enim magnificum est liberare civitates servas

Ita opinor, si nihil hostile adversus vos fecerunt; sin autem Antiochi partis fuerunt, quanto est vestra prudentia et aequitate dignius sociis bene meritis quam hostibus vos consulere'

[54] Grata oratio regis patribus fuit, et facile apparebat munifice omnia et propenso animo facturos
Io, padri coscritti, visto che bisogna obbedirvi quando volete che parli a ogni costo, se avete allontanato Antioco oltre i monti del Tauro nellintento di possedere voi quelle terre, nessun vicino né confinante vorrei avere prima di voi, né in altro caso posso sperare che il mio regno sarà più sicuro e più durevole; ma se voi avete in animo di ritirarvi di là e di condurre via gli eserciti, oserei dire che nessuno tra i vostri alleati è più degno di me di possedere le vostre conquiste di guerra

vero, è magnanimità liberare popoli schiavi

Così penso anchio se non hanno compiuto nessun atto di ostilità verso di voi; se invece sono stati dalla parte di Antioco, quanto non è più degno della vostra saggezza e imparzialità pensare agli alleati meritevoli che ai nemici

[54] Il discorso del re riuscì accetto ai senatori, e si capiva facilmente che avrebbero accondisceso a tutto con larghezza e con animo ben disposto
Interposita Smyrnaeorum brevis legatio est, quia non aderat quidam Rhodiorum

Collaudatis egregie Smyrnaeis, quod omnia ultima pati quam se regi tradere maluissent, introducti Rhodii sunt

Quorum princeps legationis expositis initiis amicitiae cum populo Romano meritisque Rhodiorum Philippi prius, deinde Antiochi bello 'nihil' inquit 'nobis tota nostra actione, patres conscripti, neque difficilius neque molestius est, quam quod cum Eumene nobis disceptatio est, cum quo uno maxime regum et privatim singulis et, quod magis nos movet, publicum civitati nostrae hospitium est

Ceterum non animi nostri, patres conscripti, nos, sed rerum natura, quae potentissima est, disiungit, ut nos liberi etiam aliorum libertatis causam agamus, reges serva omnia et subiecta imperio suo esse velint
Poiché uno dei Rodiesi non era presente, fu inserita intanto una breve legazione di quelli di Smirne

Rimandati con speciali lodi gli Smirnei, perché avevano preferito sottoporsi a ogni estrema calamità che darsi al re, furono introdotti i Rodiesi

Il capo della loro legazione, rievocate le origini dellamicizia col popolo romano e le benemerenze dei Rodii prima nella guerra di Filippo, poi in quella contro Antioco, continuò nulla in tutto il nostro discorso, o padri coscritti, è più imbarazzante né più spinoso del fatto che dobbiamo discutere con Eumene, quello dei re con cui abbiamo più stretti rapporti di ospitalità , sia ciascuno di noi privatamente, sia, ciò che più importa, la nostra città ufficialmente

Ma non una nostra inclinazione, senatori, è quella che ci divide da lin, bensì il corso delle cose, che ha grande potere, di modo che noi liberi peroriamo la causadella libertà anche per altri, i re vogliono che il mondo sia servo e soggetto al loro impero

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Livio, Ab urbe condita: Libro 35; 21 - 25
Livio, Ab urbe condita: Libro 35; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 35; 21 - 25

Utcumque tamen res sese habet, magis verecundia nostra adversus regem nobis obstat, quam ipsa disceptatio aut nobis impedita est aut vobis perplexam deliberationem praebitura videtur

Nam si aliter socio atque amico regi et bene merito hoc ipso in bello, de cuius praemiis agitur, honos haberi nullus posset, nisi liberas civitates in servitutem traderetis ei, esset deliberatio anceps, ne aut regem amicum inhonoratum dimitteretis, aut decederetis instituto vestro gloriamque Philippi bello partam nunc servitute tot civitatium deformaretis; sed ab hac necessitate aut gratiae in amicum minuendae aut gloriae vestrae egregie vos fortuna vindicat

