Zeus è uno dei protagonisti assoluti. La fonte principale delle sue avventure è Ovidio, con Le metamorfosi. E metamorfico è appunto spesso Giove-Zeus, che cambia aspetto per sedurre le giovani donne oggetto del suo desiderio
parliamo di:
- Io
- Danae
- Europa
- Leda
- Callisto
- Olimpia
- Mnemosine
- Maia
- Demetra
- Antiope
- Elettra
- Alcmena
Sono solo alcuni dei nomi più noti, ma
sono più di 60 le amanti di Zeus, tutte rigorosamente fecondate e tutte prese con la violenza o l'inganno.
Un'immagine curiosa è raffigurata da Giulio Romano per Federico II Gonzaga nella sala di Psiche in Palazzo Te, a Mantova. Si tratta di Giove e Olimpia, in cui vediamo
la futura madre di Alessandro Magno stringere a sé Zeus nel momento in cui questi, col fallo eretto, sta riprendendo sembianze umano-divine dopo un iniziale travestimento da serpente. Sulla destra, una figura maschile apre una porta: e Filippo, Re di Macedonia e marito di Olimpia, che non riesce a vedere ciò che sta accadendo perché accecato dai fulmini del dio. Alessandro stesso non disdegnò di alimentare questa sua discendenza divina.
Federico - che Giulio Romano ritrae nelle vesti di Zeus - si immedesimerà così tanto da chiamare proprio Alessandro il figlio nato dalla sua unione con l'amante Isabella Boschetti/Olimpia.
Alcune immagini più di altri, ci restituiscono la realtà sottaciuta di uno sdoganamento della violenza maschile sulle donne sotto al velo ipocrita della cultura classica.
L'arte mette la violenza sotto traccia, e contribuisce così allo sdoganamento dello stupro, lo rende sensuale e "accettabile", a volte perfino romantica conclusione di un gioco seduttivo; e una delle tante possibili varianti dell'arte come intrattenimento: il gioco della caccia e della cattura, in cui in un certo grado di sofferenza per la preda è tollerato.