Il dipinto rappresenta Venere, Dea dell'amore e della bellezza, con uno dei suoi amanti, Marte Dio della guerra. Lei sveglia osserva l'uomo addormentato, forse esausto dopo un incontro d'amore. Botticelli vuole indicare l'amore come quello che tutto vince anche contro la guerra?
Dei satiri, circondato la coppia facendo un gran baccano. Un forte soffio all'interno di una conchiglia, che produce uno squillo, non riesce a destare dal sonno il Dio della guerra che ha abbandonato le armi. Nel frattempo i satiri ne approfittano appropriandosi di alcuni oggetti. In tre trasportano la lancia del Dio e l'ultimo della fila indossa un elmo evidentemente troppo grande. Un altro di loro sbuca da sotto il corpo di Marte con addosso l'armatura che gli sta larga tenendo nella mano sinistra un frutto, forse afrodisiaco.
Non si conosce il committente del quadro. Alcuni ipotizzano la famiglia Vespucci che erano vicini della bottega di Botticelli. Le sembianze della donna sono riconducibili a Simonetta Vespucci deceduta 7 anni prima la composizione del dipinto.