Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 38 - 40, pag 5

Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 38 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 38 - 40
Deinde, si est, consulem peccare arbitror qui de re transacta simulando se referre senatum ludibrio habet, non senatorem qui de quo consulitur suo loco dicit sententiam Se la cosa stesse così, io penso che commetta un errore il console che, fingendo di valutare il provvedimento come già preso, si faccia beffe del senato; non pecca invece quel senatore che, quando è chiamato a parlare, esprime la sua opinione intorno all'argomento trattato
Atque ego certum habeo dissentienti mihi ab ista festinatione in Africam traiciendi duarum rerum subeundam opinionem esse, unius, insitae ingenio meo cunctationis, quam metum pigritiamque homines adulescentes sane appellent, dum ne paeniteat adhuc aliorum speciosiora primo adspectu consilia semper uisa, mea usu meliora; alterius, obtractationis atque inuidiae aduersus crescentem in dies gloriam fortissimi consulis Peraltro, contrastando io da chi ha tanta fretta di passare in Africa, ho la certezza di incorrere in un giudizio sfavorevole per due ragioni: la prima per quella tendenza a prender tempo che è in me innata e che i giovani amano chiamare paura od inerzia, mentre a me basta non dovermi pentire di decisioni che all'atto pratico si sono rivelate più redditizie, anche se quelle degli altri sono sempre apparse più attraenti; in secondo luogo sono mal giudicato in quanto mi si attribuisce animosa gelosia verso la gloria di giorno in giorno sempre più grande del console energico ed intrepido
A qua suspicione si me neque uita acta et mores mei neque dictatura cum quinque consulatibus tantumque gloriae belli domique partae uindicat ut propius fastidium eius sim quam desiderium, aetas saltem liberet Da tale sospetto, se non mi riscattano né gli atti della mia vita, né i miei costumi, né la carica di dittatore con cinque consolati e la gloria conquistata in pace ed in guerra, così grande che ne sento quasi più il tedio che il desiderio, mi riscattino almeno i miei anni

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02, 01-10

Quae enim mihi aemulatio cum eo esse potest qui ne filio quidem meo aequalis sit Quale rivalità, infatti, vi può essere tra me e lui che non è neppure della stessa età di mio figlio
Me dictatorem cum uigerem adhuc uiribus et in cursu maximarum rerum essem recusantem nemo aut in senatu aut apud populum audiuit quo minus insectanti me magistro equitum, quod fando nunquam ante auditum erat, imperium mecum aequaretur Nessuno o fra i senatori o fra i cittadini, quando io ero dittatore nel pieno delle mie forze e nella massima intensità della mia attività, udì mai che io mi opponessi a che il maestro della cavalleria, che pure mi andava diffamando, fosse uguagliato a me nella carica di dittatore, cosa che prima di allora non si era mai sentita

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 12 - 15

Rebus quam uerbis adsequi malui ut qui aliquorum iudicio mihi comparatus erat sua mox confessione me sibi praeferret; nedum ego perfunctus honoribus certamina mihi atque aemulationem cum adulescente florentissimo proponam; uidelicet ut mihi iam uiuendo non solum rebus gerendis fesso, si huic negata fuerit, Africa prouincia decernatur Con i fatti più che con le parole ho preferito fare in modo che colui, che a giudizio altrui era stato fatto eguale a me, subito dopo spontaneamente mi riconoscesse superiore a sé; non è perciò neppure pensabile che io, giunto al termine della mia carriera politica, voglia competere con un giovane nel pieno delle energie e del successo, perché l'Africa, qualora venisse a lui rifiutata come provincia, sia assegnata a me, stanco ormai non solo di intraprendere nuove imprese, ma perfino di vivere
Cum ea gloria quae parta est uiuendum atque moriendum est Non mi resta, dunque, che vivere e morire con quella gloria che ho ormai raggiunto

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Vincere ego prohibui Hannibalem ut a uobis quorum uigent nunc uires etiam uinci posset Io ho impedito ad Annibale di vincere, perché possiate vincere voi che siete nel pieno delle vostre energie

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