Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 07 - 08, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 07 - 08

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 07 - 08
Ob adulescentiam neglegentem luxuriosamque C Flaccus flamen captus a P Licinio pontifice maximo erat, L Flacco fratri germano cognatisque aliis ob eadem uitia inuisus C Flacco, a causa della sua gioventù dissipatrice e sfrenata era stato scelto come flamine dal pontefice massimo e proprio per queste corruzioni era inviso al fratello L Flacco ed agli altri parenti
Is ut animum eius cura sacrorum et caerimoniarum cepit, ita repente exuit antiquos mores ut nemo tota iuuentute haberetur prior nec probatior primoribus patrum, suis pariter alienisque, esset C Flacco, al contrario, dal momento in cui la cura dei sacrifici e delle feste religiose prese il suo animo, così velocemente cambiò le antice abitudini, che neanche uno fra tutti i giovani romani fu apprezzato più di lui tanto dai patrizi più importanti, quanto dai suoi familiari e dagli estranei
Huius famae consensu elatus ad iustam fiduciam sui rem intermissam per multos annos ob indignitatem flaminum priorum repetiuit, ut in senatum introiret Dal consenso di questa generale stima C Flacco fu tratto ad un equo ottimismo in se stesso, tanto da immettersi in senato, riconquistando un abitudine bloccata da molti anni a causa dell'indegnità degli scorsi flamini

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Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 01-10
Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 01-10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 01-10

Ingressum eum curiam cum P Licinius praetor inde eduxisset, tribunos plebis appellauit Quindi, quando il pretore P Licinio costrinse C Flacco a venire fuori dalla curia dove era entrato, egli si appellò ai tribuni della plebe
Flamen uetustum ius sacerdotii repetebat: datum id cum toga praetexta et sella curuli ei flamonio esse Il flamine affermava che quello era un antico diritto sacerdotale; tale privilegio era stato concesso al flaminato con la toga pretesta e la sedia curule

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Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 51-55
Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 51-55

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 51-55

Praetor non exoletis uetustate annalium exemplis stare ius, sed recentissimae cuiusque consuetudinis usu uolebat: nec patrum nec auorum memoria Dialem quemquam id ius usurpasse Il pretore, a sua volta, ribatteva che il diritto non si fonda su esempi di annali ormai scordati per senilità, ma secondo quanto richiedevano gli usi più recenti: né, a ricordo di padri o di nonni, alcun flamine Diale aveva mai chiesto quel diritto
Tribuni rem inertia flaminum oblitteratam ipsis, non sacerdotio damno fuisse cum aequum censuissent, ne ipso quidem contra tendente praetore, magno adsensu patrum plebisque flaminem in senatum introduxerunt, omnibus ita existimantibus magis sanctitate uitae quam sacerdotii iure eam rem flaminem obtinuisse I tribuni della plebe, da parte loro, avendo ritenuto giusto che l'aver i flamini trascurato per inoperosità di godere quel privilegio, era stato di rovina a loro, non alla carica sacerdotale, poiché lo stesso pretore rinunciava ad opporsi, col generale accordo dei senatori e del popolo, permisero l'ingresso del flamine in senato, tutti, in realtà, osservavano che il flamine aveva conseguito il suo fine più con l'integrità della sua vita, che per un diritto che gli arrivasse dal sacerdozio

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Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 13 - 24
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 13 - 24

Consules priusquam in prouincias irent, duas urbanas legiones in supplementum quantum opus erat ceteris exercitibus militum scripserunt I consoli, prima di andare nelle loro province, richiamarono due legioni urbane, quanto era utile per potenziare gli altri eserciti
Urbanum ueterem exercitum Fuluius consul C Fuluio Flacco legato frater hic consulis erat in Etruriam dedit ducendum et legiones quae in Etruria erant Romam deducendas Il console Fulvio diede a suo fratello, il luogotenente C Fulvio Flacco, l'antico esercito urbano perché lo dirigesse in Etruria, con l'ordine di riportare a Roma le legioni che erano in Etruria

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 10

Et Fabius consul reliquias exercitus Fuluiani conquisitas fuere autem ad quattuor milia trecenti quadraginta quattuor Q Maximum filium ducere in Siciliam ad M Valerium proconsulem iussit, atque ab eo duas legiones et triginta quinqueremes accipere Il console Fabio ordinò a suo figlio Q Massimo che, ripresi i sopravvissuti dell'esercito di Fulvio, circa quattromilatrecentotrentaquattro soldati, li portasse in Sicilia al proconsole M Valerio, in seguito ricevendo da lui in consegna due legioni e trenta quiqueremi

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