Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ; 11 - 24, pag 4

Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ; 11 - 24

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02 ; 11 - 24
Relata re ad senatum adeo fuit gratum patribus ut et captivorum sex milia Latinis remitterent et de foedere, quod prope in perpetuum negatum fuerat, rem ad novos magistratus traicerent

Enimuero tum Latini gaudere facto; pacis auctores in ingenti gloria esse

Coronam auream Iovi donum in Capitolium mittunt

Cum legatis donoque qui captivorum remissi ad suos fuerant, magna circumfusa multitudo, venit

Pergunt domos eorum apud quem quisque servierant; gratias agunt liberaliter habiti cultique in calamitate sua; inde hospitia iungunt

Nunquam alias ante publice privatimque Latinum nomen Romano imperio coniunctius fuit

[23] Sed et bellum Volscum imminebat et civitas secum ipsa discors intestino inter patres plebemque flagrabat odio, maxime propter nexos ob aes alienum
All'annuncio della notizia i senatori ebbero una reazione così entusiastica da arrivare a rilasciare seduta stante seimila prigionieri latini e a rinviare ai nuovi magistrati il progetto di un trattato che in precedenza era stato negato per sempre

ovvio che per i Latini fu una grande soddisfazione: i protagonisti di quella missione diplomatica ebbero riconoscimenti fuori del comune

Mandarono una corona d'oro in dono a Giove Capitolino

Insieme agli inviati che la portavano arrivò anche la massa debordante dei prigionieri restituiti ai loro cari

Dirigendosi verso le case dove ciascuno aveva prestato servizio, ringraziano della benigna accoglienza ricevuta durante il tempo della loro disgrazia e quindi instaurano rapporti di ospitalità con gli ex-padroni

Prima di quell'episodio, non c'era mai stata un'unione così profonda, sia in campo politico che in quello privato, tra la gente latina e lo Stato romano

23 Mentre la guerra coi Volsci era alle porte, a Roma infuriava lo scontro intestino tra le classi: patrizi e plebei si trovavano ai ferri corti e la causa prima era rappresentata dagli schiavi per debiti
Fremebant se, foris pro libertate et imperio dimicantes, domi a civibus captos et oppressos esse, tutioremque in bello quam in pace et inter hostes quam inter cives libertatem plebis esse; invidiamque eam sua sponte gliscentem insignis unius calamitas accendit

Magno natu quidam cum omnium malorum suorum insignibus se in forum proiecit

Obsita erat squalore vestis, foedior corporis habitus pallore ac macie perempti; ad hoc promissa barba et capilli efferaverant speciem oris

Noscitabatur tamen in tanta deformitate, et ordines duxisse aiebant, aliaque militiae decora volgo miserantes eum iactabant; ipse testes honestarum aliquot locis pugnarum cicatrices adverso pectore ostentabat
Questi i termini della loro protesta: mentre prestavano servizio militare attivo per lo Stato, in patria erano oppressi e fatti schiavi; i plebei si sentivano più sicuri in guerra che in pace, più liberi tra i nemici che tra i concittadini; Il malcontento si stava già spontaneamente diffondendo, quando un episodio sconcertante fece traboccare il vaso

Un uomo già piuttosto attempato e segnato dalle molte sofferenze irruppe nel foro

Era vestito di stracci lerci; Fisicamente stava ancora peggio: pallido e smunto come un cadavere e con barba e capelli incolti che gli davano un'aria selvaggia

Benché sfigurato, la gente lo riconosceva: correva voce che fosse stato un ufficiale superiore e quelli che lo commiseravano gli attribvivano anche altri onori militari; lui stesso, a riprova della sua onesta militanza in varie battaglie, mostrava le ferite riportate in pieno petto
Sciscitantibus unde ille habitus, unde deformitas, cum circumfusa turba esset prope in contionis modum, Sabino bello ait se militantem, quia propter populationes agri non fructu modo caruerit, sed villa incensa fuerit, direpta omnia, pecora abacta, tributum iniquo suo tempore imperatum, aes alienum fecisse

Id cumulatum usuris primo se agro paterno avitoque exvisse, deinde fortunis aliis; postremo velut tabem pervenisse ad corpus; ductum se ab creditore non in servitium, sed in ergastulum et carnificinam esse

Inde ostentare tergum foedum recentibus vestigiis verberum

Ad haec visa auditaque clamor ingens oritur

Non iam foro se tumultus tenet, sed passim totam urbem pervadit
Quando gli chiesero come mai fosse così mal ridotto e sfigurato - nel frattempo l'assembramento di gente aveva assunto le proporzioni di un'assemblea - egli rispose che, durante la sua militanza nella guerra sabina, i nemici non si eran limitati a razziargli il raccolto, ma gli avevano anche incendiato la fattoria e portato via il bestiame; poi, nel pieno del suo rovescio, erano arrivate le tasse e si era così coperto di debiti

