Cicerone, In Verrem: 02; 03-26-30

Cicerone, In Verrem: 02; 03-26-30

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 03-26-30
[XXVI, 64] Iamne intellegitis, iudices, quae pestis, quae immanitas in vestra antiquissima fidelissima proximaque provincia versata sit

Iam videtis quam ob causam Sicilia, tot hominum antea furta rapinas iniquitates ignominiasque perpessa, hoc non potuerit novum ac singulare atque incredibile genus iniuriarum contumeliarumque perferre

Iam omnes intellegunt cur universa provincia defensorem suae salutis eum quaesiverit cuius iste fidei diligentiae perseverantiae nulla ratione eripi possit

Tot iudiciis interfuistis, tot homines nocentis et improbos accusatos et vestra et supe riorum memoria scitis esse: ecquem vidistis, ecquem audistis in tantis furtis, in tam apertis, in tanta audacia, in tanta impudentia esse versatum
[XXVI, 64] Comprendete adesso, giudici, quale flagello, qua le implacabile sciagura abbia imperversato nella più anti ca, nella più fedele, nella più vicina delle vostre provin ce

Vi rendete conto ora per quale motivo la Sicilia, che pur ha pazientemente sopportato furti, saccheggi, iniquità e offese da tante persone, non è stata in grado di tolle rare questo genere di soprusi e offese nuovo, senza pari e incredibile

Tutti ormai capiscono perché la provincia tutta abbia cercato come difensore della propria so pravvivenza uno alla cui lealtà, coscienza e tenacia costui non potesse in alcun modo sottrarsi

Avete assistito a tanti processi, sapete che tanti uomini colpevoli e scelle rati sono stati messi in stato d'accusa, al tempo vostro e a quello degli antenati; ebbene, avete mai veduto, avete mai avuto notizia di uno che fosse coinvolto in furti tan to gravi e tanto evidenti, che fosse dotato di tale audacia e di tale impudenza
[65] Apronius stipatores Venerios secum habebat; ducebat eos circum civitates; publice sibi convivia parari, sterni triclinia, et in foro sterni iubebat; eo vocari homines honestissimos non solum Siculos sed etiam equites Romanos, ut, quicum vivere nemo umquam nisi turpis impurusque voluisset, ad eius convivium spectatissimi atque honestissimi viri tenerentur

Haec tu, omnium mortalium profligatissime ac perditissime, cum scires, cum audires cotidie, cum videres, si sine tuo quaestu maximo fierent, cum tanto periculo tuo fieri pate rere atque concederes

Tantum apud te quaestus Aproni, tantum eius sermo inquinatissimus et blanditiae flagitiosae valuerunt ut numquam animum tuum cura tuarum fortunarum cogitatioque tangeret
[65] Apronio aveva con sé come scorta gli schiavi di Venere; se li conduceva appresso in giro per le città; a spese delle comunità si faceva prepara re banchetti e imbandire sale da pranzo, e se le faceva im bandire sulla pubblica piazza; là faceva convocare perso ne rispettabilissime, non soltanto Siciliani ma anche ca valieri romani, sicché persone tra le più ragguardevoli e onorate erano costrette ad assistere in piedi al banchetto di un uomo con il quale nessuno mai, se non persone turpi e infami, avrebbe desiderato vivere

E tu, Verre, il più depravato e sciagurato tra i mortali, che sapevi, sentivi ogni giorno, vedevi queste cose, avresti mai corso il gra vissimo rischio di tollerarle e permetterle, se non ne fosse derivato a te un profitto enorme

Tanto ti preoccupavi del profitto di Apronio, tanto potere esercitavano su di te la sua conversazione così ignobile, le sue così turpi at trattive, che il tuo animo non fu mai sfiorato dalla preoc cupazione e dal pensiero degli interessi tuoi
[66] Cernitis, iudices, quod et quantum incendium decumanorum impetu non solum per agros sed etiam per reliquas fortunas aratorum, neque solum per bona sed etiam per iura libertatis et civitatis isto praetore pervaserit

Videtis pendere alios ex arbore, pulsari autem alios verberari, porro alios in publico custodiri, destitui alios in convivio, condemnari alios a medico et praecone praetoris; bona tamen interea nihilo minus eorum omnium ex agris auferri ac diripi

Quid est hoc

Populi Romani imperium

Praetoriae leges, iudicia [socios fidelis, pro vincia suburbana]

Nonne omnia potius eius modi sunt quae, si Athenio rex fugitivorum vicisset, in Sicilia non fecisset
[66] Voi vedete, giudici, quale grande incendio appiccato dagli esattori delle decime sia divampato, durante il governo di costui, divorando non solo i campi ma anche le altre so stanze dei coltivatori, e non i beni materiali soltanto, ma anche i diritti di libertà e di cittadinanza

