Elagabalo: gli eccessi dell’imperatore teenager

Elagabalo: gli eccessi dell’imperatore teenager

Il più empio, scatenato, stravagante degli imperatori romani. Morto a 18 anni come una rockstar maledetta nel 222 d.C. ucciso dai pretoriani che non ne potevano più dei suoi eccessi
le rose di Eliogabalo di Lawrence Alma Tadema, 1888 le rose di Eliogabalo di Lawrence Alma Tadema, 1888
Diventa Imperatore a 14 anni grazie ai meriti delle donne di famiglia: la nonna Mesa, la madre Giulia Soemia, la zia Giulia Mamea e la prozia Giulia Domna, con loro prende forma l'impero delle donne. La marcia di Elagabalo verso l'Impero inizia due generazioni prima di lui con l'affermarsi di una nuova dinastia africana inaugurata da Settimio Severo alla fine del secondo secolo d.C.

Si racconta che sul letto di morte, lasciando in eredità l'impero ai suoi due figli Antonino e Geta, Settimio Severo abbia detto: andate d'accordo tra voi due, arricchite i soldati e non preoccupatevi di tutti gli altri. La raccomandazione paterna non viene ascoltata, i fratelli non vanno d'accordo. Antonino, detto Caracalla per via del particolare mantello gallico che indossa, è il più grande dei due e ha un carattere violento e irascibile. Geta, il minore, è più pacifico. La madre Giulia Domna cerca di appianare i dissensi ma i fratelli sono sospettosi l'uno dell'altro.

Geta va in giro sempre con la scorta ma nel febbraio del 212 d.C., Caracalla per trovarselo di fronte indifeso usa la madre. La convince a convocare i due figli senza scorta nei suoi appartamenti per mettere pace. Giulia Domna gli crede e li convoca. Quando entrambi furono all'interno, dei Centurioni istruiti da Antonino fecero irruzione e assassinarono Geta. Lui vedendolì e colpito, corre morente dalla madre alla quale sarà proibito piangerlo in pubblico

Settimio Severo e Caracalla di Jean Baptiste Greuze, 1769 Settimio Severo e Caracalla di Jean Baptiste Greuze, 1769

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Geta muore tra le braccia della madre di Jacques Pajou, 1788 Geta muore tra le braccia della madre di Jacques Pajou, 1788
Caracalla vuole eliminare ogni memoria del fratello assassinato. In un ritratto della famiglia imperiale si vedono: Settimio Severo, Giulia Domna, Caracalla bambino e poi si nota una cancellatura, del volto di Geta. Caracalla muore vittima di una congiura ordita dal capo dei pretoriani Macrino ( che gli succederà come imperatore) nel 217 d.C. a Carrè nell'attuale Turchia. Giulia Domna isolata e senza protezione, muore lasciandosi morire di fame.

Giulia Domna aveva un sorella, Mesa ricca e risoluta che usa le figlie per tornare al potere. Ha due figlie Giulia Soemia e Giulia Mamea. Entrame hanno avuto un figlio maschio, la sorella più grande è madre di Avito Bassiano di 14 anni chiamato Elagabalo perchè sacerdote del Dio del Sole El-Gabal, mentre Giulia  Mamea è madre di Alessiano di 10 anni. Mesa sparge la voce che entrambe le figlie erano andate a letto con Caracalla e che i ragazzi siano figli dell'imperatore assassinato. Guadagna così il favore dei soldati.

Nonna Mesa fa sapere alle legioni che distribuirà le sue enormi ricchezze a chi sosterrà il nipote Elagabalo. I legionari lo riconoscono come figlio di Caracalla e lo acclamano nuovo imperatore. Lo scontro tra gli esercizi fedeli a due imperatori diversi è inevitabile, l'esito sembra scontrato dato che Macrino è più esperto ma contro i pronostici perde e muore. Elagabalo è solo un ragazzino, le vere comandanti dell'impero sono la nonna Mesa e la madre Giulia Soemia. Il nuovo imperatore è viziato e insiste nel voler praticare i riti orgiastici del suo Dio e secondo i pettegolezzi si fa possedere platealmente da uomini. Nessuno riesce a moderarlo

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Intanto ogni decisione di governo passa dall'approvazione della madre Giulia Soemia a cui spetta anche il privilegio, inaudito ai tempi per una donna, di partecipare alle riunioni del Senato, ma casse vuote, barbari ai confini e senatori e militari scontenti, precipitano gli eventi. Nonna Mesa vorrebbe far salire al trono Alessiano, l'altro nipote, figlio di Giulia Mamea che è stato cresciuto con una educazione romana ed è ben voluto. Elagabalo annuncia il cugino come erede che si farà chiamare Severo Alessandro ma sia lui che la madre Giulia Soemia lo vedono come una minaccia. Provano a farlo fuori ma Alessiano ( Severo Alessandro ) viene difeso dai pretoriani che uccidono e poi decapitano Elagabalo e la madre. Anche Severo Alessandro è troppo giovane per governare e si farà guidare da nonna Mesa e dalla madre Giulia Mamea ... la storia si ripete

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L'INGRESSO DI ELIOGABALO A ROMA

I senatori romani rimasero sconvolti quando arrivò a Roma l'imperatore ragazzino Eliogabalo, nel 218 dopo Cristo. Questi era giunto al trono grazie alle macchinazioni della nonna, cognata di un precedente sovrano. Eliogabalo preferiva vestirsi da donna, e dato che era stato allevato in Siria, lo faceva secondo l'ornata e ricercata moda siriana. Il giovane entrò nella capitale in trionfo su un cocchio estremamente decorato, intorno al quale saltellavano eunuchi mezzi nudi, giovani stallieri liberati e altri schiavi che davano mostra dell'affetto che nutrivano nei suoi confronti. 

Il nuovo signore del mondo romano indossava lunghe vesti di seta e un alto cappello decorato con nastri:  enormi orecchini gli coprivano le guance, gli occhi erano dipinti con anelli concentrici azzurri e oro, e le labbra tinte di blu; aveva i piedi rossi di henné e le mani e i sandali grondanti di gioielli. Accanto a lui, la madre e la nonna portavano simboli di rango elevato precedentemente riservati soltanto agli uomini e avevano il volto completamente mascherato di biacca, belletto, kajal, ombretto azzurro e rossetto, una quantità di trucco che all'epoca portavano soltanto le prostitute

I senatori dovettero certamente aver pensato che la fine dell'Impero fosse prossima e, fatto non sorprendente, Il regno di Eliogabalo fu breve


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