Cicerone, In Verrem: 02; 46-50, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 46-50

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 46-50

[XLIX] In sartis tectis vero quem ad modum se gesserit quid ego dicam

Dixerunt qui senserunt; sunt alii qui dicant; notae res ac manifestae prolatae sunt et proferentur

[128]Dixit Cn Fannius, eques Romanus, frater germanus Q Titini, iudicis tui, tibi pecuniam se dedisse

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Cn Fanni testimonium

Nolite Cn Fannio dicenti credere, noli, inquam, tu, Q Titini, Cn Fannio, fratri tuo, credere; dicit enim rem incredibilem; C Verrem insimulat avaritiae et audaciae, quae vitia videntur in quemvis potius quam in istum convenire

Dixit Q Tadius, homo familiarissimus patris istius, non alienus a matris eius genere et nomine; tabulas protulit, quibus pecuniam se dedisse ostendit

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Nomina Q Tadi

Testimonium Q Tadi

Ne Tadi quidem tabulis nec testimonio credemus
[XLIX] A che parlare, poi, del suo comportamento nel controllo dei lavori di manutenzione dei pubblici edifici

Ne ha parlato chi ne ha fatto esperienza e ne parleranno anche altri: si sono citati e si citeranno fatti noti ed evidenti

[128] Gneo Fannio, cavaliere romano e fratello germano di Q Titinio, che fa parte della giuria, ha dichiarato di averti consegnato del denaro

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TESTIMONIANZA DI GNEO FANNIO

Non prestate fede alle parole di Cn Fannio, non prestare fede tu, lo ripeto, Q Titinio, a tuo fratello Cn Fannio; dice cose incredibile; accusa C Verre di avidità e di impudenza, vizi che, comè evidente, si addicono a chiunque altro piuttosto che a costui

Ne ha parlato Q Tadio che è un grande amico del padre di Verre e non è un estraneo per la famiglia e il nome della madre; ha presentato libri contabili dai quali risultano dei versamenti fatti a Verre

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TITOLI DI CREDITO DI Q TADIO

DEPOSIZIONE DI Q TADI

Non crederemo neppure ai registri e alla deposizione di Q Tadio
Quid igitur in iudiciis sequemur

Quid est aliud omnibus omnia peccata et maleficia concedere nisi hoc, hominum honestorum testimoniis et virorum bonorum tabulis non credere

[129] Nam quid ego de cotidiano sermone querimoniaque populi Romani loquar, de istius impudentissimo furto seu potius novo ac singulari latrocinio

Ausum esse in aede Castoris, celeberrimo clarissimoque monumento quod templum in oculis cotidianoque aspectu populi Romani positum est, quo saepe numero senatus convocatur, quo maximarum rerum frequentissimae cotidie advocationes fiunt in eo loco in sermone hominum audaciae suae monumentum aeternum relinquere

[L, 130] Aedem Castoris, iudices, P Iunius habuit tuendam de L Sulla Q Metello consulibus
Quale criterio dunque seguiremo nella celebrazione dei processi

Il non prestare fede alle testimonianze delle persone oneste e ai registri dei galantuomini non equivale forse a concedere a tutti il diritto di compiere colpe e misfatti di ogni specie

[129] E che dire poi di quello che è quotidianamente il soggetto delle conversazioni e delle lamentele del popolo romano, cioè di quel furto scandaloso o piuttosto di quel nuovo ed eccezionale atto di brigantaggio che il nostro imputato ha commesso

Ed è, si dice, nel tempio di Castore, uno dei nostri templi più frequentati e più famosi, che è esposto quotidianamente agli occhi del popolo romano e ne attira gli sguardi, che è spesso sede delle convocazioni del senato e ogni giorno di affollatissime riunioni per deliberare su questioni della massima importanza, è in quel tempio, è nellopinione pubblica che egli ha osato lasciare un segno della sua impudenza che il tempo non riuscirà mai a cancellare

[L, 130] P Giunio, signori giudici, ebbe fin dal consolato di L Silla e Q Metello lincarico dei lavori di manutenzione del tempio di Castore
Is mortuus est; reliquit pupillum parvum filium

