Il sogno di Giuseppe raffigura il padre di Gesù seduto ad un tavolo, addormentato, con la testa appoggiata sulla mano. Se la posa è semplice e popolare, il panneggio dell'abito e reso in modo assai plastico, conferendogli un effetto monumentale. Il corpo, nei particolari delle braccia, del ginocchio svelato dal panneggio, è reso con accuratezza anatomica e richiama fortemente lo stile di Michelangelo.
Il volto segnato, la capigliatura ingrigita sono dipinti con attenzione puntuale. Accanto a lui, l'angelo con la delicatezza dei suoi tratti, denuncia l'altra fonte primaria di Mengs, quella di Raffaello. L'uso drammatico della luce che appare dietro l'angelo ricorda In particolare l'ultimo Raffaello, influenzato dall'opera di Michelangelo.
San Giuseppe, seduto accanto ad un rozzo tavolo di legno e ai suoi strumenti di falegnameria, si è assopito con la testa appoggiata alle nocche della mano destra e con il gomito sul tavolo, nell'immagine consueta che la tradizione iconografica assegna alla sonnolenza. la visione celestiale che Giuseppe riceve in sogno è raffigurata alle sue spalle:
un angelo etereo e luminoso fa cenno con la mano destra di partire per l'Egitto e di portare in salvo Gesù insieme a Maria. Il bastone che Giuseppe tiene con la sinistra sembra già preludere al lungo cammino che attende lui e la sua famiglia. Il culto tributato al padre putativo di Giuseppe di Gesù riceve un grandissimo incremento a partire dal Quattrocento. L'importanza di Giuseppe è stabilita sul piano dell'immagini sacre, dal ruolo che comincia ad acquisire autonomamente come protagonista delle storie dipinte: è a lui infatti che si rivolge l'Angelo per comunicare la destinazione e il momento del rimpatrio dopo la fuga