le due orse incominciarono a splendere tra le stelle all'origine dei tempi, quando Zeus conquistò il dominio sull'universo. Prima regnava suo padre Crono, assieme ai Titani: un padre terribile. A lui un oracolo aveva predetto che un figlio lo avrebbe spodestato; perciò, a mano a mano che i neonati uscivano dal ventre della sua sposa Rea, se li faceva portare e li inghiottiva. Nessun figlio sarebbe cresciuto, il tempo sarebbe stato bloccato alla vecchia generazione.
Quando Rea capì di essere incinta dell'ultimo, Zeus, meditò un inganno: appena nacque il figlio, prese una grande pietra ovale, la avvolse in fasce e la porse al padre cannibale. Crono la inghiottì senza accorgersi dell'inganno e così il Rea salvò il neonato. Lo portò oltre il mare, a Creta, dove lo nascose in una grotta; poi tornò dallo sposo per non insospettirlo. A vigilare sul neonato pose due orse, una più grande e l'altra più piccola, che si chiamavano Elice e Cinosura. A nutrirlo con il miele e scesero sciami di api sacre mentre una capra, Amaltea, gli offriva il latte.
Quando Zeus fu cresciuto scacciò dal trono il padre crudele: lo affrontò e lo costrinse a vomitare i suoi fratelli, che divennero gli dei olimpici. Quando Zeus ebbe sconfitto Crono e prese il potere sul mondo, non si dimenticò delle sue custodi: portò le due orse per riconoscenza nella parte più alta del cielo, e in cielo portò anche la capra Amaltea
Bisogna risalire ai tempi più antichi e inoltrarsi in una delle regioni più isolate della Grecia, all'Arcadia. Li regnava Licaone che da varie donne ebbe 50 figli, individui crudeli e selvaggi come lui. Gli arcadi dicevano che proprio Licaone avesse fondato la prima città mai sorta sulla terra, Licosura "coda di lupo". In questo paesino vi erano i resti di un tempio di una dea chiamata Despoina "la signora" che era venerata lì assieme a sua madre Demetra.
Si diceva che Poseidone si fosse invaghito di sua sorella Demetra e che la dea per fuggirlo si fosse trasformato in cavalla; ma Poseidone a sua volta assunse la forma di stallone e la prese. Da questo amplesso animalesco nacquero la figlia Despoina e un cavallo divino, Arione, il più veloce di tutti i cavalli.
Sopra Licosura si alza il monte Liceo dove sorgeva il santuario di Zeus Liceo. In questo luogo si diceva che il re Licaone aveva costruito il più antico altare di Zeus. Dal bestiale Licaone era nato una figlia del tutto diversa, Callisto cioè "la bellissima". Lei era una creatura dei monti e dei boschi; imparò a usare l'arco e le frecce e appena ebbe l'età si unì al corteo delle giovani cacciatrici al seguito di Artemide, che l'amava in modo speciale. Cacciavano sui monti dell'Arcadia, si lavava nelle sorgenti e nessun uomo poteva avvicinarle
un giorno il re dell'Olimpo vide Callisto che dormiva nuda sull'erba di un prato. Immediatamente se ne innamorò e decise di ricorrere ad uno stratagemma e assunse le sembianze della stessa Artemide; in questo modo la ragazza non avrebbe avuto paura di lui. Così si avvicinò a Callisto e si mise a giacere al suo fianco. La giovane donna si ridestò e vide la sua Dea accanto a lei. La finta Artemide iniziò ad accarezzarla ma poco dopo i primi approcci saffici Zeus si rivelò per quello che era e la prese contro la sua volontà poi tornò sull'Olimpo.
Callisto era piena di vergogna per quello che era accaduto e non poteva dire niente ad Artemide e ad alle sue compagne. Un giorno, stanche per la caccia, la dea e le sue seguaci deciso di fare un bagno in un laghetto per rinfrescarsi. Callisto, il cui ventre si era gonfiato, cercò di immergersi nelle acque un po' di nascosto, senza farsi vedere dalle altre, ma Artemide si accorse che era incinta. Per questa colpa la dea la trasformò in orsa: Callisto partorì un figlio che venne chiamato Arcade. La ragazza piangeva e cercava di giustificarsi ma ad un tratto la voce divenne un bramito, il bel viso si allungò e si trasformò in un muso. L'Orsa Callisto iniziò a vagare da sola tra i monti e i boschi, vivendo la sua vita nella forma di quel possente animale, rimpiangendo i tempi in cui era una bellissima cacciatrice e desiderando di poter almeno conoscere suo figlio.
Arcade crebbe e divenne un cacciatore. Un giorno dopo molti anni mentre il giovane era a caccia, si imbatté in un orsa, che a vederlo trasalì. Era Callisto che aveva riconosciuto il figlio. Il giovane ignaro di chi fosse in realtà l'animale, tese l'arco per abbatterlo; la freccia partì, ma non andò a segno e così Arcade non uccise sua madre: in quel momento Zeus impietosito li fece avvolgere da un turbine di vento ed essi volarono e volarono verso la cupola del cielo, e mentre volavano cambiarono forme e divennero stelle, vicine per l'eternità: Callisto fu da allora l'Orsa Maggiore che sfavilla nel cielo del Nord, e dietro la sua coda brilla un'altra costellazione, Boote "il mandriano" suo figlio che veglia sull'orsa