estratto del libro Ossigeno illegale di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso
Anche Nunzio Perrella, esponente di punta dell'omonimo clan di Pianura, in provincia di Napoli, si era messo in testa di trasformare l'antico borgo in cui viveva in una discarica a cielo aperto. Finito in carcere, decise di collaborare. Durante un interrogatorio con il magistrato Franco Roberti dichiarò: "Dottò, a monnezza è oro"
Se dovessero togliere ciò che è stato interrato in Campania rischiamo un'altra Chernobyl.
Carmine Schiavone
il volto delle mafie
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spiegò Carmine Schiavone. Durante il periodo in cui aveva deciso di collaborare con la giustizia, raccontò di milioni di tonnellate di roba schiattata, rifiuti tossici, industriali, fanghi termonucleari, veleni sversati assieme ai rifiuti urbani in tante cave calandestine. Spiegò che in molti casi i rifiuti venivano depositati anche quattro metri al di sotto delle falde acquifere. Arrivavano centinaia di camion .... anche da Germania, Francia e Austria.
controllavamo tutto in provincia di Caserta. Avevamo tutti i politici in pugno
Schiavone era entrato a far parte di quella che allora si chiamava "cosa nostra" campana nel 1974. Ad affiliarlo a Milano era stato Luciano Liggio. Dopo la sconfitta di Raffaele Cutolo nella guerra contro la Nuova Famiglia ... Schiavone e altri crearono il loro clan, quello dei Casalesi.
Raccontò che nel clan di cui era amministratore delegato entravano centinaia di miliardi di lire al mese, di cui 2,5 venivano utilizzati per pagare i salari degli affiliati e 500 milioni per corrompere funzionari, investigatori e magistrati. Infine illustrò la strategia del clan:
"Noi avevamo la nostra idea. Dovevamo formare, per la fine del millenio, i nostri giovani come degli infiltrati dentro lo Stato: quindi dovevano diventare magistrati, poliziotti, carabinieri e, perchè no, anche ministri e presidenti del Consiglio.. Per avere i nostri referenti nelle istituzioni"
Di quelle vicende restano le decine di migliaia di morti per cancro, i tanti bambini nati con malformazioni fisiche, lo sfregio al territorio e gli innumerevoli dolori disseminati lungo la cosiddetta "terra dei fuochi", terra di convergenze politiche, di corruzione diffusa, di occhi chiusi e di grida inascoltate.