Si racconta che sul letto di morte, lasciando in eredità l'impero ai suoi due figli Antonino e Geta, Settimio Severo abbia detto: andate d'accordo tra voi due, arricchite i soldati e non preoccupatevi di tutti gli altri. La raccomandazione paterna non viene ascoltata, i fratelli non vanno d'accordo. Antonino, detto Caracalla per via del particolare mantello gallico che indossa, è il più grande dei due e ha un carattere violento e irascibile. Geta, il minore, è più pacifico. La madre Giulia Domna cerca di appianare i dissensi ma i fratelli sono sospettosi l'uno dell'altro.
Geta va in giro sempre con la scorta ma nel febbraio del 212 d.C., Caracalla per trovarselo di fronte indifeso usa la madre. La convince a convocare i due figli senza scorta nei suoi appartamenti per mettere pace. Giulia Domna gli crede e li convoca. Quando entrambi furono all'interno, dei Centurioni istruiti da Antonino fecero irruzione e assassinarono Geta. Lui vedendolì e colpito, corre morente dalla madre alla quale sarà proibito piangerlo in pubblico
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l'uomo che scelse l'oriente e in quella direzione doveva guardare l'impero romano. Con lui la storia di Roma e il cristianesimo si incontrano e si mette fine alle persecuzioni cristiane.
Giulia Domna aveva un sorella, Mesa ricca e risoluta che usa le figlie per tornare al potere. Ha due figlie Giulia Soemia e Giulia Mamea. Entrame hanno avuto un figlio maschio, la sorella più grande è madre di Avito Bassiano di 14 anni chiamato Elagabalo perchè sacerdote del Dio del Sole El-Gabal, mentre Giulia Mamea è madre di Alessiano di 10 anni. Mesa sparge la voce che entrambe le figlie erano andate a letto con Caracalla e che i ragazzi siano figli dell'imperatore assassinato. Guadagna così il favore dei soldati.
Nonna Mesa fa sapere alle legioni che distribuirà le sue enormi ricchezze a chi sosterrà il nipote Elagabalo. I legionari lo riconoscono come figlio di Caracalla e lo acclamano nuovo imperatore. Lo scontro tra gli esercizi fedeli a due imperatori diversi è inevitabile, l'esito sembra scontrato dato che Macrino è più esperto ma contro i pronostici perde e muore. Elagabalo è solo un ragazzino, le vere comandanti dell'impero sono la nonna Mesa e la madre Giulia Soemia. Il nuovo imperatore è viziato e insiste nel voler praticare i riti orgiastici del suo Dio e secondo i pettegolezzi si fa possedere platealmente da uomini. Nessuno riesce a moderarlo
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Intanto ogni decisione di governo passa dall'approvazione della madre Giulia Soemia a cui spetta anche il privilegio, inaudito ai tempi per una donna, di partecipare alle riunioni del Senato, ma casse vuote, barbari ai confini e senatori e militari scontenti, precipitano gli eventi. Nonna Mesa vorrebbe far salire al trono Alessiano, l'altro nipote, figlio di Giulia Mamea che è stato cresciuto con una educazione romana ed è ben voluto. Elagabalo annuncia il cugino come erede che si farà chiamare Severo Alessandro ma sia lui che la madre Giulia Soemia lo vedono come una minaccia. Provano a farlo fuori ma Alessiano ( Severo Alessandro ) viene difeso dai pretoriani che uccidono e poi decapitano Elagabalo e la madre. Anche Severo Alessandro è troppo giovane per governare e si farà guidare da nonna Mesa e dalla madre Giulia Mamea ... la storia si ripete
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L'INGRESSO DI ELIOGABALO A ROMA
I senatori romani rimasero sconvolti quando arrivò a Roma l'imperatore ragazzino Eliogabalo, nel 218 dopo Cristo. Questi era giunto al trono grazie alle macchinazioni della nonna, cognata di un precedente sovrano. Eliogabalo preferiva vestirsi da donna, e dato che era stato allevato in Siria, lo faceva secondo l'ornata e ricercata moda siriana. Il giovane entrò nella capitale in trionfo su un cocchio estremamente decorato, intorno al quale saltellavano eunuchi mezzi nudi, giovani stallieri liberati e altri schiavi che davano mostra dell'affetto che nutrivano nei suoi confronti.
Il nuovo signore del mondo romano indossava lunghe vesti di seta e un alto cappello decorato con nastri: enormi orecchini gli coprivano le guance, gli occhi erano dipinti con anelli concentrici azzurri e oro, e le labbra tinte di blu; aveva i piedi rossi di henné e le mani e i sandali grondanti di gioielli. Accanto a lui, la madre e la nonna portavano simboli di rango elevato precedentemente riservati soltanto agli uomini e avevano il volto completamente mascherato di biacca, belletto, kajal, ombretto azzurro e rossetto, una quantità di trucco che all'epoca portavano soltanto le prostitute.
I senatori dovettero certamente aver pensato che la fine dell'Impero fosse prossima e, fatto non sorprendente, Il regno di Eliogabalo fu breve