Cicerone, In Verrem: 02; 46-50

Cicerone, In Verrem: 02; 46-50

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 46-50

#cicero #inVerrem
[XLVI, 118] Ac, per deos immortalis

quid est quod de hoc dici possit

Iterum enim iam quaero abs te, sicut modo in illo capite Anniano de mulierum hereditatibus, nunc in hoc de hereditatum possessionibus, cur ea capita in edictum provinciale transferre nolueris

Utrum digniores homines existimasti eos qui habitant in provincia quam nos qui aequo iure uteremur, an aliud Romae aequum est, aliud in Sicilia

Non enim hoc potest hoc loco dici, multa esse in provinciis aliter edicenda; non de hereditatum quidem possessionibus, non de mulierum hereditatibus

Nam in in utroque genere video non modo ceteros, sed te ipsum totidem verbis edixisse quot verbis edici Romae solet
[XLVI, 118] E, in nome degli dei immortali

che si potrebbe dire di tutto questo

Ti ripeto infatti adesso, a proposito di questo articolo sul possesso delleredità, la domanda che tho già posto pocanzi a proposito di quello sulleredità delle donne concernente Annio perché non hai voluto inserire tali articoli pure nelleditto emanato in provincia

Hai forse ritenuto gli uomini che abitano nella provincia più meritevoli di noi di avere giuste norme di diritto, oppure la giustizia è una cosa a Roma e unaltra in Sicilia

Infatti qui non si potrebbe dire a proposito che nelle province molte disposizioni edittali devono essere diverse; non certo quelle riguardanti il possesso delle eredità e le eredità delle donne

In entrambi questi casi, infatti, vedo che non solo gli altri pretori, ma anche tu stesso avete parola per parola riprodotto le disposizioni che si ripetono di solito a Roma negli editti urbani
Quae Romae magna cum infamia pretio accepto edixeras, ea sola te, ne gratis in provincia male audires, ex edicto Siciliensi sustulisse video

[119] Et cum edictum totum eorum arbitratu, quam diu fuit designatus, componeret qui ab isto ius ad utilitatem suam nundinarentur, tum vero in magistratu contra illud ipsum edictum suum sine ulla religione decernebat

Itaque L Piso multos codices implevit earum rerum in quibus ita intercessit, quod iste aliter atque ut edixerat decrevisset; quod vos oblitos esse non arbitror, quae multitudo, qui ordo ad Pisonis sellam isto praetore solitus sit convenire; quem iste conlegam nisi habuisset, lapidibus coopertus esset in foro
E hai tolto, lo vedo bene, dalleditto di Sicilia, per non avere in provincia cattiva fama gratis, solo quelle norme che avevi con grande disonore emanate a Roma dietro pagamento

[119] E per tutto il tempo che fu pretore designato, si dava sì a redigere il suo editto interamente a beneplacito di coloro che compravano da lui norme favorevoli ai loro interessi, ma poi nellesercizio della sua carica non si faceva nessun scrupolo di emettere sentenze in contrasto con il suo stesso editto

Così L Pisone riempì molti libri registrando tutti i casi in cui egli fece opposizione alle decisioni del nostro imputato perché prese in contrasto con le prescrizioni del suo editto; che voi non avete dimenticato penso che folla di gente che fila ordinata si adunava di solito davanti al seggio di Pisone durante la guerra di costui, che sarebbe stato certamente lapidato nel foro se non avesse avuto Pisone come collega
Sed eo leviores istius iniuriae videbantur quod erat in aequitate prudentiaque Pisonis paratissimum perfugium, quo sine labore, sine molestia, sine impensa, etiam sine patrono homines uterentur

[120] Nam, quaeso, redite in memoriam, iudices, quae libido istius in iure dicundo fuerit, quae varietas decretorum, quae nundinatio, quam inanes domus eorum omnium qui de iure civili consuli solent, quam plena ac referta Chelidonis; a qua muliere cum erat ad eum ventum et in aurem eius insusurratum, alias revocabat eos inter quos iam decreverat, decretumque mutabat, alias inter aliquos contrarium sine ulla religione decernebat ac proxumis paulo ante decreverat
Invece le sue ingiurie sembravano meno gravi in quanto si trovava nello spirito di giustizia e nella preparazione giuridica di Pisone un rifugio sempre aperto,al quale si poteva fare ricorso senza fatica, senza difficoltà, senza spesa, perfino senza patrono