Il resto lo avevan fatto gli interessi da pagare sui debiti contratti: aveva prima perso il podere appartenuto a suo padre e a suo nonno, quindi il resto dei beni e infine, espandendosi al corpo come un'infezione, il suo creditore lo aveva costretto non alla schiavitù, ma alla prigione e alla camera di tortura

Dicendo questo, mostrò agli astanti la schiena orrendamente segnata da ferite recenti

Tale vista, unita a quanto appena sentito, fu salutata da un coro di voci sgomente

L'agitazione collettiva che non si limitò soltanto al foro ma si espanse a macchia d'olio in tutti i quartieri della città

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Livio, Ab urbe condita: Libro 02; 39 - 47
Livio, Ab urbe condita: Libro 02; 39 - 47

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02; 39 - 47

Nexi, vincti solutique, se undique in publicum proripiunt, implorant Quiritium fidem

Nullo loco deest seditionis voluntarius comes; multis passim agminibus per omnes vias cum clamore in forum curritur

Magno cum periculo suo qui forte patrum in foro erant in eam turbam inciderunt; nec temperatum manibus foret, ni propere consules, P Servilius et Ap Claudius, ad comprimendam seditionem intervenissent

At in eos multitudo versa ostentare vincula sua deformitatemque aliam

Haec se meritos dicere, exprobrantes suam quisque alius alibi militiam; postulare multo minaciter magis quam suppliciter ut senatum vocarent; curiamque ipsi futuri arbitri moderatoresque publici consilii circumsistunt
I debitori, sia quelli già fatti schiavi sia quelli ancora liberi, sciamano da ogni parte per le strade, implorano la protezione dei Quiriti

In ogni angolo trovano volontari pronti a unirsi a loro; Da ogni parte, urlando, si corre a gruppi verso il foro

Fu un bel rischio per quei senatori che, trovandosi casualmente in zona, finirono nel pieno della mischia; E la situazione non sarebbe tornata sotto controllo, se i consoli Publio Servilio e Appio Claudio non fossero intervenuti a sedare la sommossa

I dimostranti si girarono allora verso di loro e cominciarono a mostrare catene e altre orrende mutilazioni

Gridano che quella era la ricompensa alle campagne cui ciascuno di essi aveva preso parte nel tale e nel talaltro paese; Reclamarono, con un tono che aveva più della minaccia che della supplica, la convocazione del senato e circondarono la curia per controllare e regolare dipersona le deliberazioni ufficiali
Pauci admodum patrum, quos casus obtulerat, contracti ab consulibus; ceteros metus non curia modo sed etiam foro arcebat, nec agi quicquam per infrequentiam poterat senatus

Tum vero eludi atque extrahi se multitudo putare, et patrum qui abessent, non casu, non metu, sed impediendae rei causa abesse, et consules ipsos tergiversari, nec dubie ludibrio esse miserias suas

Iam prope erat ut ne consulum quidem maiestas coerceret iras hominum, cum incerti morando an veniendo plus periculi contraherent, tandem in senatum veniunt

Frequentique tandem curia non modo inter patres sed ne inter consules quidem ipsos satis conveniebat
I consoli misero insieme giusto quei pochi senatori che casualmente erano lì intorno; Gli altri erano terrorizzati all'idea non solo di entrare nella curia, ma anche nel foro, e il senato non poteva fare nulla per l'insufficienza numerica dei presenti

Allora i dimostranti cominciarono a credere che li stessero prendendo in giro e cercassero di guadagnare tempo: pensavano che l'assenza dei senatori non fosse dovuta al puro caso o al panico, ma a una precisa volontà ostruzionistica, ed erano certi, vedendo che i senatori tergiversavano, che ci si stesse prendendo gioco della loro miseranda condizione

Quando ormai sembrava che anche l'autorità consolare non avesse più alcun potere coercitivo su quella massa di gente imbestialita, ecco che finalmente arrivarono quei senatori rosi dal dubbio se si rischiasse di più standosene al coperto o comparendo in senato

Raggiunto così il numero legale dei presenti, né i senatori né tantomeno i consoli riuscivano a mettersi d'accordo su una soluzione possibile

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Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 10 - 12

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 29; 10 - 12

Appius, vehementis ingenii vir, imperio consulari rem agendam censebat; uno aut altero arrepto, quieturos alios: Servilius, lenibus remediis aptior, concitatos animos flecti quam frangi putabat cum tutius tum facilius esse

[24] Inter haec maior alius terror: Latini equites cum tumultvoso advolant nuntio Volscos infesto exercitu ad urbem oppugnandam venire

