Cicerone, In Verrem: 02; 05-06-10, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 05-06-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-06-10

[21] Nullam in te invidiam ne ex illis quidem rebus concitabo, cum esset talis vir in carcere, in tenebris, in squalore, in sordibus, tyrannicis interdictis tuis patri exacta aetate et adulescenti filio adeundi ad illum miserum potestatem numquam esse factam

Etiam illud praeteribo, quotienscumque Panhormum veneris illo anno et sex mensibus nam tam diu fuit Apollonius in carceretotiens te senatum Panhormitanum adisse supplicem, cum magistratibus sacerdotibusque publicis, orantem atque obsecrantem ut aliquando ille miser atque innocens calamitate illa liberaretur

Relinquo haec omnia; quae si velim persequi, facile ostendam tua crudelitate in alios omnis tibi aditus misericordiae iudicum iam pridem esse praeclusos
[21] Non coglierò l'occasione per suscitare odiosità nei tuoi confronti neppure rifacendomi a quell'altra circostanza: quando un uomo come lui era rinchiuso fra le mura di un carcere, nelle tenebre, nello squallore, nella sporcizia, grazie ai tuoi veti tirannici il padre ormai molto anziano e il figlio adolescente non ot tennero mai il permesso di far visita a quel poveretto

Neppure su questo mi soffermerò, che ogniqualvolta tu arrivasti a Palermo nel corso di quell'anno e mezzo -bi sogna appunto precisare che Apollonio restò in carcere per tutto quel tempo-, i senatori palermitani con le autorità e i sacerdoti pubblici si presentarono sempre da vanti a te in atteggiamento supplichevole pregandoti e scongiurandoti di liberare una buona volta quell'infelice quell'innocente da quella tremenda disgrazia

Ma lascio tutto questo: se intendessi passare in rassegna ogni singola circostanza, potrei fa cilmente dimostrare che tu, con la tua crudeltà verso gli altri, già da tempo ti sei sbarrato ogni accesso alla pietà dei giudici
[IX, 22] Omnia tibi ista concedam et remittam; provideo enim quid sit defensurus Hortensius; fatebitur apud istum neque senectutem patris neque adulescentiam fili neque lacrimas utriusque plus valuisse quam utilitatem salutemque provinciae; dicet rem publicam administrari sine metu ac severitate non posse; quaeret quam ob rem fasces praetoribus praeferantur, cur secures datae, cur carcer aedificatus, cur tot supplicia sint in improbos more maiorum constituta [IX, 22] Su tutti questi addebiti chiuderò un oc chio e te li condonerò; prevedo infatti cosa sta per dire Ortensio nel suo discorso di difesa;riconoscerà che da vanti a Verre né la vecchiaia di un padre né l'adolescenza di un figlio né le lacrime dell'uno e dell'altro hanno con tato di più del benessere e della salvezza della provincia; sosterrà che una seria politica di governo non pub non incutere timore e ricorrere a misure severe; chiederà per ché mai i governatori sono preceduti dai fasci littori, per ché sono state loro concesse le scuri, perché è stato co struito un carcere, perché sono state stabilite tante pene contro i delinquenti seguendo le consuetudini fissate dai nostri antenati
Quae cum omnia graviter severeque dixerit, quaeram cur hunc eundem Apollonium Verres idem repente nulla re nova adlata, nulla defensione, sine causa de carcere emitti iusserit; tantumque in hoc crimine suspicionis esse adfirmabo ut iam ipsis iudicibus sine mea argumentatione coniecturam facere permittam quod hoc genus praedandi, quam improbum, quam indignum, quamque ad magnitudinem quaestus immensum infinitumque esse videatur

