Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 429-501, pag 2

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 01; 429-501

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 429-501
[493] Deorum immortalium iudicia solent in scholis proferre de morte, nec vero ea fingere ipsi, sed Herodoto auctore aliisque pluribus

[494] Primum Argiae sacerdotis Cleobis et Bito filii praedicantur

[495] Nota fabula est

[496] Cum enim illam ad sollemne et statum sacrificium curru vehi ius esset satis longe ab oppido ad fanum, morarenturque iumenta, tum iuvenes ii quos modo nominavi veste posita corpora oleo perunxerunt, ad iugum accesserunt

[497] Ita sacerdos advecta in fanum, cum currus esset ductus a filiis, precata a dea dicitur, ut id illis praemi daret pro pietate, quod maxumum homini dari posset a deo; post epulatos cum matre adulescentis somno se dedisse, mane inventos esse mortuos
[493] Nelle scuole i giudizi degli dèi immortali sono soliti riferirsi alla morte, e invero non sono stati inventati da loro, ma dallo scrittore Erodoto e da molti altri autori

[494] Dapprima sono narrati gli esempi di Cleobi e di Bitone, figli di una sacerdotessa argiva

[495] La storia è nota

[496] Infatti essendoci la consuetudine di un sacrificio solenne e periodico per cui ella doveva essere condotta su un carro dalla città al tempio che era abbastanza lontano, e poiché le bestie erano in ritardo, allora i giovani che ho appena citato, dopo essersi tolti gli abiti, si cosparsero i corpi di olio e si misero sotto il giogo

[497] Allora la sacerdotessa giunta al tempio, sul carro trainato dai figli, si dice che abbia pregato la dea, affinché per la loro devozione desse a costoro come premio, il dono più grande che possa essere dato alluomo dalla divinità; si dice che dopo il banchetto con la madre i giovani andarono a dormire, e il giorno successivo furono trovati morti
[498] Simili precatione Trophinius et Agamedes usi dicuntur; qui cum Apollini Delphis templum exaedificavissent, venerantes deum petiverunt mercedem non parvam quidem operis et laboris sui, nihil certi, sed quod esset optumum homini

[499] Quibus Apollo se id daturum ostendit post eius diei tertium; qui ut inluxit, mortui sunt reperti

[500] Iudicavisse deum dicunt, et eum quidem deum cui reliqui di concessissent ut praeter ceteros divinaret

[501] Adfertur etiam de Sileno fabella quaedam; qui cum a Mida captus esset, hoc ei muneris pro sua missione dedisse scribitur: docuisse regem non nasci homini longe optimum esse, proximum autem quam primum mori
[498] Si dice che Trofinio e Agamede avessero simili usi di preghiera; essi dopo aver costruito il tempio di Apollo a Delfi, supplicando il dio gli chiesero un compenso certamente non inadeguato alla loro fatica e al loro lavoro, nulla di preciso, ma ciò che di meglio ci fosse per luomo

[499] Apollo lasciò loro intendere che lavrebbe concesso dopo due giorni; essi, appena spuntò il sole, furono trovati morti

[500] Dicono che il dio espresse il suo giudizio, e certamente quel dio al quale gli altri dèi avevano concesso di predire il futuro

[501] Anche a proposito di Sileno si racconta una storiella; è scritto che quando egli fu catturato da Mida, gli diede questo dono in cambio della sua liberazione: insegnò al re che per luomo è di gran lunga migliore non nascere, poi, subito dopo, morire quanto prima possibile

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