esposto a Brera nel 1844, è ispirato ad un noto episodio della Genesi, quando Giacobbe, dopo il lungo esilio determinato dal conflitto con il fratello Esau, adirato per essere stato ingannato nella vicenda della benedizione impartita in punto di morte dal padre Isacco, ritorna nella terra dei suoi antenati e, dopo la lotta con l'angelo, trova Esau schierato contro di lui con 400 uomini armati
Allora Giacobbe prende mogli e figli mettendoli dietro di te, con Rachele e Giuseppe dopo tutti perché potessero fuggire più facilmente. Quindi si fa incontro al fratello inchinandosi 7 volte a terra. Commosso da questo atto di sottomissione, Esau corre verso di lui, gli si getta al collo e lo bacia. Dopo che entrambi piangono di gioia, le donne si avvicinano e si inchinano insieme ai figli davanti a Esau: prima le 2 serve, poi Lia e alla fine Rachele e Giuseppe.
Hayez sceglie di rappresentare il momento in cui avviene l'ultimo dei sette inchini ed Esau si è ormai avvicinato ad abbracciare il fratello. La sua capacità nel rendere lo spirito e i versanti inquieti di una scena così complessa, determinò il successo del dipinto.
Verso la fine degli anni '30, i temi biblici cominciarono a portare nuova linfa nel repertorio ormai esausto della pittura storica, offrendo nuove possibilità agli artisti. Consentivano infatti:
- di misurarsi con le risorse espressive offerte dall'esaltazione del nudo e del panneggio
- di confrontarsi con le insorgenti suggestioni della pittura orientalista destinata a un continuo successo
- di dare nuova attualità alle vicende e alla sofferenza del popolo ebraico