[120]Infatti, vi prego, signori giudici, richiamate alla vostra memoria gli abusi sfrenati i autorità di Verre nellamministrazione della giustizia, la diversità delle sue decisioni, il traffico che faceva, il vuoto che regnava in casa di tutti i giureconsulti e la folla che invece riempiva quella di Chelidone; quando costei andava a trovarlo e gli sussurrava qualcosa allorecchio, talora egli richiamava le di un caso già deciso e modificava la sentenza, talaltra non si faceva alcuno scrupolo di dare un altro caso un giudizio già deciso opposto a quello dato poco prima in un caso precedente

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Cicerone, In Verrem: 01; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 01; 01-05

[121] Hinc illi homines erant qui etiam ridiculi inveniebantur ex dolore; quorum alii, id quod saepe audistis, negabant mirandum esse ius tam nequam esse Verrinum; alii etiam frigidiores erant, sed quia stomachabantur ridiculi videbantur esse, cum Sacerdotem exsecrabantur qui Verrem tam nequam reliquisset

Quae ego non commemorarem neque enim perfacite dicta neque porro hac severitate digna sunt -, nisi vos illud vellem recordari, istius nequitiam et iniquitatem tum in ore vulgi atque in communibus proverbiis esse versatam

[XLVII, 122] In plebem vero Romanam utrum superbiam prius commemorem an crudelitatem

Sine dubio crudelitas gravior est atque atrocior

Oblitosne igitur hos putatis esse quem ad modum sit iste solitus virgis plebem Romanam concidere
[121] E così che cerano di quelli che per lindignazione si scoprivano addirittura spiritosi; e di questi alcuni, comè giunto spesso alle vostre orecchie, dicevano che non cera da meravigliarsi se la giustizia di Verre era così cattiva come il brodo di verro; altri erano ancora più insulsi-ma la loro indignazione li faceva apparire spiritosi- e maledicevano il Sacerdote perché aveva lasciato in vita un verro così iniquo

Tutte battute , queste, che io non ricorderei, non sono infatti molto spiritose né daltra parte si confanno alla serietà di questo tribunale, se non volessi che voi richiamaste alla memoria che la malvagità e liniquità dellimputato erano allora sulla bocca del popolino ed erano divenute proverbiali

[XLVII, 122] Quanto poi alla sua condotta nei riguardi della plebe romana cosa debbo ricordare prima la sua arroganza o la sua crudeltà

La crudeltà è senza dubbio una cosa più grave ed atroce

Ritenete dunque che i presenti abbiano dimenticato la sua consuetudine di far flagellare la plebe romana
Quam rem etiam tribunus plebis in contione egit, cum eum quem iste virgis ceciderat in conspectum populi Romani produxit; cuius rei recognoscendae faciam vobis suo tempore potestatem

[123] Superbia vero quae fuerit quis ignorat

Quem ad modum iste tenuissimum quemque contempserit, despexerit, liberum esse numquam duxerit

P Trebonius viros bonos et honestos compluris fecit heredes; in iis fecit suum libertum

Is A Trebonium fratrem habuerat proscriptum

Ei cum cautum vellet, scripsit ut heredes iurarent se curaturos ut ex sua cuiusque parte ne minus dimidium ad A Trebonium illum proscriptum perveniret
Un argomento del quale si occupò in assemblea anche un tribuno della plebe i quando presentò al popolo romano un cittadino che era stato da costui sottoposto a flagellazione; ma è questo un caso sul quale vi darò loccasione di ritornare quando sarà il momento

[123] Quanto poi alla sua arroganza di allora, chi la ignora

Come nessuno ignora il suo assoluto disprezzo per tutte le persone di umilissima condizione, da lui non ritenute libere, mai

P Trebonio istituì suoi eredi numerose persone dabbene e onorate; tra questi un suo liberto

Suo fratello A Trebonio era stato proscritto

Egli, volendo provvedere a lui, impegnò nel suo testamento gli eredi a giurare che ognuno avrebbe fatto pervenire al proscritto A Trebonio non meno della metà della propria parte di eredità

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Libertus iurat; ceteri heredes adeunt ad Verrem, docent non oportere se id iurare facturos esse quod contra legem Corneliam esset, quae proscriptum iuvari vetaret; impetrant ut ne iurent; dat his possessionem

Id ego non reprehendo; etenim erat iniquum homini proscripto egenti de fraternis bonis quicquam dari

