Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 05 - 06

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 05 - 06

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 05 - 06
[5] M Valerius consul litteris excitus, provincia exercituque mandato L Cincio praetori, M Valerio Messalla praefecto classis cum parte navium in Africam praedatum simul speculatumque quae populus Carthaginiensis ageret pararetque misso, ipse decem navibus Romam profectus cum prospere peruenisset, senatum extemplo habuit, ubi de suis rebus gestis commemorauit: cum annos prope sexaginta in Sicilia terra marique magnis saepe cladibus bellatum esset, se eam provinciam confecisse [5] Il console M Valerio, richiamato dalla lettera del senato, dopo aver dato il governo della provincia ed il potere dell'esercito al pretore L Cincio ed aver fatto andare il capo della flotta M Valerio Messalla con una parte delle navi in Africa a saccheggiare e nello stesso tempo a seguire quello che i Cartaginesi facevano e organizzavano, con dieci navi si avviò per Roma dove giunse opportunamente, dunò subito il senato al quale fece un resoconto sulle sue azioni, affermando che egli aveva domato la Sicilia, dove per quasi sessant'anni si era combattuto per terra e per mare e dove i Romani avevano subìto spesso grandi rovesci
Neminem Carthaginiensem in Sicilia esse; neminem Siculum non esse; qui fugati metu inde afuerint, omnes in urbes, in agros suos reductos arare, serere; desertam recoli terram, tandem frugiferam ipsis cultoribus populoque Romano pace ac bello fidissimum annonae subsidium A questo punto in Sicilia non v'era più alcun Cartaginese; tutti quei Siciliani che erano scappati per terrore, erano rimpatriati nelle città a coltivare e a seminare i loro campi; finalmente la terra era di nuovo coltivata e diventata florida per gli stessi agricoltori e per il popolo romano, immancabile contributo per le provviste in pace e in guerra
Exim Muttine, et si quorum aliorum merita erga populum Romanum erant in senatum introductis honores omnibus ad exsoluendam fidem a consule habiti Furono in seguito inseriti in senato Muttine e tutti coloro che avevano dato benefici al popolo romano; a questi furono concesse dignità secondo la parola data del console

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Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 28 - 31
Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 28 - 31

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 29; 28 - 31

Muttines etiam ciuis Romanus factus, rogatione ab tribunis plebis ex auctoritate patrum ad plebem lata Muttine fu nominato cittadino romano in base a un disegno di legge del tribuno della plebe, sottoposto al consenso del popolo con il permesso dei senatori
Dum haec Romae geruntur, M Valerius quinquaginta navibus cum ante lucem ad Africam accessisset, improuiso in agrum Uticensem escensionem fecit; eumque late depopulatus multis mortalibus cum alia omnis generis praeda captis ad naues redit et ad Siciliam tramisit, tertio decimo die quam profectus inde erat Lilybaeum reuectus Mentre a Roma succedevano queste cose, M Valerio, essendosi avvicinato prima dell'alba all'Africa con cinquanta navi, sbarcò improvvisamente nella zona di Utica che distrusse per largo spazio, sequestrando molti uomini e facendo differente preda; rientrò alle navi, passò con la flotta in Sicilia e tredici giorni dopo che ne era partito, fece ritorno al capo Lilibeo

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Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 16 - 45
Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 16 - 45

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 16 - 45

Ex captiuis quaestione habita haec comperta consulique Laeuino omnia ordine perscripta ut sciret quo in statu res Africae essent: quinque milia Numidarum cum Masinissa, Galae filio, acerrimo iuuene, Carthagine esse, et alios per totam Africam milites mercede conduci qui in Hispaniam ad Hasdrubalem traicerentur, ut is quam maximo exercitu primo quoque tempore in Italiam transgressus iungeret se Hannibali; in eo positam victoriam credere Carthaginienses; classem praeterea ingentem apparari ad Siciliam repetendam eamque se credere brevi traiecturam Fatta poi un'inchiesta fra i prigionieri, si vennero a sapere cose che furono tutte comunicate in ordine per iscritto al console Levino, affinché sapesse quale era la condizione in Africa: in Cartagine stavano cinquemila Numidi con Massinissa figlio di Gala, fierissimo giovane, mentre altri soldati erano reclutati a prezzo in tutta l'Africa per essere fatti passare in Spagna presso Asdrubale, che, appena le circostanze lo avessero permesso, sarebbe dovuto passare in Italia per unirsi ad Annibale, insieme con un esercito il più possibile consistente; a Cartagine collocavano in questo piano ogni speranza di successo; era, ancora, in allestimento una flotta per tentare di riconquistare la Sicilia; Messalla era convinto che quella flotta in breve sarebbe salpata
Haec recitata a consule ita movere senatum ut non exspectanda comitia consuli censeret, sed dictatore comitiorum habendorum causa dicto extemplo in provinciam redeundum La lettura di questa lettera fatta dal console diede tale impressione nei senatori, che essi decisero che il console non dovesse attendere i comizi, ma che, appena eletto un dittatore per la loro adunanza, subito rientrasse nella sua provincia

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 01 - 02
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 01 - 02

Illa disceptatio tenebat quod consul in Sicilia se M Valerium Messallam qui tum classi praeesset dictatorem dicturum esse aiebat, patres extra Romanum agrum eum autem Italia terminari negabant dictatorem dici posse Quella discussione occupava tutti, perché il console diceva che egli, arrivato in Sicilia, avrebbe nominato dittatore M Valerio Messalla che era in quel tempo a capo della flotta, mentre i senatori sostenevano che il dittatore non si poteva scegliere fuori del territorio romano, che appunto era limitato all'Italia
M Lucretius tribunus plebis cum de ea re consuleret, ita decreuit senatus ut consul priusquam ab urbe discederet populum rogaret quem dictatorem dici placeret, eumque quem populus iussisset diceret dictatorem; si consul noluisset, praetor populum rogaret; si ne is quidem uellet, tum tribuni ad plebem ferrent Poiché il tribuno della plebe M Lucrezio innalzò la questione in senato, questo deliberò che il console, prima di partire da Roma, domandasse al popolo quale despota voleva scegliere, poiché quello che il popolo avesse segnalato egli avrebbe nominato; se il console non avesse accettato il consiglio, sarebbe stato il pretore ad interrogare il popolo; se neanche il pretore avesse acconsentito, allora i tribuni si sarebbero appellati direttamente al popolo

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 10, 16-34

Cum consul se populum rogaturum negasset quod suae potestatis esset, praetoremque uetuisset rogare, tribuni plebem rogarunt, plebesque sciuit ut Q Fuluius, qui tum ad Capuam erat, dictator diceretur Poiché il console sosteneva di non voler suggerire la questione al popolo, perché tale decisione era di sua autorità e vietava anche al pretore di interrogare il popolo, i tribuni della plebe a loro volta interpellarono il popolo che elesse come dittatore Q Fulvio che allora era vicino Capua

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