Documenti inediti del capitano Michel Leroy raccontano gli ultimi giorni nel bunker di Hitler

documenti inediti del capitano Michel Leroy raccontano gli ultimi giorni nel bunker di Hitler

documenti riservati nazisti recuperati da una missione francese segreta nell'aprile 1945, venuti alla luce nel novembre 2016 nel ripostiglio della casa del capitano morto qualche mese prima, rinvenuti dai suoi familiari

Fine aprile i sovietici entrano in città e Hitler si rintana nel bunker sotto la cancelleria del terzo Reich.

Berlino novembre 1945, il capitano Michel Leroy arriva in Germania, trova la città in macerie. Quando la visita non si sapeva esattamente dove stava il bunker di Hitler, ma doveva trovarlo, questa era la sua missione. Berlino era divisa in 4 zone:

  1. ad ovest gli inglesi
  2. a nord i francesi
  3. a sud gli americani
  4. a est i sovietici
Si presuppone che il bunker sia nella zona controllata dai sovietici. Il capitano e i suoi arrivano nella cancelleria, entrano da una finestra, il piano è devastato. I nazisti bruciarono tutto l'archivio prima che la città cadesse nelle mani nemiche, ed evitare che venissero recuperti documenti  importanti da mani nemiche. Gli uomini che compongono la missione non hanno una pianta dell'edificio, sanno che devono scendere nel seminterrato e li  trovano una prima scala. Poi una seconda che li porta nei sotteranei dell'edificio.

Arrivano nel Vorbunker anche se non lo sanno. Si poteva sopravvivere in automonia per diversi giorni li sotto. C'è oscurità assoluta e con le torcie si fanno strada... un quadro danneggiato dall'incendio, due statue di Hitler e Mussolini per terra... scoprono infine una porta di ferro e dietro un altra scala. Sperano di essere sulla strada giusta e infatti arrivano nel Führerbunker.

Sono immersi in un mondo quasi irreale, non c'e' aria, solo odore di bruciato dice il capitano. Attraversano le camere, gli uffici, il dormitorio, le stanze che dovevano ospitare e difendere Hitler e il suo staff. Dodici metri di profondità, un sistema di pompaggio delle acque evitava infiltrazioni. Il bunker era a forma quadrata, ogni lato di quasi 20 metri, ricoperto di 2 metri di terra. Le pareti esterne erano di calcestruzzo spesse 4 metri.

Il rifugio aveva un corridoio centrale e diviso in 3 parti che comprendevano 20 stanze:

  • una parte del corridoio adibita a sala riunioni
  • 4 stanze private
  • 1 stanza per le telecomunicazioni
  • 1 camera da letto di Eva Braun
  • 1 camera da bagno di lei che comunicava nell'ala sud con quella del fuhrer
  • la camera di Hitler
la stanza di Adolf Hitler nel suo bunker ricostruito in questa piantina la stanza di Adolf Hitler nel suo bunker ricostruito in questa piantina

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le affermazioni di Jorge Colotto, il riconoscimento della figlia adottiva, i documenti desecretati delle agenzie segrete e i notevoli avvistamenti tendono a escludere la sua morte nella Berlino assedi...

Ancor qualche documento leggibile si trovava. Divano e poltrone erano sventrati, le sedie rovesciate, detriti di tutti i tipi e libri senza valore. Arrivano in una piccola stanza, scoprono documenti d'archivio di primo ordine, trascurati da chi è arrivato prima di loro nel bunker. Trovano anche un foglio pieno di colori, un disegno di una bambina, la figlia di Martin Bormann. Raccolgono documenti e vanno via ad esaminarli con calma. Tra questi ci sono telegrammi, lettere, ordini militari e disegni.

A Gennaio di quell'anno l'impero vacilla, prima la battaglia delle Ardenne persa dai tedeschi. A febbraio Hitler non può più stare in superficie, si sposta nel bunker e non ne uscirà più. Uno dei telegrammi recuperati diceva

capo rimarrà qui a tutti i costi. Cambio di rotta di 180 gradi. Atmosfera lucida

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Prima nei piani c'era una fuga da Berlino, destinazione le Alpi bavaresi. Poi Hitler cambia idea e comunica che non se ne andrà ed ordina allo staff di lasciare il bunker 18 minuti dopo. Bormann invia un altro telegramma avvisando che solo lui e  e Zander gli resteranno a fianco.

Un altro telegramma da la notizia del tentato suicidio di Hitler , la notizia raggiunge i più alti capi nazisti. Uno di questi rifugiato nelle Alpi bavaresi è Hermann Göring. Questi invia un telegramma il 23 aprile alle 14:53 che arriva al bunker alle 15:10, 7 giorni prima del suicidio. In testa la parola chefsache   "affari del capo"

mio fuhrer
a proposito della vostra decisione di rimanere al vostro posto nella fortezza di Berlino, siete d'accordo che io assuma seduta stante la guida del reich come vostro delegato con pieni poteri in patria e all'estero in accordo con il vostro decreto del 29 giugno 1941?


se non mi giungerà risposta entro le 10 di stasera ne dedurrò che avrete preso la vostra libertà d'azione e che le condizioni fissate dal vostro
decreto siano dunque soddisfatte. Farò del mio meglio nell'interesse del nostro paese e del nostro popolo. Conoscete i sentimenti che nutro per Voi in quest'ora, la peggiore della mia vita, le parole non bastano ad esprimerli, che Dio vi protegga e vi permetta di raggiungerci quanto prima
il vostro devoto
Hermann Goring
23 aprile ore 14:00

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Tossicodipendente e numero due del terzo reich descritto come amorale, disonesto, ladro, assassino, spaccone, spietato ed ambizioso. Viveva nello sfarzo di opere saccheggiate nei territori conquistati...

Il messaggio viene consegnato a Bormann che filtra tutte le comunicazioni indirizzate a Hitler. Bormann non credeva ai suoi occhi. Il telegramma ha effetto  dirompente nel bunker. Bormann convinse Hitler che quel messaggio aveva sapore del tradimento. Hitler, convinto, ordinò che Göring venisse spogliato delle sue cariche e messo agli arresti.

Bormann vuole spingersi ancora più in la e scrive una bozza a mano il 23 aprile alle ore 20:00

destinatario servizio sicurezza del reich: bloccare immediatamente gli uomini di Göring stop inoltre mettere generale Kolar agli arresti. Bormann

Il capitano Leroy scopre un uomo ossessionato dal rivale. La Germania è al collasso ma Bornamm pensa a raccogliere nuove prove contro Göring.

25 aprile, verbali dell'ultima riunione del terzo reich, documento firmato da Hitler. In un ultimo slancio d'orgoglio vuole dimostare a tutti che crede in un esito positivo e che è lui che comanda. Manovra le armate che non ha. Li non c'è spazio per la realtà ma solo illusioni. Hitler ha perso il senso della realtà, ignora dove siano le sue truppe e quelle degli alleati.

Il 30 aprile si uccide nel suo ufficio insieme ad Eva Braun

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