Quae audita-adeo duas ex una civitate discordia fecerat-longe aliter patres ac plebem adfecere

Exsultare gaudio plebes; ultores superbiae patrum adesse dicere deos; alius alium confirmare ne nomina darent; cum omnibus potius quam solos perituros; patres militarent, patres arma caperent, ut penes eosdem pericula belli, penes quos praemia, essent
Appio, che aveva un carattere impulsivo, era dell'opinione di risolvere la cosa con l'impiego dell'autorità consolare: con un paio di arresti, gli altri si sarebbero calmati; Servilio, invece, più incline ad adottare misure di compromesso, era dell'opinione che fosse più sicuro, oltre che più semplice, assecondare la rabbia dei dimostranti piuttosto che ricorrere alla repressione

24 Nel frattempo ecco una notizia ancor più minacciosa: dei cavalieri latini arrivarono al galoppo e seminarono il panico annunciando che l'esercito dei Volsci era in marcia su Roma

La frattura intestina tra le classi era così profonda che plebe e senato ebbero una reazione completamente antitetica all'annuncio di quella notizia

I plebei esultarono, sostenendo che gli dèi si stavano vendicando dell'arroganza dei senatori; Si esortavano reciprocamente a non arruolarsi: sarebbe stato meglio morire tutti insieme che da soli; In prima linea ci andassero i senatori, prendessero loro le armi e i pericoli toccassero a chi ne traeva vantaggio
At vero curia, maesta ac trepida ancipiti metu et ab ciue et ab hoste, Servilium consulem, cui ingenium magis populare erat, orare ut tantis circumuentam terroribus expediret rem publicam

Tum consul misso senatu in contionem prodit

Ibi curae esse patribus ostendit ut consulatur plebi; ceterum deliberationi de maxima quidem illa sed tamen parte civitatis metum pro universa re publica intervenisse; nec posse, cum prope ad portas essent, bello praeverti quicquam, nec, si sit laxamenti aliquid, aut plebi honestum esse, nisi mercede prius accepta, arma pro patria non cepisse, neque patribus satis decorum per metum potius quam postmodo voluntate adflictis civium suorum fortunis consuluisse
I membri della curia, invece, scoraggiati e in preda a un doppio terrore, provocato dai concittadini e dai nemici, supplicarono il console Servilio, più popolare del collega presso le classi subalterne, di tirar fuori lo Stato dal vicolo cieco in cui si era venuto a trovare

Allora il console, dopo aver aggiornato la seduta, si presenta di fronte al popolo

Gli dimostrò che il senato era preoccupato degli interessi della plebe; tuttavia la deliberazione che riguardava la maggior parte dei cittadini, ma pur sempre soltanto una parte di essi, doveva lasciare la precedenza al pericolo che interessava l'intera cittadinanza; Col nemico pressoché alle porte, tutto passa in secondo piano rispetto alla guerra; Se poi si fosse fatta qualche concessione, non sarebbe stato onesto per la plebe pretendere una ricompensa prima di aver combattuto per la patria, né troppo decoroso per i senatori farsi trascinare dalla paura a prendere delle misure concernenti il miglioramento delle condizioni di vita dei loro concittadini, piuttosto che adottare in séguito gli stessi provvedimenti però di loro spontanea volontà

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Contioni deinde edicto addidit fidem quo edixit ne quis civem Romanum vinctum aut clausum teneret, quo minus ei nominis edendi apud consules potestas fieret, neu quis militis, donec in castris esset, bona possideret aut venderet, liberos nepotesue eius moraretur

Hoc proposito edicto, et qui aderant nexi profiteri extemplo nomina, et undique ex tota urbe proripientium se ex privato, cum retinendi ius creditori non esset, concursus in forum ut sacramento dicerent fieri

Magna ea manus fuit, neque aliorum magis in Volsco bello virtus atque opera enitvit

Consul copias contra hostem educit; parvo dirimente intervallo castra ponit

Suggellò il suo discorso con un editto: più nessun cittadino romano poteva essere messo in catene o imprigionato, e dunque non gli poteva essere tolta la facoltà di iscrivere il proprio nome nella lista di arruolamento dei consoli; nessuno poteva impossessarsi dei beni di un soldato, impegnato in guerra, né venderli, né trattenere i suoi figli e i suoi nipoti

Appena l'editto venne pubblicato, diedero subito il proprio nome per arruolarsi i debitori che erano lì sul posto; gli altri, da ogni quartiere della città, abbandonarono le case dei privati che non avevano più diritto di trattenerli e si ammassarono nel foro per prestare giuramento

Formarono un contingente massiccio e nella guerra contro i Volsci non ebbero rivali per coraggio e determinazione

Il console guida le truppe contro il nemico e si accampa a poca distanza da esso

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