Est enim deum benignitate non gloriosa magis quam dives victoria vestra, quae vos facile isto velut aere alieno exsolvat
Ma, comunque sia , ci imbarazza il nostro rispetto verso un re più di quel che la discussione in sé sia difficile per noi o possa rendere laboriosa la vostra consultazione

Perché se a un re, alleato e amico e anche benemerito proprio in questa guerra dei cui premi ora si discute, non ci fosse altro modo di rendere onore che quello di dargli in soggezione delle città sovrane, la vostra consultazione sarebbe sospesa fra due pericoli, o che abbiate a lasciare senza compensi un re amico, o che dobbiate recedere dai vostri principi e macchiare ora con lassoggettamento di tante città la gloria che vi siete procurata nella guerra contro Filippo: ma la sorte vi libera in modo singolare da questo dilemma di dover diminuire o i vostri favori a un vostra gloria

Infatti grazie alla benevolenza degli dei la vittoria non è maggiormente gloriosa ch scioglie facilmente da codesto debito
Nam et Lycaonia et Phrygia utraque et Pisidia omnis et Chersonesus, quaeque circumiacent Europae, in vestra sunt potestate, quarum una quaelibet regi adiecta multiplicare regnum Eumenis potest, omnes vero datae maximis eum regibus aequare

Licet ergo vobis et praemiis belli ditare socios et non decedere instituto vestro et meminisse, quem titulum praetenderitis prius adversus Philippum, nunc adversus Antiochum belli, quid feceritis Philippo victo, quid nunc a vobis, non magis quia fecistis, quam quia id vos facere decet, desideretur atque expectetur

Alia enim aliis et honesta et probabilis est causa armorum; illi agrum, hi vicos, hi oppida, hi portus oramque aliquam maris ut possideant; vos nec cupistis haec antequam haberetis, nec nunc, cum orbis terrarum in dicione vestra sit, cupere potestis
La Licaonia, luna e laltra Frigia, tutta la Pisidia, il Chersoneso con la parte dEuropa ad esso circostante sono in vostro potere; e una qualunque di queste regioni assegnata al re potrebbe ingrandire molte volte il regno di Eumene; date poi tutte insieme lo potrebbero mettere alla pari dei maggiori re

Voi avete dunque il modo di arricchire con premi di guerra i vostri alleati e al tempo stesso non allontanarvi dalle vostre tradizioni, e non dimenticare che cosa avete scritto sulla vostra bandiera prima nella guerra contro Filippo, poi in quella contro Antioco, che cosa avete fatto dopo aver vinto Filippo, che cosa ora si chiede e si aspetta da voi non tanto perché già così avete agito, quanto perché agire così è degno di voi

Chi ha una, chi ha unaltra ragione rispettabile e giustificata per combattere: chi di possedere delle campagne, chi dei villaggi, chi delle città, chi dei porti o qualche zona costiera; tra voi né avete ambito a questi possessi prima di averli, né potete desiderarli ora che il mondo è in vostro potere

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 21 - 25

Pro dignitate et gloria apud omne humanum genus, quod vestrum nomen imperiumque iuxta ac deos immortales iam pridem intuetur, pugnastis

Quae parare et quaerere arduum fuit, nescio an tueri difficilius sit

Gentis vetustissimae nobilissimaeque uel fama rerum gestarum vel omni commendatione humanitatis doctrinarumque tuendam ab servitio regio libertatem suscepistis; hoc patrocinium receptae in fidem et clientelam vestram universae gentis perpetuum vos praestare decet

Non, quae in solo [modo] antiquo sunt, Graecae magis urbes sunt quam coloniae earum, illinc quondam profectae in Asiam; nec terra mutata mutavit genus aut mores

Certare pio certamine cuiuslibet bonae artis ac virtutis ausi sumus cum parentibus quaeque civitas et conditoribus suis
Agli occhi di tutta lumanità, questione di onore e di gloria è quella per cui voi avete combattuto; e già da tempo guarda al vostro nome e al vostro impero come agli dèi immortali