Guardate come alcuni vengono sospesi a un albero, altri per cossi e fustigati,altri ancora tenuti sotto sorveglianza i un luogo pubblico, altri tenuti in piedi durante un banchetto, altri condannati dal medico e dal bandito re e nel frattempo non cessano la rapina e il saccheggio dei beni di tutti costoro dai loro campi

E dunque questo

questo il domi nio del popolo romano

Sono queste le leggi del popolo ramano, l'amministrazione della giustizia nei confronti degli alleati fedeli, nei confronti di una provincia alle porte della città

Non sono piuttosto, tutte queste, azioni tali che neppure Atenione, il re degli schiavi ribelli, se aves se,vinto, avrebbe osato compiere in Sicilia

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-01-05

Non, inquam, iudices, esset ullam partem istius nequitiae fugitivorum insolentia consecuta

[XXVII]Privatim hoc modo: quid

publice civitates tractatae quem ad modum sunt

Audistis permulta, iudices, testimonia civitatum, et reliquarum audietis

[67] Ac primum de Agyrinensi populo fideli et inlustri breviter cognoscite

Agyrinensis est in primis honesta Siciliae civitas hominum ante hunc praetorem locupletium summorumque aratorum

Eius agri decumas cum emisset idem Apronius, Agyrium venit

Qui cum apparitoribus eo et vi ac minis venisset, poscere pecuniam grandem coepit ut accepto lucro discederet; nolle se negoti quicquam habere dicebat, sed accepta pecunia velle quam primum in aliam civitatem occurrere
No, giudici, vi ripeto, la tracotanza degli schiavi ribelli non avrebbe eguagliato neppure in minima parte la malvagità di co stui

[XXVII]Il suo comportamento con i privati fu questo; e con le comunità

come furono da lui trattate le città

Avete ascoltato le testimonianze di moltissime città e ascoltere te quelle delle altre

[67] Prima di tutto statemi a senti re brevemente sul popolo fedele e illustre di Agira

La città di Agíra è tra le più ragguardevoli in Sicilia, e i suoi abitanti, prima del governo di costui, erano benestanti e coltivatori tra i più grandi

Il solito Apronio essendosi aggiudicò le decime di questo territorio, si recò ad Agira

E lui essendovi giunto forte di un vero esercito, iniziò a pretendere co spicue somme di denaro per andarsene non appena incas sato il suo compenso extra; diceva di non volersi occu pare di nessuna incombenza, ma di voler passare al più presto a un'altra città dopo aver incassato il denaro
Sunt omnes Siculi non contemnendi, si per nostros magistratus liceat, sed homines et satis fortes et plane frugi ac sobrii, et in primis haec civitas de qua loquor, iudices

[68] Itaque homini improbissimo respondent Agyri nenses sese decumas ei quem ad modum deberent daturos: lucrum, cum ille magno praesertim emisset, non addituros

[XXVIII]Apronius certiorem facit istum cuia res erat

Statim, tamquam coniuratio aliqua Agyri contra rem publicam facta aut legatus praetoris pulsatus esset, ita Agyrio magistratus et quinque primi accitu istius evocantur

Veniunt Syracusas; praesto est Apronius; ait eos ipsos qui venissent contra edictum praetoris fecisse

Quaerebant, quid

Respondebat se ad recuperatores esse dicturum
I Si ciliani tutti, con buona pace dei nostri magistrati, sono persone da non sottovalutare, sono invece uomini assai decisi, e assolutamente morigerati e sobri, e questo è vero in particolare per questa città, giudici, di cui sto parlando

68 Gli abitanti di Agira dunque ri spondono a quel furfante che gli avrebbero consegnato le decime nella misura dovuta: non avrebbero aggiunto un compenso extra, tanto più che egli si era aggiudi cato le decime a una cifra alta

[XXVIII]Apronio ne informa co stui, perché era lui che avrebbe tratto profitto dall'affare

Immediatamente, come se ad Agira fosse stato orga nizzato qualche complotto contro lo stato o fosse stato picchiato un coadiutore al governo, il magistrato e i pri mi cinque cittadini devono partire da Agíra convocati da costui

Si recano a Siracusa; Apronio è lì, pronto; dichia ra che proprio quelli appena arrivati avevano contravve nuto all'editto del governatore

Chiedevano: Come

Rispondeva che l'avrebbe detto davanti ai periti

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-31-35

Iste aequissimus homo formidinem illam suam miseris Agyrinensibus iniciebat: recuperatores se de cohorte sua daturum minabatur

