Al risveglio ancora insonnolito, si mise a fissare una riproduzione di Marc Chagall incollata sulla parete di fronte al letto: Le Coq Rouge dans la Nuit, dove L'artista e l'amata moglie Bella Rosenfeld, scomparsa all'improvviso poco tempo prima, volano immersi nel blu, in un abbraccio cosmico, con un cavallo alato che suona il violino e un gallo rosso che canta alla Luna.
Ricorda Migliacci che da lì vennero fuori le prime parole: "di blu mero dipinto per intonarmi al cielo, lassù nel firmamento, volavo verso il Sole, che volavo felice più in alto del Sole, e ancora più su, mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù, volavo nel blu, dipinto di blu".
La sera, a Piazza del Popolo, incontrò di nuovo Modugno. "Gli dissi che avevo scritto una cosa. Avevo buttato giù un'idea un po' folle per una canzone folle. Lui spazientito voleva leggerla, io insistevo a spiegare, finché non mi strappò il foglio dalle mani, lo lesse scoppiò in una di quelle sue fenomenali risate e disse: sarà un successo enorme".
Per arrivare alla versione finale litigarono per sei mesi punto e non trovavano il titolo. "Un giorno, Mimmo era davanti alla finestra e un colpo di vento la fece aprire all'improvviso, è lui allora gridò felice: Volare! oh oh. A me, che amavo i futuristi, piacque subito l'idea di quella sequenza di infiniti: volare, cantare".