Quello che fu difficile cercare e conquistare non so se non sia anche più difficile conservarlo

Voi vi siete impegnati a tutelare contro il re la libertà di un popolo antichissimo e illustre sia per la fama delle sue gesta che per tutti i suoi titoli di civiltà e di cultura; questo patrocinio di tutta una nazione accolta sotto la vostra protezione e nella vostra clientela, voi dovete prestarlo per sempre

Quelle che sono nella madre patria non per questo sono città greche più che le loro colonie, che un giorno di là mossero verso lAsia; nè il cambiar terra mutò la loro razza o i loro costumi

Ma ognuna delle nostre città ha osato ingaggiare coi propri progenitori e fondatori la gara di ogni nobile virtù in devota emulazione
Adistis Graeciae, adistis Asiae urbes plerique; nisi quod longius a uobis absumus, nulla vincimur alia re

Massiliensis, quos, si natura insita velut ingenio terrae vinci posset, iam pridem efferassent tot indomitae circumfusae gentes, in eo honore, in ea merito dignitate audimus apud vos esse, ac si medium umbilicum Graeciae incolerent

Non enim sonum modo linguae vestitumque et habitum, sed ante omnia mores et leges et ingenium sincerum integrumque a contagione accolarum servarunt

Terminus est nunc imperii vestri mons Taurus; quidquid intra eum cardinem est, nihil longinquum vobis debet videri; quo arma vestra pervenerunt, eodem ius hinc profectum perveniat
Voi siete stati nelle città della Grecia, siete stati in quelle dellAsia in gran numero: in nullaltro noi siamo al disotto, che nellessere più lontano da voi

I Marsigliesi che, se le loro qualità naturali potessero essere sopraffatte dallindole, diremo così, della regione, da tempo sarebbero stati resi selvaggi da tante popolazioni primitive sparse dattorno, sappiamo che giustamente sono presso di voi nello stesso onore e nella stessa considerazione che se abitassero nel centro della Grecia

Questo perché hanno conservato non solo laccento, il vestito, laspetto, ma soprattutto gli istituti e le leggi e il carattere nella sua genuinità, non alterato dal contatto delle genti vicine

Confine del vostro impero è ora il monte Tauro; tutto ciò che è al di qua di quella linea non deve sembrarvi lontano; dove arrivarono le vostre armi, là deve arrivare anche il diritto che muove da voi

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 35; 41 - 45

Barbari, quibus pro legibus semper dominorum imperia fuerunt, quo gaudent, reges habeant; Graeci suam fortunam, vestros animos gerunt

Domesticis quondam viribus etiam imperium amplectebantur; nunc imperium, ubi est, ibi ut sit perpetuum, optant; libertatem vestris tueri armis satis habent, quoniam suis non possunt

At enim quaedam civitates cum Antiocho senserunt

Et aliae prius cum Philippo, et cum Pyrrho Tarentini; ne alios populos enumerem, Carthago libera cum suis legibus est

Huic vestro exemplo quantum debeatis, videte, patres conscripti; inducetis in animum negare Eumenis cupiditati, quod iustissimae irae vestrae negastis

Rhodii et in omnibus bellis, quae in illa ora gessistis, quam forti fidelique vos opera adiuverimus, vestro iudicio relinquimus
I barbari che ebbero sempre come legge gli ordini di qualche padrone, abbiano pure dei re, come fa loro piacere; i Greci hanno la sorte che è toccata a loro, ma hanno gli stessi sentimenti vostri

Un tempo con le loro risorse interne abbracciavano anche un impero; ora si augurano che limpero dove si trova rimanga per sempre: si contentano se con le vostre armi difendono la libertà loro, perché non possono farlo con le proprie

vero, alcune città furono daccordo con Antioco

Ma anche altre erano state prima con Filippo, e i Tarantini con Pirro: per non enumerare altri popoli, Cartagine è indipendente con leggi proprie