[23] Nam quae iste in Apollonio fecit, ea primum breviter cognoscite quot et quanta sint, deinde haec expendite atque aestimate pecunia: reperietis idcirco haec in uno homine pecunioso tot constituta ut ceteris formidines similium incommodorum atque exempla periculorum proponeret
Io dopo che avrà esposto tutti questi punti solennemente e fieramente, gli chiederò per chè proprio Verre, e non un altro, abbia improvvisamen te fatto scarcerare proprio il nostro Apollonio, e non un altro, senza che fosse emersa nessuna nuova circostanza, interventi difensivi a suo favore, così senza moti ; e dichiarerò che su questo punto dell'accusa si adden sano sospetti così gravi che sarò disposto a permettere ai giudici di congetturare ormai da sé soli, senza aspettare mie argomentazioni, in che cosa consista, a quel che e, questo genere di rapina, quanto sia criminale, quanto sia obbrobrioso, quanto sia smisurato e sfrenato procurare gli enormi guadagni che ha per fine

[23]Prima di tutto infatti considerate brevemente la quantità e l'importanza delle ingiustizie compiute da Verre nel caso di Apollonio, poi pesatele e fatene la stima in denaro: arriverete a questa conclusione che sono stati perpetrati tanti soprusi ai danni di un solo uomo danaroso col preciso scopo di mettere davanti agli occhi di tutti gli altri la paura di dover incappare in sventure simili e un chiaro esempio dei pericoli che si corrono

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-31-35

Primum insimulatio est repentina capitalis atque invidiosi criminis,statuite quanti hoc putetis et quam multos redemisse; deinde crimen sine accusatore, sententia sine consilio, damnatio sine defensione,aestimate harum omnium rerum pretia et cogitate in his iniquitatibus unum haesisse Apollonium, ceteros profecto multos ex his incommodis pecunia se liberasse; postremo tenebrae, vincla, carcer, inclusum supplicium atque a conspectu parentium ac liberum, denique a libero spiritu atque a communi luce seclusum,haec vero, quae vel vita redimi recte possunt, aestimare pecunia non queo Prima di tatto salta fuori l'imputazione improvvisa di un delitto odioso, che merita la pena di morte -stabilite che valore possa avere e quanta gente, secondo voi, se ne è ri scattata con denaro; vengono poi un processo senza ac cusatore, una sentenza senza il collegio dei giudici, una condanna senza possibilità di difesa- calcolate il prezzo di tutti questi soprusi e tenete conto che Apollonio fu l'u nico a restare invischiato in queste illegalità, mentre gli altri, certamente molti, si liberarono da queste angherie con un versamento in denaro;alla fine ecco il buio, le catene, il carcere, lo strazio della reclusione, il tormento di non poter vedere i genitori e i figli e, in conclusione, il vedersi privare dell'aria libera e della luce del sole, che è un bene comune- ora, di tutte queste sofferenze, dalle quali ci si può ben riscattare persino a costo della vita, non riesco a farne una stima in denaro
[24] Haec omnia sero redemit Apollonius iam maerore ac miseriis perditus, sed tamen ceteros docuit ante istius avaritiae scelerique occurrere; nisi vero existimatis hominem pecuniosissimum sine causa quaestus electum ad tam incredibile crimen aut sine eadem causa repente e carcere emissum, aut hoc praedandi genus ab isto in illo uno adhibitum ac temptatum, et non per illum omnibus pecuniosissimis Siculis metum propositum et iniectum

[X, 25] Cupio mihi ab illo, iudices, subici, quoniam de militari eius gloria dico, si quid forte praetereo

Nam mihi videor iam de omnibus rebus eius gestis dixisse, quae quidem ad belli fugitivorum suspicionem pertinerent; certe nihil sciens praetermisi
[24]Da tutte queste angherie Apollonio si riscattò tardi, prostrato or mai dall'angoscia e dalle pene, ma tuttavia insegnò agli altri che occorreva farsi incontro per tempo all'avidità e alla scelleratezza di questo delinquente; a meno che voi non crediate che un uomo molto danaroso sia stato pre scelto come vittima di un'accusa così incredibile senza fi ni di lucro o che sia stato improvvisamente scarcerato per altri motivi o che questo genere di rapina sia stato appli cato e tentato da costui solo nei confronti di Apollonio, e non crediate piuttosto che attraverso Apollonio sia stata additata una minaccia e incusso il timore in tutti i Sicilia ni più danarosi

[X, 25] Vorrei che lui stesso mi dia dei suggerimenti, o giudici,poiché parlo della sua gloria militare, se per caso io trascuri qualche punto