Agyrinenses, viri fortissimi, iudicio se passuros esse dicebant

[69] Ingerebat iste Artemidorum Cornelium medicum et Tlepolemum Cornelium pictorem et eius modi recuperatores, quorum civis Romanus nemo erat, sed Graeci sacrilegi iam pridem improbi, repente Cornelii

Videbant Agyrinenses, quicquid ad eos recuperatores Apronius attulisset, illum perfacile probaturum: condemnari cum istius invidia infamiaque malebant quam ad eius condiciones pactionesque accedere

Quaerebant quae in verba recuperatores daret

Respondebat, SI PARERET ADVERSVS EDICTVM FECISSE; qua in re in iudicio dicturum esse aiebat
Verre, da quell'uomo assolutamente imparziale che era, impie gava contro gli sventurati cittadini di Agira il suo consue to mezzo di intimidazione: minacciava di nominare i pe riti scegliendoli dal suo seguito

Ma i cittadini di Agira, uomini davvero risoluti, si dichiaravano pronti ad af frontare l'azione legale

[69] Verre appioppava loro il medico Artemidoro Cornelio, il pittore Tlepolemo Cor nelio e periti di questa risma, nessuno dei quali era citta dino romano, ma tutti Greci, da sempre miserabili fur fanti divenuti a un tratto dei Cornelii

I cittadini di Agi ra si rendevano conto che qualunque cosa Apronio aves se sostenuto davanti a quei periti l'avrebbero approvata con estrema facilità; ma preferivano farsi condannare, attirando su Verre impopolarità e disonore, piuttosto che piegarsi ad accettare le sue condizioni

Chiedevano quale fosse la formula in base alla quale avrebbe dato corso al giudizio dei periti

Rispondeva, SE RISULTAVA CHE AVEVANO CONTRAVVENUTO ALL'EDITTO; di questo sosteneva che avrebbe parlato nel processo
Iniquissimis verbis, improbissimis recuperatoribus conflictari malebant quam quicquam cum isto sua voluntate decidere

Summittebat iste Timarchidem qui moneret eos, si saperent, ut transigerent

Pernegabant

'Quid ergo

in singulos HS quinquagenis milibus damnari mavultis

' Malle dicebant

Tum iste clare omnibus audientibus, 'Qui damnatus erit,' inquit, 'virgis ad necem caedetur

' Hic illi flentes rogare atque orare coeperunt ut sibi suas segetes fructusque omnis arationesque vacuas Apronio tradere liceret, ut ipsi sine ignominia molestiaque discederent

[70] Hac lege, iudices, decumas vendidit Verres

Dicat licet Hortensius, si volet, magno Verrem decumas vendidisse
Quel li preferivano battersi contro una formula tanto iniqua, contro periti così ribaldi piuttosto che concludere alcuna transazione con costui di loro spontanea volontà

Verre di nascosto mandava da loro Timàrchide a suggerire di concludere, se erano saggi, la transazione

Quelli conti nuavano a rifiutare

Ma come

preferite che contro ognuno di voi sia pronunciata la condanna a pagare 50000 sesterzi

Rispondevano di preferire così

Allora Verre, a voce ben alta, udito da tutti: Chi sarà condan nato, dice, verrà fustigato a morte

A questo punto es si piangendo si misero a pregare e scongiurare che fosse loro consentito di consegnare ad Apronio le loro messi e l'intera produzione e le terre alla cui proprietà rinuncia vano, pur di potersene andare senza subire il dispiacere di quell'onta

[70] Ecco, giudici, le clausole del contratto con cui Verre ha aggiudicato le decime

Ortensio può dire, se lo vorrà, che Verre ha appaltato le decime a una cifra alta

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[XXIX]Haec condicio fuit isto praetore aratorum, ut secum praeclare agi arbitrarentur si vacuos agros Apronio tradere liceret; multas enim cruces propositas effugere cupiebant

Quantum Apronius edidisset deberi, tantum ex edicto dandum erat

Etiamne si plus edidisset quam quantum natum esset

Etiam, quando magistratus ex istius edicto exigere debebant

At arator repetere poterat

Verum Artemidoro recuperatore

Quid si minus dedisset arator quam poposcisset Apronius

Iudicium in aratorem in quadruplum

Ex quo iudicum numero

Ex cohorte praetoria praeclara hominum honestissimorum

Quid amplius

Minus te iugerum professum esse dico: recuperatores reice, quod adversus edictum feceris
[XXIX]La condizione dei coltivatori durante il governo di costui era stata tale che si ritenevano straordinariamente fortunati se ve niva loro consentito di consegnare le loro terre in pro prietà ad Apronio; si vedevano davanti infatti molte cro ci, ed è a questo supplizio che desideravano scampare

