è la prima opera siciliana di Caravaggio, il dipinto venne commissionato dal Senato cittadino in occasione del ripristino della Chiesa di Santa Lucia. Il pittore arriva in Sicilia dopo esser evaso da una cella in cui era detenuto a Malta
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Caravaggio non ritrae il momento del martirio ma il seppellimento della Santa. Nel suolo è adagiato il corpo inerte di Lucia mentre a destra un gruppo di personaggi assiste alla scena. Lucia trova lo scopo della sua vita ed è disposta a morire per un ideale. Amici e parenti la piangono, tra loro una donna inginocchiata con le mani nel volto si dispera dal dolore. Il vescovo benedice la salma sotto il controllo di una guardia. L'incombenza funebre sembra frettolosa. L'autorità religiosa e civile sono collocate in disparte, all'angolo della rappresentazione. Le meste esequie volgono al termine. Ma sono le due enormi figure ai lati del corpo di Lucia che catturano l'attenzione. I possenti seppellitori sono intenti a scavare la fossa che dovrà contenere il corpo della defunta. La donna teneva nella mano destra una palma, simbolo del martirio ma anche di vittoria e immortalità. Ahimè questa componente del quadro non è più visibile.
Nonostante la vita non scorra più in lei, il suo cadavere risplende di luce e il luogo della tumulazione diventerà il tempio in cui verrà venerata la donna. Le spoglie della martire sono oggi conservate nel santuario di Santa Lucia a Venezia