In questi anni infatti, le cure contro il cancro cominciarono a diventare più efficaci - nel 1990 fu introdotto l'ondansetrone, il primo farmaco in grado di limitare la nausea durante la chemioterapia - e quindi a tenere in vita più persone, ma a costo di far loro affrontare terapie lunghe e molto dolorose.
Nel frattempo aveva raggiunto la mezza età la fortissima generazione dei cosiddetti "baby boomer", i figli degli anni quaranta e cinquanta, la generazione era arrivata dopo la guerra che aveva lavorato tutta la vita costruendo un lunghissimo periodo di sviluppo ed espansione economica per gli Stati Uniti; e in un'economia che per decenni aveva fondato la sua espansione sull'industria, sul settore manifatturiero, sulle fabbriche, era difficile trovare degli adulti che non avessero una qualche forma di acciacco. L'aspettativa di vita della classe media si stava allungando moltissimo, ma c'era un seccante prezzo da pagare: il dolore. Cominciò allora emergere una discussione nazionale sulla scarsa attenzione riservata dai medici a questa nuova sfida, alla sua soppressione e al suo contenimento. Ecco, in estrema sintesi, l'innesco, la tempesta perfetta:
- una nuova sensibilità dell'opinione pubblica
- le forti pressioni del governo
- le mutate condizioni sanitarie di milioni di persone a fronte del grande sviluppo economico della seconda metà del Novecento
Sarebbe bastata una di queste condizioni per fare galoppare le case farmaceutiche. Si verificarono tutte e tre insieme.
Nel 1996 una società farmaceutica statunitense - la Purdue Pharma della famiglia Sackler - introdusse un nuovo farmaco antidolorifico, l'OxyContin: esiste ancora, ed è basato su un derivato dell'oppio. I farmaci derivati dall'oppio sono i più potenti ed efficaci anti dolorifici in circolazione: blocca il dolore agendo sui recettori del cervello, ma sopra certe dosi provocano anche una sorta di leggera euforia, alleggeriscono la testa; se usati con regolarità, perdono efficacia e danno dipendenza, ma all'epoca di questo non si parlava granché.
I dirigenti di Purdue fin dal principio rassicurarono medici e consumatori: le pillole di l'OxyContin erano fatti in modo da liberare gradualmente la sostanza nell'organismo, così che gli effetti fossero diluiti nel tempo. Bastava seguire le indicazioni dei medici e non ci sarebbero stati problemi. Nel frattempo, però, Purdue iniziò una campagna mediatica molto aggressiva. Gli spot trasmessi in continuazione dalle televisioni americane mostravano nonne paciose giocare al parco con i loro nipoti, felici di non dover più dire loro "torniamo a casa, alla nonna fa male la schiena"; operai entusiasti di non dover più saltare un solo giorno di lavoro per quel vecchio acciacco; persone che dicevano di essere tornate a vivere, a camminare, a uscire, dall'oggi al domani. Nel giro di poco arrivarono sul mercato diversi farmaci simili.
Nessuna di queste si poteva acquistare liberamente in farmacia, serviva la ricetta di un medico: ma le intense campagne promozionali delle case farmaceutiche prendevano di mira anche i medici, che continuavano a essere sotto pressione da parte del governo, e ottenere una prescrizione descrivendo un mal di schiena era diventato improvvisamente la cosa più facile del mondo. Fu l'inizio della fine.
Le pillole funzionavano ma la loro efficacia spesso non durava le 12 ore promesse dai bugiardini. Moltissimi americani cominciarono quindi ad assumere più di quante gliene fossero state prescritte, semplicemente ingerendone una ogni volta che riaffiorava il dolore. Nessuno li aveva informati dei rischi legati a questi farmaci, i medici li prescrivevano senza fare storie, i costi erano coperti dalle assicurazioni o dallo Stato, le case farmaceutiche erano ben felici di aumentare la produzione. Non c'erano conseguenze evidenti per i pazienti, se non il fatto che le 12 ore, tra un'assunzione e l'altra, diventavano facilmente 8 ,6, 4, 3.
Se vivere con un dolore cronico era debilitante e complicato, farlo dopo aver constatato che una pillola poteva risolvere le cose una volta per tutte era considerato decisamente inaccettabile.
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