Libertus, nisi ex testamento patroni iurasset, scelus se facturum arbitrabatur; [124] Itaque ei Verres possessionem hereditatis negat se daturum, ne posset patronum suum proscriptum iuvare, simul ut esset poena quod alterius patroni testamento obtemperasset

Das possessionem ei qui non iuravit; concedo; praetorium est

Adimis tu ei qui iuravit; quo exemplo

Proscriptum iuvat; lex est, poena est

Quid ad eum qui ius dicit
Il liberto giura; gli altri eredi si recano da Verre informandolo dellilliceità di un giuramento che li impegnava a fare una cosa contraria alla legge Cornelia , che vietava di aiutare un proscritto; ottengono così di non giurare e vengono immessi nel possesso delleredità

Un provvedimento che io non biasimo: era infatti uniniquità dare qualcosa dei beni del fratello a un proscritto in miseria

Il liberto riteneva di commettere una grave colpa se non prestava il giuramento voluto dal testamento del suo patrono; [124] E così Verre si rifiuta di concedergli il possesso delleredità, per impedirgli di aiutare il suo patrono proscritto e insieme per punirlo di aver obbedito alle disposizioni testamentarie dellaltro trono

Tu concedi il possesso a chi non ha giurato; è diritto del pretore

Lo neghi a chi ha giurato;in base a quale precedente

Aiuta un proscritto; cè una legge per questo, cè una pena

Che interessa ciò a chi presiede un tribunale civile
Utrum reprehendis quod patronum iuvabat eum qui tum in miseriis erat, an quod alterius patroni mortui voluntatem conservabat, a quo summum beneficium accepetat

Utrum horum reprehendis

Et hoc tum de sella vir optimus dixit: "Equiti Romano tam locupleti libertinus homo sit heres

" O modestum ordinem, quod illinc vivus surrexerit

[125] Possum sescenta decreta proferre in quibus, ut ego non dicam, pecuniam intercessisse ipsa decretorum novitas iniquitasque declarat; verum ut ex uno de ceteris coniecturam facere possitis, id quod priore actione didicistis, audite

[XLVIII] C Sulpicius Olympus fuit; is mortuus est C Sacerdote praetore, nescio an antequam Verres praeturam petere coeperit; fecit heredem M Octavium Ligurem
Di cosa lo biasimi, dellaiuto che voleva dare al patrono che allora si trovava in strettezze, oppure del rispetto della volontà dellaltro patrono che lo aveva assai beneficato

Quale di questi due fatti tu biasimi

Ed ecco le parole pronunciate allora dall alto del suo seggio dal nostro galantuomo: Un liberto sarà lerede di un cavaliere romano così facoltoso

O classe davvero piena di moderazione per averlo lasciato alzare vivo dal suo seggio

[125]Potrei citare infinite altre sentenze, a proposito delle quali, se pure non fossi io a dirlo, la loro stessa novità e iniquità dimostrano con tutta evidenza che ci fu traffico di denaro; ma perché vi sia possibile da una sola avere unidea di tutte le altre, ascoltate un caso che la prima fase del processo ha già portato a vostra conoscenza

[XLVIII] Un tale C Sulpicio Olimpo morì durante la pretura di C Sacerdote, probabilmente prima che Verre cominciasse a brigare per lelezione a pretore; egli istitui suo erede M Ottavio Ligure

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Ligus hereditatem adiit; possedit Sacerdote praetore sine ulla controversia

Posteaquam Verres magistratum iniit, ex edicto istius, quod edictum Sacerdos non habuerat, Sulpici patroni filia sextam partem hereditatis ab Ligure petere coepit

Ligus non aderat

L frater eius causam agebat; aderant amici, propinqui

Dicebat iste, nisi cum muliere decideretur, in possessionem se ire iussurum

L Gellius causam Liguris defendebat; docebat edictum eius non oportere in eas hereditates valere quae ante eum praetorem venissent; si hoc tum fuisset edictum, fortasse Ligurem hereditatem aditurum non fuisse

Aequa postulatio, summa hominum auctoritas pretio superabatur
Ligure entrò in possesso delleredità; la conservò senza opposizione per tutta la durata della pretura di Sacerdote

Quando poi Verre entrò in carica, in base a un articolo del suo editto che non esisteva in quello di Sacerdote, la figlia del patrono di Sulpicio si mise a reclamare da Ligure la sesta parte delleredità