Infatti a me sembra di aver già parlato di tutte le sue imprese, per lo meno di quelle che riguardano il sospetto di una guerra di schiavi fuggitivi; certamente ho omesso inconsapevolmente

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Habetis hominis consilia, diligentiam, vigilantiam, custodiam defensionemque provinciae

Summa illuc pertinet, ut sciatis, quoniam plura genera sunt imperatorum, ex quo genere iste sit, ne qui diutius in tanta penuria virorum fortium talem imperatorem ignorare possit

Non ad Q Maximi sapientiam neque ad illius superioris Africani in re gerunda celeritatem, neque ad huius qui postea fuit singulare consilium, neque ad Pauli rationem ac disciplinam, neque ad C Mari vim atque virtutem; sed aliud genus imperatoris sane diligenter retinendum et conservandum, quaeso, cognoscite

[26] Itinerum primum laborem, qui vel maximus est in re militari, iudices, et in Sicilia maxime necessarius, accipite quam facilem sibi iste et iucundum ratione consilioque reddiderit
Di quest'uomo voi conoscete i provvedimenti, la diligenza, la vigilanza, la protezione e la difesa la sua provincia

Il punto essenziale riguarda, visto che esistono parecchi tipi di generali, come voi sapete, in quale tipo rientri il nostro, onde evitare che in tanta penuria di uomini valorosi qualcuno possa ignora ne ancora per molto una simile tempra di generale

Nien te a che vedere con la sagacia di Quinto Massimo o con la rapidità d'azione dell'Africano maggiore o con la straor dinaria accortezza dell'altro Africano, il minore, o con la tattica rigorosa di Emilio Paolo o con l'energia e il corag gio di Gaio Mario; ma imparate a conoscere, vi prego, quest'altro tipo di generale, senza dubbio degno di essere tenuto caro e preservato con ogni cura

[26]Per cominciare, o giudici, state un po' a sentire come costui con metodo e con saggezza si sia resa facile e piacevole la fatica dei viaggi, che è forse la più pesante nella vita militare e in Sicilia, poi, è soprattutto necessaria
Primum temporibus hibernis ad magnitudinem frigorum et tempestatum vim ac fluminum praeclarum hoc sibi remedium compararat

Urbem Syracusas elegerat, cuius hic situs atque haec natura esse loci caelique dicitur ut nullus umquam dies tam magna ac turbulenta tempestate fuerit quin aliquo tempore eius diei solem homines viderint

Hic ita vivebat iste bonus imperator hibernis mensibus ut eum non facile non modo extra tectum, sed ne extra lectum quidem quisquam viderit; ita diei brevitas conviviis, noctis longitudo stupris et flagitiis continebatur
Prima di tutto, nel periodo invernale, con i rigori del freddo e la violenza delle tempeste e dei corsi d'acqua aveva scovato per sé questo brillante rime dio

Aveva eletto a sua dimora la città di Siracusa, la cui posizione e le cui condizioni ambientali e climatiche sono, dicono, tali che nessuna giornata fu mai funestata da situazione di maltempo così violentemente perturba ta non consentire alla gente di vedere il sole almeno qualche momento

Qui nei mesi invernali il nostro nessuno generale viveva in maniera tale che non era facile nessuno vederlo non dico fuori di casa, ma neppure dal letto; così il breve spazio del giorno era continuamente occupato dai banchetti e la lunga durata del la notte si consumava nell'infamia delle sue orge scanda lose

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[27] Cum autem ver esse coeperatcuius initium iste non a Favonio neque ab aliquo astro notabat, sed cum rosam viderat tum incipere ver arbitrabaturdabat se labori atque itineribus; in quibus eo usque se praebebat patientem atque impigrum ut eum nemo umquam in equo sedentem viderit [27] Quando poi cominciava la primavera - e il suo inizio per Verre non era contrassegnato dai soffi dello zefi ro o dalla posizione di qualche costellazione ma quando vedeva sbocciare una rosa, allora per lui iniziava la primavera- si impegnava nelle fatiche dei viaggi, nei quali si mostrava tenace e instancabile fino al punto che nessuno lo vide mai seduto a cavallo

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