Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 12 - 15, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 12 - 15

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 12 - 15
Ea uti fierent C Aurelius consul ex decemvirorum responso curavit Il console Caio Aurelio curò lattuazione di quei provvedimenti secondo il responso dei decemviri
Carmen, sicut patrum memoria Livius, ita tum condidit P Licinius Tegula Il carme venne composto da Publio Licinio Tegula ; laltro, secondo la tradizione, era stato composto da Livio
[13] Expiatis omnibus religionibusnam etiam Locris sacrilegium pervestigatum ab Q Minucio erat pecuniaque ex bonis noxiorum in thesauros repositacum consules in provincias proficisci vellent, privati frequentes, quibus ex pecunia quam M Valerio M Claudio consulibus mutuam dederant tertia pensio debebatur eo anno, adierunt senatum, quia consules, cum ad nouum bellum quod magna classe magnisque exercitibus gerendum esset vix aerarium sufficeret, negaverant esse unde iis in praesentia solveretur [13] Placati tutti i timori di natura religiosa (anche a Locri Quinto Minucio aveva portato a termine linchiesta sul sacrilegio e il denaro, tratto dalle sostanze dei colpevoli, era stato rimesso nel tesoro), mentre i consoli volevano partire per le province si presentarono in gran numero in senato privati cittadini che dovevano ricevere in quellanno un terzo versamento per il denaro che avevano prestato sotto i consoli Marco Valerio e Marco Claudio, poiché i consoli avevano difatti affermato non esservi per il momento denaro sufficiente a pagani, visto che il tesoro pubblico era appena sufficiente alle necessità della nuova guerra, per la quale occorrevano una grande flotta e grandi eserciti

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Livio, Ab urbe condita: Libro 43; 01 - 23
Livio, Ab urbe condita: Libro 43; 01 - 23

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 43; 01 - 23

Senatus querentes eos non sustinuit: si in Punicum bellum pecunia data in Macedonicum quoque bellum uti res publica vellet, aliis ex aliis orientibus bellis quid aliud quam publicatam pro beneficio tamquam ob noxiam suam pecuniam fore Il senato non poté resistere a questi che si lamentavano: se lo stato voleva impiegare anche per la guerra contro la Macedonia una somma di denaro prestata per la guerra contro Cartagine, succedendosi le guerre luna allaltra che cosa sarebbe stato del loro denaro, in cambio del favore sarebbe stato confiscato come se avessero commesso un delitto
Cum et privati aequum postularent nec tamen solvendo aere alieno res publica esset, quod medium inter aequum et utile erat decreverunt, ut, quoniam magna pars eorum agros volgo venales esse diceret et sibimet emptis opus esse, agri publici qui intra quinquagesimum lapidem esset copia iis fieret: consules agrum aestimaturos et in iugera asses vectigal testandi causa publicum agrum esse imposituros, ut si quis, cum solvere posset populus, pecuniam habere quam agrum mallet, restitueret agrum populo Poiché quei cittadini avanzavano giuste richieste e daltra parte lo stato non era in grado di pagare il suo debito, presero una decisione che contemperasse il giusto e lutile, che ,siccome gran parte dei creditori sosteneva che vi erano in quantità terreni da vendere e che essi avevano necessità di acquistarne, accadesse di concedere loro terreni di proprietà dello stato entro un raggio di cinquanta miglia da Roma:i consoli avrebbero fatto una stima del terreno e vi avrebbero imposto una tassa di un asse per iugero, per significare che si trattava di terreno di proprietà dello stato, così se qualcuno, quando lo stato fosse di nuovo in grado di pagare, avesse preferito il denaro alla terra, avrebbe potuto restituirla allo stato

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Livio, Ab urbe condita: Libro 45; 23 - 44
Livio, Ab urbe condita: Libro 45; 23 - 44

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 45; 23 - 44

Laeti eam condicionem privati accepere; trientabulumque is ager, quia pro tertia parte pecuniae datus erat, appellatus I privati accettarono di buon grado questa condizione e quel terreno venne chiamato trientabulum , poiché era dato al posto della terza parte di un pagamento
[14] Tum P Sulpicius secundum vota in Capitolio nuncupata paludatis lictoribus profectus ab urbe Brundisium venit et, veteribus militibus voluntariis ex Africano exercitu in legiones discriptis navibusque ex classe Cn Corneli electis, altero die quam a Brundisio solvit in Macedoniam traiecit [14] Allora Publio Sulpicio, dopo aver pronunziato i suoi voti in Campidoglio, partì dalla città con i littori in tenuta di guerra e giunse a Brindisi e dopo aver distribuito nelle diverse legioni i veterani volontari dellesercito dAfrica e dopo aver scelto le proprie navi dalla flotta di Gneo Cornelio, sbarcò in Macedonia il giorno successivo a quello della partenza da Brindisi

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Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 01-15
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 01, 01-15

Ibi ei praesto fuere Atheniensium legati orantes ut se obsidione eximeret Qui trovò ad attenderlo alcuni ambasciatori ateniesi che lo pregarono di liberarli dallassedio
Missus extemplo Athenas est C Claudius Cento cum viginti longis navibus et mille militumneque enim ipse rex Athenas obsidebat: eo maxime tempore Abydum oppugnabat, iam cum Rhodiis et Attalo navalibus certaminibus, neutro feliciter proelio, vires expertus, sed animos ei faciebat praeter ferociam insitam foedus ictum cum Antiocho Syriae rege divisaeque iam cum eo Aegypti opes, cui morte audita Ptolomaei regis ambo imminebant Fu subito inviato ad Atene Calo Claudio Centone con venti navi da guerra e mille soldati - non era difatti il re ad assediare personalmente Atene: proprio allora stava assediando Abido dopo essersi misurato in battaglia navale con i Rodiesi e con Attalo, senza riportare la vittoria in alcuno dei due combattimenti, ma gli dava coraggio, oltre la naturale fierezza, il patto concluso con Antioco re di Siria e lintesa sulla spartizione delle ricchezze dellEgitto che entrambi minacciavano dopo aver appreso la notizia della morte del re Tolomeo

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 44; 01 - 20

Contraxerant autem sibi cum Philippo bellum Athenienses haudquaquam digna causa, dum ex vetere fortuna nihil praeter animos seruant Quanto agli Ateniesi, si erano trovati impegnati nella guerra con Filippo per un motivo davvero di lieve importanza, visto che dellantica fortuna nulla più conservavano tranne lorgoglio

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Livio, Ab urbe condita: Libro 33; 26 - 49

Livio, Ab urbe condita: Libro 26; 11-20