Ligure non era a Roma

Sosteneva la causa suo fratello Lucio con lassistenza di parenti e di amici

Verre dichiarava che, se non si veniva a un accordo con la donna, egli lavrebbe autorizzata a prendere possesso della sua parte deredità

Il difensore di Ligure era L Gellio; egli sosteneva che leditto di Verre non era legalmente valido per le eredità ricevute anteriormente alla sua pretura; se una norma simile fosse esistita allora, probabilmente Ligure non sarebbe entrato in possesso delleredità

La richiesta era giusta, lautorità di chi la sosteneva era grandissima: ma non potevano nulla contro la potenza del denaro
[126] Venit Romam Ligus; non dubitabat quin, si ipse Verrem convenisset, aequitate causae, auctoritate sua commovere hominem posset

Domum ad eum venit, rem demonstrat, quam pridem sibi hereditas venisset docet; quod facile homini ingenioso in causa aequissima fuit, multa quae quemvis commovere possent dixit; ad extremum petere coepit ne usque eo suam auctoritatem despiceret gratiamque contemneret ut se tanta iniuria adficeret

Homo Ligurem accusare coepit, qui in re adventicia atque hereditaria tam diligens, tam attentus esset; debere eum aiebat suam quoque rationem ducere; multa sibi opus esse, multa canibus suis, quos circa se haberet

Non possum illa planius commemorare quam ipsum Ligurem pro testimonio dicere audistis

[127] Quid est, Verres
[126] Ligure tornò a Roma, ben sicuro che in un incontro personale con Verre avrebbe potuto, facendo leva sulla giustizia della sua causa e sulla sua autorità personale, farlo recedere dal suo punto di vista

Si reca dunque a casa sua, gli spiega la cosa, lo informa da quanto tempo gli è toccata quelleredità; come era ben facile a un uomo intelligente in una causa così giusta, addusse molti argomenti capaci di piegare chiunque e concluse pregandolo di non avere a vile la sua autorità e di non tenere in poco conto il suo credito fino al punto di fargli un torto così grave

Il nostro uomo si diede allora a rimproverare Ligure di mettere tanto zelo e tanto interesse a proposito di uneredità toccatagli in via eccezionale; doveva tener conto anche delle sue esigenze; erano molte, sia quelle personali che quelle degli scagnozzi che aveva intorno

Non potrei ricordare i fatti con una chiarezza maggiore di quella dello stesso Ligure, come avete udito durante la sua deposizione testimoniale

[127] Che cè, Verre

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Utrum ne his quidem testibus credetur, an haec ad rem non pertinent

Non credemus M Octavio, non L Liguri

Quis nobis credet, cui nos

Quid est quod planum fieri testibus possit, si hoc non fit

An id quod dicunt leve est

Nihil levius quam praetorem urbanum hoc iuris in suo magistratu constituere, omnibus quibus hereditas venerit coheredem praetorem esse oportere

An vero dubitamus quo ore iste ceteros homines inferiores loco, auctoritate, ordine, quo ore homines rusticanos ex municipiis, quo denique ore, quos numquam liberos putavit, libertinos homines solitus sit appellare, qui ob ius dicendum M Octavium Ligurem, hominem ornatissimum loco, ordine, nomine, virtute, ingenio, copiis, poscere pecuniam non dubitavit
Non si crederà nemmeno a questi testimoni, oppure tutto ciò non è pertinente

Non presteremo fede a M Ottavio, non a L Ligure

Chi crederà a noi e a chi crederemo noi

Cosa si potrebbe provare mediante testimoni se non cè prova nel nostro caso

Oppure le loro deposizioni non hanno importanza

Ma non cè nulla di meno importante dellatto dun pretore urbano il quale durante la sua magistratura sancisca questa norma di diritto, cioè che il pretore deve essere coerede con chiunque riceva uneredità

E possiamo, daltra parte, avere dei dubbi sul disprezzo che aveva di solito sul volto quando si rivolgeva agli altri che gli erano inferiori per nascita, autorità, classe sociale; quando si rivolgeva ai contadini dei municipi e, per concludere, ai liberti, che egli non ha mai considerato di condizione libera, se per dare una giusta sentenza non esitò a chiedere denaro a M Ottavio Ligure, cioè a un uomo al quale la nascita, la classe sociale, il nome, la virtù, lingegno e i mezzi conferivano grandissima distinzione

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