Cum L Octavius C Aurelius consules aedis sacras locavissent neque potuissent omnia sarta tecta exigere, neque ii praetores quibus erat negotium datum, C Sacerdos et M Caesius, factum est senatus consultum, quibus de sartis tectis cognitum et iudicatum non esset, ut C Verres R Caelius praetores cognoscerent et iudicarent

Qua potestate iste permissa sic abusus est ut ex Cn Fannio et ex Q Tadio cognovistis, verum tamen cum esset omnibus in rebus apertissime impudentissimeque praedatus, hoc voluit clarissimum relinquere indicium latrociniorum suorum, de quo non audire aliquando sed videre cotidie possemus

[131] Quaesivit quis aedem Castoris sartam tectam deberet tradere
Egli però morì lasciando sotto tutela un figlio minorenne

I consoli L Ottavio e G Aurelio avevano a loro volta dato in appalto la manutenzione dei templi, ma non avevano potuto, nè loro nè i pretori incaricati di farlo, C Sacerdote e M Cesio controllare la perfetta esecuzione di tutti i lavori; il senato allora emanò un decreto in base al quale i pretori C Verre e P Celio dovevano procedere a unispezione ed esprimere il loro giudizio su quei lavori di manutenzione per i quali non ci fossero stati precedentemente nè ispezione né conseguente giudizio

Gli abusi ai quali si abbandonò il nostro imputato nelleseguire questincarico che gli era stato affidato, li avete già uditi da Cn Fannio e da Q Tadio ; e tuttavia, dopo essersi dato in tutte le occasioni ad arraffare nel modo più manifesto e impudente, volle pure lasciare delle sue ruberie una prova così evidente che noi potessimo non già sentirne parlare solo qualche volta, ma addirittura averla davanti agli occhi ogni giorno

[131] Sinformò su chi dovesse consegnare il tempio di Castore in perfetto stato

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Cicerone, In Verrem: 01; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 01; 01-05

Iunium ipsum mortuum esse sciebat; scire volebat ad quem illa res pertineret

Audit pupillum esse filium

Homo qui semper ita palam dictitasset, pupillos et pupillas certissimam praedam esse praetoribus, optatum negotium sibi in sinum delatum esse dicebat

Monumentum illa amplitudine, illo opere, quamvis sartum tectum integrumque esset, tamen aliquid se inventurum in quo moliri praedarique posset arbitrabatur

[132] L Habonio aedem Castoris tradi oportebat: is casu pupilli luni tutor erat testamento patris: cum eo sine ullo intertrimento convenerat iam quem ad modum traderetur

Iste ad se Habonium vocat; quaerit ecquid sit quod a pupillo traditum non sit, quod exigi debeat
Sapeva della morte di Giunio e voleva sapere chi sinteressava della cosa

Apprende così del figlio minorenne

Ed ecco il nostro uomo, che aveva sempre proclamato ai quattro venti che gli orfani e le orfane costituiscono per i pretori la preda più sicura, dichiarare questa volta che gli era venuto in saccoccia un affare veramente ambito

Pensava infatti che un tempio così vasto e di così bella fattura, per quanto si trovasse in perfette condizioni e immune da difetti, poteva sempre offrire alla sua inventiva qualche appiglio per le sue trame e le sue ruberie

[132] La consegna del tempio di Castore spettava per legge a L Abonio , che si trovava ad essere, in base al testamento del padre, tutore del pupillo Giunio: cera già stato un accordo sulle modalità della consegna, senza danno per nessuna delle due parti

Verre manda a chiamare Abonio e gli chiede se nella consegna fatta dal pupillo non avesse notata qualche inadempienza di cui si dovesse esigere lesecuzione
Cum ille, id quod erat, diceret facilem pupillo traditionem esse, signa et dona comparere omnia, ipsum templum omni opere esse integrum, indignum isti videri coepit ex tanta aede tantoque opere se non opimum praeda, praesertim a pupillo, discedere E quello giù a dire comera vero che si trattava per il pupillo di una consegna facile, che le statue e i doni votivi erano tutti al loro posto e che il tempio stesso era in perfette condizioni in tutte le sue parti; fu allora che il nostro imputato cominciò a masticare amaro pensando di dover abbandonare un tempio così vasto e una costruzione così importante senza essersi ben bene caricato di preda, specialmente a danno di un pupillo

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