Considerate, padri coscritti, quanto siete legati a questo precedente creato da voi stessi; e voi vi risolverete a negare alle ambizioni di Eumene quello che avete negato alla vostra giustissima ira

Noi Rodii lasciamo a voi giudicare con quale collaborazione valida e fedele vi abbiamo aiutato in questa e in tutte le guerre che voi avete condotte in quella regione
Nunc in pace consilium id adferimus, quod si comprobaritis, magnificentius vos victoria usos esse quam vicisse omnes existimaturi sint'

Apta magnitudine Romanae oratio visa est

[55] Post Rhodios Antiochi legati vocati sunt

Ii vulgato petentium veniam more errorem fassi regis obtestati sunt patres conscriptos, ut suae potius clementiae quam regis culpae qui satis superque poenarum dedisset, memores consulerent; postremo pacem datam a L Scipione imperatore, quibus legibus dedisset, confirmarent auctoritate sua

Et senatus eam pacem servandam censuit, et paucos post dies populus iussit

Foedus in Capitolio cum Antipatro principe legationis et eodem fratris filio regis Antiochi est ictum

Auditae deinde et aliae legationes ex Asia sunt
Ora, al momento della pace, vi rechiamo un consiglio tale che, se lapprovate, tutti giudicheranno il vostro modo di usare della vittoria anche più magnanimo di quanto è stata brillante la vittoria

Il discorso parve degno di rivolgersi alla grandezza romana

[55] Dopo i Rodii furono chiamati i legati di Antioco

Questi, dopo aver riconosciuto lerrore del re nella maniera solita a chi chiede perdono, supplicarono i padri coscritti di provvedere ricordando piuttosto la loro clemenza che la colpa del re, che laveva già scontata a usura; infine che confermassero con la loro ratifica la pace già fissata dal comandante L Scipione alle condizioni cui egli laveva concessa

Il senato fu davviso di mantenere la pace quale era, e pochi giorni dopo così deliberò il popolo

Il trattato fu stipulato in Campidoglio con Antipatro , capo della legazione e nipote del re Antioco

Furono poi udite altre legazioni venute dallAsia

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Quibus omnibus datum responsum decem legatos more maiorum senatum missurum ad res Asiae disceptandas componendasque; summam tamen hanc fore, ut cis Taurum montem, quae intra regni Antiochi fines fuissent, Eumeni attribuerentur praeter Lyciam Cariamque usque ad Maeandrum amnem; ea ut civitatis Rhodiorum essent; ceterae civitates Asiae, quae Attali stipendiariae fuissent, eaedem vectigal Eumeni penderent; quae vectigales Antiochi fuissent, eae liberae atque immunes essent

Decem legatos hos decreverunt: Q Minucium Rufum L Furium Purpurionem Q Minucium Thermum Ap Claudium Neronem Cn Cornelium Merulam M Iunium Brutum L Aurunculeium L Aemilium Paulum P Cornelium Lentulum P Aelium Tuberonem
A tutte queste fu risposto che il senato, secondo una consuetudine antica avrebbe mandato dieci legati a dinimere e a comporre le questioni dellAsia; in ogni modo il criterio di massima sarebbe stato questo: al di qua del monte Tauro, la parte che era stata entro i confini del regno di Antioco doveva essere assegnata a Eumene, tranne la Licia e la Cada fino al fiume Meandro; queste dovevano appartenere alla nazione dei Rodii; le altre città dellAsia, che erano state tributarie di Attalo, dovevano pagare il tributo egualmente a Eumene; quelle che erano state tributarie di Antioco, dovevano essere libere e esenti

I dieci legati nominati furono: Q Minucio Rufo, L Furio Purpurione, Q Minucio Termo, Ap Claudio Nerone, Cn Cornelio Merula, M Giunio Bruto, L Aurunculeio, L Emilio Paolo, P Cornelio Lentulo, P Elio Tuberone

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