Quanto Apronio avesse dichiarato essergli dovuto, tanto bisognava dare in conformità all'editto

Anche se avesse dichiarato essergli dovuto più di quanto era stato prodot to

Anche, dal momento che l'editto di costui imponeva ai funzionari di esigere la riscossione

Ma il coltivatore poteva sporgere reclamo

Sì, ma con Artemidoro come perito

E se il coltivatore avesse dato meno di quanto Apronio pretendeva

Si dava corso all'azione legale contro il coltivatore con ammenda del quadruplo

Con giudici scelti da quale categoria

Dallo splendido se guito del governatore, composto di persone degnissime

E poi

Io sostengo che tu hai fatto una dichiarazione de gli iugeri inferiore al vero; procedi alla ricusazione dei periti, poiché hai contravvenuto all'editto
Ex quo numero

Ex eadem cohorte

Quid erit extremum

Si damnatus eris, atque adeo cum damnatus eris,nam dubitatio damnationis illis recuperatoribus quae poterat esse

virgis te ad necem caedi necesse erit

His legibus, his condicionibus erit quisquam tam stultus qui decumas venisse arbi tretur, qui aratori novem partis reliquas factas esse existimet, qui non intellegat istum sibi quaestui praedaeque habuisse bona possessiones fortunasque aratorum

Virgarum metu Agyrinenses quod imperatum esset facturos se esse dixerunt

[XXX, 71] Accipite nunc quid imperarit, et dissimulate, si potestis, vos intellegere ipsum praetorem, id quod tota Sicilia perspexit, redemptorem decumarum atque adeo aratorum dominum ac regem fuisse
Da quale ca tegoria si selezionano i periti

Da quel medesimo seguito

Che accadrà alla fine

Se sarai condannato, anzi quando sarai condannato -con periti come quelli poteva esserci dubbio che il processo si concludesse con una condan na

-, dovrai essere fustigato a morte

A queste di sposizioni, a queste condizioni ci sarà qualcuno tanto ingenuo da ritenere che davvero siano state appaltate le decime, da credere che al coltivatore siano stati lasciati i nove decimi del raccolto, da non capire che costui ha tra sformato in proprio lucro e bottino beni, proprietà e ave ri dei coltivatori

Spaventati dalla minaccia della fustiga zione, i cittadini di Agira si dichiararono pronti a fare quanto era stato loro ordinato

[XXX , 71] Ascoltate ora che cosa era stato loro ordina to, e fate finta, se ci riuscite, di non capire, cosa di cui la Sicilia intera si rese conto perfettamente, che era il gover natore stesso l'aggiudicatario delle decime, anzi il signo re e tiranno dei coltivatori

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Imperat Agyrinensibus ut decumas ipsi publice accipiant, Apronio lucrum dent

Si magno emerat, quoniam tu es qui diligentissime pretia exquisisti, qui, ut ais, magno vendidisti, quare putabas emptori lucrum addi oportere

Esto, putabas: quam ob rem imperabas ut adderent

Quid est aliud capere et conciliare pecunias, in quo te lex tenet, si hoc non est, vi atque imperio cogere invitos lucrum dare alteri, hoc est pecuniam dare

[72] Quid tum

Apronio, deliciis praetoris, lucelli aliquid iussi sunt dare

Putatote Apronio datum, si Apronianum lucellum ac non praetoria praeda vobis videbitur

Imperas ut decumas accipiant, Apronio dent lucri tritici medimnum xxxiii
Ordina ai cittadini di Agira di provvedere essi stessi alla riscossione delle decime per conto della città, e di versare il compenso extra ad Apro nio

Se questi si era aggiudicato le decime a una cifra ele vata,giacché sei tu che con la più grande attenzione hai salire le offerte, sei tu che, come sostieni, le hai aggiudicate a una cifra elevata, per qual motivo pensavi si dovesse ancora aggiungere un compenso extra per l'aggiudicatario

Sia pure, lo pensavi; ma per qual motivo pensavi che lo aggiungessero

Prendere del denaro, estorcerlo, la colpa per cui sei incorso nei rigori della legge, che altro è se non questo, costringere, con l'autorità che ti conferiva il tuo potere assoluto, chi non voleva a dare a un altro un compenso extra, cioè del dena ro

[72]E allora

stato loro ordinato di fare un regaluccio ad Apronio, il beniamino del governatore

Crede te pure che sia stato dato ad Apronio, se vi parrà davvero che sia un regaluccio per Apronio, e non piuttosto un bottino per il governatore

Tu ordini, Verre, che riscuo tano in proprio le decime, e che diano come compenso extra ad Apronio 33000 medimni di grano

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