Deposizione, dipinto di Raffaello

Deposizione, dipinto di Raffaello

La commissione dell'opera arrivò dopo un fatto di cronaca nera realmente accaduto. Un esponente di una importante casata di Perugia uccise, una notte, tutti i parenti che potevano pretendere alla successione e che quindi rappresentavano per lui una minaccia

L'uomo che aveva pianificato e realizzato la strage era Grifone Baglioni anche detto Grifonetto. Incredibilmente alla mattanza si salva un cugino che, appena incontra il carnefice, si vendica e lo uccide. Ecco che l'assassino diventa anche vittima. La Deposizione è conosciuta anche come Il trasporto di Cristo al sepolcro o Deposizione Baglioni.

Anni dopo la madre di Grifonetto, Atalanta Baglioni nobildonna perugina, dà mandato a Raffaello di realizzare un dipinto che potesse ricordare questa tragedia familiare. Il dolore per la perdita di un figlio. Raffaello realizza una prima bozza immaginando il cadavere già a terra, poi cambia idea.

Un gruppo di uomini sta trasportando, sopra un lenzuolo bianco, il corpo di Gesù. Da un lato Giuseppe d'Arimatea e dall'altro, un giovane uomo che ci da le spalle. Il secondo portatore ha le sembianze del defunto Grifonetto. Il cadavere, alzato da terra, è stato pulito con unguenti e sta per essere trasportato all'interno della grotta della sepoltura di proprietà di Giuseppe di Arimatea. Giovanni l'Evangelista ha le mani giunte in preghiera. Maria Maddalena compie il gesto di accarezzare Gesù, ha i capelli mossi dal vento lasciando intendere che è nell'atto di correre verso il corpo esanime. Le donne sono invece impegnate nell'assistere Maria che è svenuta. La Vergine qui nel suo dolore riporta alle sofferenze di Atalanta Baglioni.

Nello sfondo la collina del Golgota con le tre croci, dove Gesù fu crocifisso

bozza della Deposizione di Raffaello dove Gesù è adagiato per terra bozza della Deposizione di Raffaello dove Gesù è adagiato per terra

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Raffaello esegue la celeberrima pala della deposizione per decorare la cappella Baglioni in San Francesco a Perugia. Come riferisce Vasari, la palla era stata commissionata all'urbinate due anni prima da Atalanta Baglioni, che intendeva commemorare la tragica fine del figlio Grifonetto ucciso per vendetta in una faida familiare. Grifonetto era molto fra le braccia della madre e su richiesta di quest'ultima, con le parole del perdono verso i suoi assassini sulle labbra. Del dipinto di Raffaello l'atmosfera eroica è ricca di pathos, lo svenimento della madre, il corpo commovente senza vita del figlio, acquista uno spessore di significato che va al di là della storia evangelica ricollegandosi alle tragiche vicende e familiare dei Baglioni.

La composizione è costituita da un gruppo centrale che muovendosi da destra a sinistra trasporta il Cristo sostenendolo con un lenzuolo/sudario, verso la grotta/sepolcro. La prima figura a sinistra si sforza di sopportare quasi tutto il peso di Gesù puntellandosi con le gambe contro gli scalini scavati nella roccia.

Alle sue spalle è Giovanni con le mani giunte; al suo fianco probabilmente Giuseppe d'Arimate, il donatore che offre il sepolcro per la sepoltura e partecipa attivamente al trasporto della salma di Cristo. Al centro La Maddalena con sguardo appassionato, si precipita a salutare Gesù per l'ultima volta tenendogli la mano che tuttavia tocca soltanto attraverso un velo sottile e trasparente: nessuno dei presenti sfiora il corpo di Cristo direttamente, chiara metafora della sacralità del corpo eucaristico.

Un giovane di una bellezza ideale, di profilo e in posizione eretta afferra saldamente il lenzuolo all'altezza delle ginocchia di Gesù: la leggenda creatasi intorno al quadro lo identifica con Grifonetto

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